Digitale terrestre: Retecapri chiede all’Agcom due frequenze, lamentando  ‘rischi per pluralismo e libera concorrenza’

di Raffaella Natale |

Italia


Mercato TV

Retecapri, emittente nazionale indipendente che trasmette dall’isola di Capri, prede atto che, nel corso delle varie pianificazioni per il passaggio al digitale terrestre, gli verrebbe assegnata una sola frequenza (multiplex) mentre a Rai e Mediaset sei, a Telecom Italia Media tre ed a Rete A due. Lo si legge in una nota dell’emittente televisiva.

Retecapri – prosegue la nota – aveva già contestato duramente quanto stabilito dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni con la delibera del 7 aprile 2009 che avviava il percorso per il definitivo al digitale terrestre.

 

“…In tema di tutela del pluralismo e della libera concorrenza, dunque, (elementi su cui la Commissione Europea ha espressamente richiesto al nostro paese un deciso adeguamento al diritto comunitario), la prospettiva si fa preoccupante“, hanno spiegato i vertici dell’emittente.

In tal contesto – hanno aggiunto – Retecapri intende precisare che già opera con due multiplex (denominati Alfa e Omega) e pertanto l’assegnazione al minimo dovrà riguardare i due mux. Del resto, già in Sardegna sono operative le frequenze per due multiplex in digitale, rispettivamente sui canali 58 e 62. Analoga richiesta per due SFN è stata avanzata in Val D’Aosta, nel Piemonte orientale e in Trentino Alto Adige. Come rete nazionale, peraltro operante dal 1981, addirittura prima delle reti Mediaset, Retecapri ha diritto a due frequenze SFN per alimentare i suoi due multiplex poiché è impensabile che in alcune regioni operi con due multiplex ed in altre con uno. Sul punto, quindi, Retecapri rende noto che sono in corso le opportune iniziative in tutte le sedi ritenute opportune per l’assegnazione di frequenze come richiesto e secondo le legittime aspettative”.

 

In particolare, la delibera stabilisce che le 21 reti nazionali in tecnica DVB-T saranno così suddivise: a) 8 reti saranno destinate alla conversione delle attuali reti analogiche. Gli operatori nazionali esistenti avranno assegnata capacità trasmissiva sufficiente per la trasmissione dei programmi a definizione standard ed ad alta definizione. Sarà comunque garantito almeno un multiplex per operatore; b) 8 reti digitali saranno dedicate alla conversione in tecnica singola frequenza delle attuali reti digitali esistenti che oggi utilizzano il sistema meno efficiente della multifrequenza. Ciascun operatore avrà diritto alla conversione delle reti digitali attualmente operanti; c) all’esito della conversione dell’attuale sistema televisivo nazionale risulterà disponibile un dividendo nazionale di 5 reti, che verrà “messo a gara” con criteri di “massima apertura alla concorrenza”.

 

Più precisamente i cinque lotti, cioè le 5 reti messe a gara, saranno divisi in due parti: una, pari a tre lotti, sarà “riservata a nuovi entranti” e dunque saranno esclusi i soggetti come Rai e Mediaset che hanno più di due reti nazionali in tecnica analogica; la seconda, pari a due lotti, sarà aperta “a qualsiasi offerente”, ma ci sarà un limite di cinque multiplex per ciascun operatore.

 

Sono previste, nell’atto programmatico adottato, una serie di importanti misure asimmetriche destinate ad aumentare il livello di concorrenza del sistema televisivo nazionale: nel caso in cui “uno degli operatori che attualmente gestisce 3 reti nazionali analogiche risulti, in esito alla gara, aggiudicatario di un multiplex sarà obbligato a cedere il 40% della capacità trasmissiva di tale multiplex a terzi fornitori di contenuti indipendenti; qualora l’operatore che attualmente ha due reti nazionali analogiche vinca tutti e due i multiplex del lotto B, sarà obbligato a cedere il 40% della capacità trasmissiva di uno dei due multiplex a terzi fornitori di contenuti indipendenti”. E’ previsto inoltre l’“obbligo di offerta di servizi di trasmissione a prezzi orientati ai costi da parte degli operatori esistenti che già dispongono di reti di estesa copertura sul territorio nazionale”.

 

La gara di assegnazione delle frequenze sarà indetta dal ministero dello Sviluppo Economico sulla base delle regole stabilite dall’Agcom e saranno ammessi tutti i soggetti operanti nello spazio economico europeo (SEE).

 

 

 

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