Owen Van Natta alla guida di MySpace: riuscirà a risollevare le sorti del social network di Rupert Murdoch?

di Alessandra Talarico |

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Owen Van Natta

Dopo aver annunciato, mercoledì scorso, un rimpasto ai vertici, MySpace ha confermato la nomina di Owen Van Natta al posto di Chris DeWolfe come nuovo amministratore delegato della società.

De Wolfe, cofondatore di MySpace insieme a Tom Anderson, anche lui prossimo a una nuova sistemazione in seno al gruppo, continuerà a sedere nel board della divisione cinese e a fare da advisor per la società, ma spetterà a Van Natta tentare di risollevare le sorti del social network, che continua a perdere colpi dietro l’avanzata di FaceBook.

 

Van Natta, che proviene proprio da FaceBook, riferirà direttamente a Jon Miller, ex Ceo di AOL, chiamato a coordinare le attività digitali della News Corp – che controlla MySpace – da una posizione, quella di chief digital officer, creata appositamente per lui dal tycoon Rupert Murdoch.

 

Quella di risollevare MySpace sarà dunque la ‘mission impossible’ di Van Natta, 39 anni, che ha ricoperto il ruolo di chief operating officer di FaceBook dal 2005 – quando il sito era soltanto l’ultimo passatempo hi-tech degli studenti americani –  al 2008, anno di consacrazione per FaceBook anche sui mercati europei. Van Natta è anche dietro l’accordo che vide Microsoft spendere 240 milioni di dollari per un 1,6% di FaceBook.

 

Dopo aver lasciato il social network, Van Natta si è dedicato al sito di m,usic streaming Project Playlist.

 

MySpace, che pure negli Usa ha più visitatori del rivale, ha registrato un evidente blocco nella crescita degli utenti nel resto del mondo, dove FaceBook, invece, è cresciuto in maniera esponenziale: in Italia, ad esempio, in un anno il numero di visitatori è cresciuto di un incredibile 2.700%, totalizzando a febbraio di quest’anno 10,8 milioni di visitatori, dai 382 mila del febbraio 2008.

 

In Europa, quindi, il numero di visitatori è cresciuto in un anno del 314%, a quota 100 milioni.

 

MySpace, tuttavia, fa meglio di FaceBook per quanto riguarda le entrate: nel trimestre chiuso a dicembre, la divisione Fox Interactive Media ha registrato entrate per 226 milioni di dollari e profitti per 7 milioni.

Il prossimo anno, tuttavia, scadrà il contratto sul search advertising con Google e gli analisti sono convinti che difficilmente il re della ricerca sarà disposto a rinnovarlo.