NewTv: product placement a 8 mega di banda

di di Andrea Materia |

Mondo


Product placement

§§§ Qui si parla e sparla di piattaforme, progetti commerciali e creativi, proiezioni di mercato. Per una volta è Microsoft a riportarmi alla realtà. Serve la banda. Senza banda, è tutta aria fritta. Per fine 2009 Microsoft ha annunciato su Xbox 360 Live lo streaming HD “vero”, i famosi 1080p di risoluzione, con audio 5.1 surround. In offerta film della major, il baseball della MLB, qualcosa dall’immenso catalogo Netflix forse, di sicuro serial TV. Ma bisogna avere almeno una connessione da 8 Mega (con una 6 Mega regge il video ma salta l’audio 5.1). Leggi: banda in down reale, non potenziale da reclame, quando-dice-bene, flusso-regolare-all’incirca-intorno-alle-4-di-notte. HD uguale alto bitrate, se non c’è la connessione zompano i pixel, non si scappa. In America Verizon (Vodafone) offriva 10 Mega in fibra fino a un anno fa, poi 20 Mega per 45 dollari al mese, e dalla scorsa settimana 50 Mega in down e 20 in up. Si chiama FiOS il loro servizio, ho citato in passato il loro bouquet online video, dovrebbero coprire 20 milioni di case yankee entro fine 2010. Nel frattempo i gestori delle infrastrutture in cavo, quelli da decenni portano la TV a pagamento nelle case degli americani, contrattaccano con un pacchetto da 101 Mega in down (Cablevision). Non è banda larga universale, non è la Corea del Sud, ancora non ci sono arrivati neppure gli Stati Uniti. Ma stanno correndoci verso. Devono farlo. Cisco, e non Andrea Materia , si prepara ad affrontare un traffico Internet quintuplicato da qui al 2013, detonato dallo streaming e dal mobile 3G. Sta scritto nel loro annuale Visual Networking Index Forecast. Quintuplicato. L’Italia deve svegliarsi. Il Rapporto Caio sulla banda larga, commissionato dal Ministero dello Sviluppo Economico, è illuminante al riguardo; opinabile quanto volete, ma stracolmo di dati e comparazioni Italia/Resto del Mondo. Chi ancora non lo avesse letto, lo può consultare su SlideShare.

 

§§§ Rimanendo in tema di ricerche, secondo gli analisti della Bernstein il 35% dei navigatori americani è pronto, da qui al 2013, a cancellare il proprio abbonamento alla TV via cavo in favore dell’offerta in streaming. A fondo articolo trovate due tabelle tratte dall’indagine della Bernstein. Quello che emerge dalle risposte degli intervistati non è disaffezione verso la televisione premium con i suoi costi. La propensione è di mantenere identica la spesa mensile, ma ottenere in cambio dei sudati soldini un’esperienza più completa di intrattenimento. Archivi on-demand di tutto il catalogo, funzionalità interattive e sociali, conosciamo tutti quali sono i nuovi minimi sindacali e qual è l’antifona: finita l’epoca dei palinsesti tradizionali, il consumatore vuole everything, anytime, anywhere. Colpisce però che in appena un anno dall’esplosione di Hulu e dei videopacchetti online-only delle Leghe Sportive USA già sia così diffusa negli States la sofferenza all’idea di dover pagare per servizi limitati, e che il 50% degli adulti 18/49 anni preferisca perdere tempo con i DVR per registrare quello che va in onda in orari non compatibili (si intende il 50% tra gli americani che possiedono un DVR, all’incirca un terzo del totale famiglie).

 

In termini tendenziali, è uno scenario in cui i fornitori di contenuti non possono perdere, anzi c’è un evidente vantaggio, perché si aggiunge l’opzione della vendita diretta, mentre la guerra sarà tra le piattaforme OldTV (cavo in America, satellite e DTT in Italia) e gli ISP alleati con le piattaforme NewTV. Naturalmente ogni guerra ha i suoi peculiari esiti. Non sempre finiscono con l’annichilazione del perdente in stile Cartagine. Più spesso cambiano i governanti, si conserva però la bandiera nazionale…

 

§§§ Come pronosticato, sarà un’estate/autunno caldissimi per il telemercato, sezione acquisti nuovi talenti web. Dopo l’arrivo di Angel of Death su uno dei principali canali via cavo USA per maschietti (Spike), la scorsa settimana è stata NBC Universal tramite il suo Digital Studio ad annunciare una web serie in 10 episodi tratta dal cortometraggio di Robert Kirbyson CTRL-Z, vincintore all’ultimo Sundance. CTRL sarà distribuita su Hulu, NBC.com e la solita syndication di portali alleati. Chi finanzia? Nestea, il celebre produttore di tè freddi. Perchè Nestea? Perchè il protagonista della serie, Tony Hale, nel corto originale scopre di possedere il potere di controllare i suoi colleghi d’ufficio e leggere nei loro pensieri dopo aver versato per sbaglio del Nestea sulla tastiera del proprio pc… Un modello paradigmatico di product placement.

 

Considerati i low budget di moltissime fiction internettiane, spesso sostenibili con un solo sponsor di livello, ha senso ipotizzare un’esplosione di trame “adottabili” dalle aziende golose di pubblico 2.0. Il pubblico inizia a esserci, ci sono immense praterie davanti per chi avrà la fortuna di intercettare l’ondata dei primi grandi investitori pubblicitari. Procter & Gamble, e persino i bambini sanno quanto P&G conti nell’advertising, nell’ultimo trimestre ha aumentato del 150% la sua spesa su web. Lo stesso ha fatto Johnson & Johnson. Eppure per entrambe si tratta ancora solo del 4% del totale annuo, e la spesa è quasi esclusivamente concentrata su quell’accrocco antiquato dei banner. Non hanno ancora “scoperto” l’online video, i colossi non cambiano mix di investimenti dal giorno alla notte. Non cambiano d’impulso, ma non sono ciechi. Quello che nel 2008 era fantasia, nel 2009 è d’improvviso realtà. In streaming, quantomeno in Nord America, ci sono tutti i contenuti forti del passato – tanto che un’operazione clamorosa come Epix, lanciata da 3 major in beta privata lunedì 9 Giugno, non desta più neppure stupore – mentre nascono le star del futuro in decine, centinaia di serial e talk web-only…

 

§§§ Già che l’abbiamo citato, togliamoci il dente e offriamo il nostro settimanale tributo al moloch Hulu, il semidivino colpo di coda delle major hollywoodiane per ribaltare il ribaltone YouTube e riprendere per il collo gli spettatori in libera uscita direzione Google. Ebbene, ironia della sorte Hulu è entrato con il suo canale dedicato all’interno della You-piattaforma nella Top 10 dei canali YouTube più visti di tutti i tempi. Merito soprattutto delle clip di Family Guy (in Italia I Griffin), che hanno proiettato Hulu su YouTube a 325 milioni di views, davanti al canale dei Jonas Brothers. Nella Top 10 anche la CBS, ottava con 366 milioni di views, la Sony BMG , seconda con 636 milioni di views e la Universal Music , prima con abissale distacco a quota 4.1 miliardi di views. I figli di YouTube vogliono vedere i loro musicisti in streaming. Numeri che cantano, è proprio il caso di dirlo. Per questo sta nascendo Vevo, YouTube dei videoclip, con dentro – guarda caso – Google, Sony e Universal.

 

§§§ Se Hulu sta per sbarcare in Inghilterra, stando ai rumors il BBC iPlayer potrebbe presto risploverare le antiche pulsioni colonialiste britanniche con una versione globale accessibile da tutti e supportata da Google. Il Dottor Who su YouTube dentro un lettore targato BBC? Così sostiene il The Telegraph dopo gli incontri tra Mark Thompson, acuto e competente direttore generale della BBC (trovatemi un suo omologo italiano che abbia dichiarato: “siamo a meno di 5 anni dalle emittenti radio e TV drag-and-drop 100% personalizzate”) ed Eric Schmidt, CEO di Google. La matassa più intricata da sbrogliare sarà quella dei contratti pre-esistenti con decine di licenziatari televisivi; contratti che potrebbero includere l’esclusiva sui nuovi media, sebbene sovente mai sfruttata.

 

§§§ Chiudiamo con una soap opera. Ebbene sì, speravate di scamparla, ma non c’è speranza. Anche sulla NewTV arrivano le soap, con l’unica differenza che (almeno nel caso di TheWB.com) invece di cuocere sulla graticola per settimane ti spiattellano 25 puntate insieme, un’intera stagione. Al New-teledrogato l’arduo dilemma se intraprendere la maratona di streaming o centillinare la “dose” 5 minuti al giorno. Ma poiché tutti gli amanti di Beautiful a questo punto vogliono un titolo, ecco il titolo: Pushed, dai produttori di Law & Order (I Due Volti della Giustizia). London Willows, ammaliante giovane modella interpretata da Veronica Taylor, è in crisi. Il marito Kurt gioca sporco e tenta di plagiarla, facendole credere di essere responsabile di un drammatico incidente, in cui ovviamente erano coinvolti parenti e serpenti. Sesso, denaro e odio familiare. Un mix eterno. Avvertenza per i navigatori: così come Hulu, anche TheWB.com può essere visto solo da device con IP americano. Per adesso…

 

§§§ Tra parentesi, se state ghignando a immaginarvi le casalinghe di Voghera intente a smanettare su un pc per l’ultimo episodio in streaming della loro novelas prediletta, beh… risus abundat in ore stultorum. Le mamme online nei soli Stati Uniti sono salite a 34 milioni nel 2009. E guarda caso, Univision e Televisa, i due giganti televisivi ispanici, sono appena entrate in tribunale litigando sulla titolarità esclusiva dei diritti online sull’immensa library di telenovelas messicane realizzate da Televisa.

 

 

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