Facebook miete le prime vittime: Chris De Wolfe lascia MySpace, mentre Google insegue e rilancia ‘Profile’

di Alessandra Talarico |

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Social networks

Per un gigante che entra, un pioniere che lascia. Il mondo dei social network è oggi come mai in fermento, dopo l’annuncio delle dimissioni di Chris De Wolfe da amministratore delegato di MySpace e quello dell’ingresso di Google con un nuovo servizio – Profiles – col quale il re dei motori di ricerca spera di imporsi a spese del sempre più popolare Facebook.

 

È proprio il successo di Facebook ad aver messo in crisi il più ‘anziano’ MySpace – fondato nel 2003 da Tom Anderson e Chris Dewolfe per offrire spazio gratuito agli artisti che volevano ritagliarsi uno spazio al di fuori dei circuiti tradizionali. MySpace conta attualmente 130 milioni di utenti attivi, contro gli oltre 200 milioni del rivale, creato l’anno successivo dal 24enne studente di Harvard Mark Zuckerberg per mantenere i contatti tra ex compagni di classe, ma il numero di utenti attivi è fermo pressochè ai livelli dello scorso anno.

All’orizzonte, intanto, si fa sempre più minaccioso anche Twitter che continua a guadagnare consensi sotto la leadership dei co-fondatori Biz Stone ed Evan Williams.

 

Secondo la nota diramata dalla News Corporation di Rupert Murdoch – che ha acquistato MySpace nel 2005 per 580 milioni di dollari  e ha già attuato un ‘rimpasto’ affidando la guida del settore digitale a Jonathan Miller – il mancato rinnovo del contratto di Chris De Wolfe è stato deciso di “comune accordo”. De Wolfe continuerà comunque a sedere nel board di MySpace China e ad essere advisor del gruppo.

Anche Tom Anderson, attuale Presidente di MySpace, sta discutendo con la direzione un riposizionamento in seno alla società, che dà lavoro a oltre 1.600 persone.

 

Secondo indiscrezioni, Murdoch potrebbe scegliere, per rimpiazzare Anderson, proprio un ex top manager di Facebook, Owen Van Natta, che si sarebbe già detto disponibile a imbarcarsi nella difficile avventura di riportare MySpace al primo posto mondiale tra i social network, dove si trovava prima del folgorante successo di Facebook.

 

MySpace, che ancora primeggia su Facebook negli Stati Uniti, ha già perso tre top-manager dall’inizio dell’anno: il chief operating officer Amit Kapur, il senior vice president of technology Jim Benedetto e il senior vice president of product strategy Steve Pearman.

E tra gli analisti sono in pochi a credere che il contratto con Google sul search advertising – che scadrà nel 2010 – verrà rinnovato.

 

Tra i primati di Facebook, anche quello di aver costretto Google a inseguire: sebbene già presente nel settore dei social network con Orkut (primo per numero di utenti in Brasile), il gruppo di Mountain View ha presentato un nuovo prodotto che fa leva sulla crescente voglia di apparire degli internauti.

 

Alzi la mano, infatti, chi non ha mai ‘googlato’ il proprio nome – o quello di un ex, di un rivale, di un collega – anche solo per vedere l’effetto che fa…I risultati, non sempre però sono all’altezza delle aspettative e per questo Google ha deciso di portare al livello successivo il servizio Profile, che finora non ha riscosso un grande successo, introducendo quella che è già stata battezzata la ‘vanity URL‘ (ad esempio http://www.google.com/profiles/mariorossi).

 

Accedendo all’indirizzo http://www.google.com/s2/profiles/me/ (per chi non possiede già un account Google) è infatti possibile creare un profilo personale – con tanto di foto, link, mappe e quant’altro – che apparirà, se si sceglie di renderlo pubblico, in cima alla lista dei risultati quando verrà effettuata una ricerca.

In questo modo, Google spera di diventare trampolino di lancio della socializzazione, scalzando dalla cima i profili creati, ad esempio, su Facebook, LinkedIn o Myspace.

 

“Sono molti gli utenti che usano il motore di ricerca Google per cercare se stessi e farsi un’idea di come vengono presentati al mondo esterno”, ha dichiarato Joe Kraus, Director of Product Management di Google, sottolineando come queste persone spesso rimangano deluse dai risultati e dal poco controllo che essi hanno sulla propria immagine.

“Con Profile – ha aggiunto Kraus – si possono livellare i risultati ed evitare che un nostro omonimo più popolare oscuri la nostra presenza ai primi posti dei risultati di ricerca”.

 

Sempre sul versante social network, Microsoft ha quindi annunciato la possibilità per gli utenti di gestire meglio la propria vita digitale, incorporando in Windows Live gli aggiornamenti provenienti da oltre 20 dei più importanti social network, tra cui Digg, Facebook e MySpace.

In Italia, secondo i dati forniti da Microsoft, il 41% dei giovani fra i 16 e i 24 anni ha un account su due o più social network e il 68% di coloro che sono registrati a più di un sito sarebbe interessato all’ipotesi di far convergere in un unico ambiente tutti i feed provenienti dai vari siti.

Per rispondere a questa esigenza, dunque, il gruppo ha realizzato un ‘hub virtuale’, attraverso cui condividere informazioni sulle proprie attività online.

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