Banda larga: dalla Ue 1 mld per lo sviluppo di infrastrutture in aree rurali. Barroso, ‘Sviluppo digitale imperativo economico e sociale’

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Banda larga

Cinque milioni di euro provenienti dai fondi Ue non utilizzati andranno a finanziare una serie di progetti per rendere l’Europa più forte nei settori dell’energia e della banda larga.

L’investimento, di cui beneficeranno tutti gli Stati membri, rientra nel piano europeo di ripresa approvato a dicembre e coprirà dei progetti focalizzati sulle infrastrutture energetiche e internet che dovrebbero fornire nuovo stimolo all’economia.

 

All’estensione e al rinnovamento delle infrastrutture a banda larga, in particolare, la Ue destinerà 1 miliardo di euro con l’obiettivo di ridurre il digital divide delle comunità rurali. La cifra sarà rogata mediante l’attuale Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e servirà a estendere il servizio a quel 30% della popolazione europea ancora tagliata fuori dalla banda larga.

 

Raggiungere una copertura del 100% entro il 2010 è per la Commissione “un imperativo economico e sociale”, ma l’incertezza economica che caratterizzerà l’intero 2009 – senza sbilanciarci per l’anno successivo – e la conseguente riduzione degli investimenti da parte degli operatori pongono in essere nuove sfide. Se non si intervenisse, le conseguenze sociali ed economiche derivanti dall’ulteriore isolamento tecnologico oltre che geografico delle comunità rurali non sarebbero più facilmente recuperabili.

 

È ormai ampiamente appurato che gli investimenti in infrastrutture a banda larga hanno un impatto positivo sullo sviluppo economico, l’innovazione e la coesione sociale.

Un recente studio dimostra che, ipotizzando un tasso di adozione costante fino al 2015, lo sviluppo della banda larga contribuirà a creare circa 1 milione di posti di lavoro in Europa e una crescita delle attività economiche correlate pari a 850 miliardi tra il 2006 e il 2015.

 

In particolare, nelle aree meno popolate o remote e nelle zone rurali, la realizzazione di nuove infrastrutture broadband è in grado di incrementare la produttività e il potenziale occupazionale dell’economia locale, senza contare la semplificazione dei rapporti con le istituzioni derivante dall’adozione delle tecnologie avanzate da parte delle amministrazioni pubbliche.

Positivo sarebbe anche l’impatto sull’industria europea, che nel settore delle telecomunicazioni vanta la presenza di player leader dei rispettivi settori quali Alcatel-Lucent, Ericsson, Nokia, Siemens.

 

Secondo i dati della Ue, a luglio 2008 la penetrazione della banda larga si attestava a una media del 21,7%,con Danimarca, Paesi Bassi, Svezia e Finlandia a condurre la classifica della zona OCSE con un tasso di penetrazione superiore al 30%. Il tasso di penetrazione negli Stati Uniti è del 25%.

Tuttavia il 30% della popolazione rurale non ha ancora accesso a internet ad alta velocità e l’Europa è molto carente sul versante della fibra ottica, che invece rappresenta il 45% di tutti gli abbonamenti a banda larga in Corea del Sud e il 39% in Giappone.

 

Per questo il Presidente della Commissione, José Manuel Barroso, ha definito il piano un ‘investimento intelligente’, in grado di diminuire la dipendenza energetica dell’Europa da altre economie (la recente crisi del gas ha di fatto altro accentuato questa esigenza) e di incentivare l’economia attraverso le ‘autostrade informatiche’

“La Commissione – ha dichiarato Barroso – si è impegnata a collaborare con gli Stati membri per rivitalizzare l’economia europea mediante investimenti in questi settori fondamentali”.

 

Altri 3,5 miliardi di euro verranno destinati agli investimenti per la cattura e lo stoccaggio del carbonio (1,25 milioni di euro), per i progetti di energia eolica offshore (500 milioni di euro) e per i progetti di interconnessioni del gas e dell’elettricità (1,75 milioni di euro).

500 milioni di euro verranno quindi destinati al lancio dei lavori per affrontare le “nuove sfide” definite nella valutazione della politica agricola comune (PAC): cambiamento climatico, fonti energetiche rinnovabili, gestione delle risorse idriche, biodiversità e ristrutturazione del settore lattiero-caseario.