Pacchetto telecom: si torna alla conciliazione. E’ polemica intanto per la nuova bozza di raccomandazione Ue sulla NGA

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


NGN

Il pacchetto telecom torna al tavolo di conciliazione: il Consiglio dei Ministri Ue riunitosi ieri non è riuscito infatti a trovare un accordo sulla riforma del quadro regolamentare delle telecomunicazioni, arenatosi sulla questione del download illegale. Un tema più che mai al centro dell’attenzione, dopo la bocciatura subita in Francia dalla legge Hadopi, che avrebbe imposto ai provider di sospendere la connessione internet dei recidivi del download illegale dopo tre avvisi. La legge era stata approvata il mese scorso, ma la Corte costituzionale francese l’ha ritenuta illegittima in quanto contraria a un diritto umano che è quello del “libero accesso ai servizi di pubblica comunicazione online”.

Secondo la sentenza dei saggi di Palais Royal, dunque, è solo il giudice che può decidere se sospendere o meno la connessione web.

 

Il 6 maggio, il Parlamento europeo ha approvato in seconda lettura, con una schiacciante maggioranza, tutte le parti del pacchetto, ma – per ribadire la propria contrarietà alla posizione della Francia – ha voluto introdurre un emendamento per affermare il principio che il copyright va sì protetto, ma non criminalizzando l’uso dei contenuti o gli utenti.

Su questo emendamento si è consumato lo scontro tra il Parlamento e il Consiglio, che ha di fatto provocato lo stop all’intera riforma.

 

Il tavolo di conciliazione avrà circa 8 mesi di tempo per licenziare il testo. I lavori, però, con ogni probabilità non inizieranno prima della fine dell’anno.

 

Nel frattempo, la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica su una proposta di raccomandazione per la regolamentazione dell’accesso alle reti a banda larga di nuova generazione.

La bozza era già stata posta a consultazione alla fine del 2008 ed è stata rivista alla luce delle osservazioni rese dagli operatori interessati per includere meccanismi di ripartizione del rischio tra gli operatori e gli investitori interessati all’accesso alle nuove reti di comunicazione ultraveloci.

 

In particolare, per favorire gli investimenti nelle aree scarsamente popolate, il testo definisce le condizioni alle quali i sistemi di co-investimento possono essere considerati favorevoli alla concorrenza.

“In base ai termini del progetto di raccomandazione – si legge nella nota della Commissione – lo spiegamento da parte dell’operatore dominante di più fibre potrebbe giustificare obblighi normativi meno rigorosi.

In effetti, continua la Commissione, “l’installazione di fibre multiple nel terreno rappresenta un vantaggio competitivo che è quello di consentire una concorrenza immediata e non falsata a livello di infrastrutture”.

 

L’obiettivo della Commissione è quello di realizzare un quadro normativo comune al fine di promuovere gli investimenti nelle reti, garantendo al contempo il mantenimento della struttura concorrenziale del mercato.

Ma, secondo l’ECTA (l’organismo che riunisce gli operatori tlc alternativi europei) il testo della raccomandazione appare fortemente influenzato dagli operatori incumbent, in quanto prevede – ha sottolineato il presidente Innocenzo Genna – quelle che di fatto sono delle vere e proprie vacanze regolamentari, fortemente richieste da alcuni governi come quello tedesco, ma fin qui osteggiate dalla Commissione europea.

 

Secondo gli operatori che tentano di competere con gli ex monopolisti, il testo della proposta Ue potrebbe limitare la scelta dei consumatori in termini di servizi a banda larga e avallare comportamenti anticompetitivi ai danni del mercato e dei consumatori.

“Anche un solo accordo con un altro operatore, ad esempio, permetterebbe agli incumbent di evitare l’obbligo di offrire accesso basato sui costi che è il presupposto alla base della possibilità di replicare le offerte dell’operatore dominante”.

 

Al posto dei monopoli, dunque, potrebbero crearsi dei duopoli tra i due operatori più forti, creando così – secondo Ecta – “nuove barriere all’entrata e nuovi privilegi per i singoli operatori” e andando a compromettere anche l’innovazione e la capacità di sopravvivenza degli operatori alternativi.

 

Innocenzo Genna si è detto “sorpreso e deluso” dal dietrofront della Commissione, che – da buon “guardiano della concorrenza” – si era finora opposta strenuamente a tentativi di concedere “regulatory holidays” ma sembra ora aver deciso di “condonare” i comportamenti anticompetitivi degli ex monopolisti.

 

“Una effettiva separazione funzionale delle imprese in posizione dominante al fine di garantire il trattamento paritario dei concorrenti è l’unico scenario in cui i regolatori dovrebbero considerare un allentamento degli obblighi sui prezzi di accesso”, ha aggiunto Genna.

 

“Accogliamo con favore il principio che un numero di operatori potranno investire insieme attraverso una joint venture in cui ripartire i profitti. Se la concorrenza e la scelta dei consumatori e delle imprese saranno garantite attraverso questi accordi allora la regolamentazione potrà essere rimossa, ma non abbiamo visto segni che dimostrino un serio interesse degli incumbent verso negoziazioni in buona fede, se non come mezzo per ritardare e confondere il processo. L’unica alternativa – ha concluso Genna – è una regolamentazione efficace”.

 

Il progetto di raccomandazione posto a consultazione fa parte della strategia europea per la banda larga. La consultazione pubblica sarà aperta fino al 24 luglio 2009. La Commissione prevede di adottare la raccomandazione, tenendo conto delle osservazioni pervenute, entro la fine del 2009.