Twitter non è in vendita: il fenomeno del 2009 troppo giovane per concedersi ai giganti della rete

di Alessandra Talarico |

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Evan Williams su Twitter

Twitter non è in vendita: smentiti dal co-fondatore Biz Stone i rumors secondo cui il sito di microblogging, che si è aggiudicato l’oscar del web come ‘fenomeno dell’anno’, potrebbe presto cedere alle lusinghe (e ai milioni) di qualcuno dei molti big del settore – da Google a Microsoft, passando per Apple e Facebook – che hanno tentato il colpaccio.

 

Insieme a Facebook, Twitter è uno dei luoghi sacri della socializzazione online: da Barack Obama ai divi di Hollywood, passando per i politici nostrani, la Twitter-mania è esplosa e dilaga, anche se poi – stando ad alcune recenti indagini – si smorza quasi subito: per il 60% degli utenti, infatti, la passione si spegne dopo appena un mese.

 

Anche se la fidelizzazione dei clienti – che è un elemento chiave per la sopravvivenza e la sua capacità di generare profitti sul web – non è proprio il forte di Twitter, la società è molto corteggiata e il sito continua ad attrarre visitatori (secondo Nielsen a febbraio sarebbero stati 7 milioni contro i 475 mila di un anno prima).

Anche il Ceo di Google Eric Schmidt, dopo aver inizialmente bollato il nuovo fenomeno della rete come “l’email dei poveri”, qualche settimana fa ha dichiarato che sarebbe felice di stringere un accordo con Twitter.

 

“E’ uno strumento di comunicazione estremamente utile”, ha detto Schmidt che sta già pensando a come rendere redditizio il servizio di microblogging nato nel 2006 dall’intuizione di Biz Stone ed Evan Williams.

 

Nessuna proposta, neanche quella da 500 milioni di dollari avanzata da Facebook, sarebbe però stata giudicata valida dal management: “abbiamo appena iniziato. La compagnia ha appena 2 anni e abbiamo ancora tanti servizi da implementaree tante cose da migliorare”, ha spiegato Stone.

 

Creato per permettere agli utenti di scambiarsi brevi messaggi da 140 caratteri, Twitter è balzato dal 22° al 3° posto nella classifica dei social network più usati stilata dalla società specializzata Compete.com, grazie anche all’interesse e alla pubblicità ricevuta da alcune celebrità americane come l’attore Ashton Kutcher – che ha sfidato la Cnn, scommettendo su chi avrebbe raggiunto per primo un milione di sostenitori – e la star dei talk-show Oprah Winfrey.

 

Resta solo da capire come tutta questa popolarità potrà essere trasformata in profitto.