Tlc e ‘vacanze’ regolamentari: per l’Avvocato Generale della Corte di Giustizia Ue, illegittimi i privilegi concessi a Deutsche Telekom

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Deutsche Telekom

L’Avvocato Generale della Corte di Giustizia europea Poiares Maduro si è espresso oggi contro la ‘vacanza regolamentare’ concessa dal governo tedesco all’operatore Deutsche Telekom.

I due emendamenti alla legge sulle telecomunicazioni (la TKG), introdotti dal governo nella primavera del 2006 e relativi ai cosiddetti ‘nuovi mercati’ – in particolare la fibra ottica – sono illegittimi e la Germania va dunque condannata.

 

Il governo tedesco era stato deferito alla Corte di Giustizia dalla Commissione europea, in seguito all’introduzione nella legislazione tedesca in materia di telecomunicazioni di alcune modifiche che, sbarrando l’accesso alla rete in fibra ottica di Deutsche Telekom, avrebbero l’effetto di indebolire la posizione dei concorrenti e di rendere più difficoltoso l’ingresso sul mercato ai new entrant.

 

Secondo Berlino, i nuovi mercati dovrebbero essere regolamentati solo se si individuassero problemi di concorrenza nel lungo termine ma, secondo la Ue, non si tratta d’altro che di un esonero ingiustificato dall’applicazione delle regole sulla concorrenza: in pratica una specie di rimborso per l’investimento di 3 miliardi di euro in una rete nazionale in fibra ottica.

Una vera e propria ‘vacanza’ normativa concessa tra l’altro senza consultare né la Commissione, né le autorità di regolamentazione di altri Stati membri, come impone invece la legislazione comunitaria al fine di garantire la trasparenza e un migliore funzionamento del mercato interno.

 

L’Avvocato Generale Maduro, confermando che qualsiasi deregolamentazione può avvenire solo dopo un’effettiva analisi di mercato, ritiene quindi che – adottando i Paragrafi 3(12b) e 9°  emendanti la Legge sulle telecomunicazioni – la Germania non abbia rispettato gli obblighi contenuti negli articoli 7 e 8 della Direttiva quadro 2002/21/CE, nell’articolo 8(4) della Direttiva di accesso e nell’articolo 17 della Direttiva relativa al servizio universale.

 

Già nell’ottobre 2006, Viviane Reding e il Commissario europeo per la Concorrenza Neelie Kroes in una lettera al ministro tedesco dell’Economia Michael Gros si erano dichiarate seriamente preoccupate per la proposta di legge e avevano annunciato l’avvio di un procedimento di infrazione qualora la legge non fosse stata allineata alla legislazione europea. La lettera è rimasta purtroppo senza esito.

A febbraio del 2007, quindi, la Commissione ha avviato un procedimento di infrazione accelerato contro la Germania, avvisando il governo di Berlino dell’incompatibilità di un simile approccio con le regole europee.

 

Le regole Ue non consentono ‘vacanze’, soprattutto per evitare la ri-monopolizzazione del mercato. “Ogni passo in quella direzione – ha spiegato il Commissario Viviane Reding – sarebbe un passo indietro e aprirebbe la strada a prezzi più alti e a meno scelta per i consumatori”.

 

A novembre del 2008, la Ue ha espresso forti dubbi anche sulle proposte della Spagna di regolamentare l’accesso a banda larga all’ingrosso solo fino a una certa velocità (30 Mb/s in questo caso) e di imporre una regolamentazione meno rigorosa nei settori in cui gli operatori di infrastrutture alternative sembrano essere più attivi.

 

Secondo Innocenzo Genna – presidente di ECTA, l’associazione europea degli operatori alternativi di telecomunicazione – quello dell’Avvocato Generale della corte di Giustizia è “un pronunciamento che, per quanto di carattere  giudiziale, riafferma l’illegittimità delle politiche degli ex monopolisti di deregolamentare taluni settori, in particolare quelli  delle fibre ottiche”.

“Nelle ultime settimane – ha aggiunto – vi è stata una fortissima  pressione da parte di alcuni Stati, in particolare Germania e Spagna,  che, a difesa di Deutsche Telekom e Telefonica, hanno tentato  di  riproporre le ‘vacanze regolamentari’ per le fibre ottiche in vari  modi: risk sharing, accordi cooperativi, etc; il  pronunciamento del’Avvocato Generale conferma che qualsiasi  deregolamentazione può avvenire solo a seguito di effettiva analisi di  mercato, e non sulla base di presupposti teorici”.

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