eCommerce: dalla Ue nuove regole a tutela dei consumatori per aumentare la fiducia nello shopping online

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Economia digitale

Sono 150 milioni i cittadini europei che usano internet per fare acquisti. Ma sono ancora tantissimi quelli che non si fidano del web, soprattutto in caso di compere da effettuare al di là dei confini nazionali.

Eppure, le potenzialità del mercato interno Ue sono enormi, se si pensa che per gli acquisti transfrontalieri, la spesa media è di 800 euro all’anno per acquirente, pari a un totale di 24 miliardi di euro.

 

In vista del periodo natalizio, la Commissione europea ha quindi pensato bene di varare una nuova direttiva finalizzata a dare maggiore impulso agli acquisti online e a rafforzare la fiducia dei consumatori nei confronti del web, riducendo, al contempo, gli oneri burocratici che bloccano ancora le imprese all’interno dei confini nazionali.

 

Attualmente, infatti, assistiamo nella Ue a un vero e proprio patchwork di regole, stabilite senza coordinamento sulla base di 4 direttive: Clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori, Vendite e garanzie dei beni di consumo, Contratti a distanza e Contratti negoziati fuori dei locali commerciali.

 

La nuova direttiva mira, innanzitutto, a fissare un set standardizzato di termini contrattuali volti a rendere più chiare e trasparenti le informazioni sui prezzi dei beni acquistati online e, quindi, a meglio tutelare i consumatori contro consegne effettuate in ritardo o non effettuate proprio, oltre che a stabilire regole rigorose su tematiche quali i periodi di recessione, le restituzioni, i rimborsi, la riparazione, le garanzie e le clausole contrattuali vessatorie.

 

Nell’ambito della direttiva rientra ogni acquisto effettuato a distanza o lontano dai locali dell’azienda, ma anche i nuovi modelli di vendita quali l’mCommerce (gli acquisti via telefonino), le aste online, i contratti relativi a vendite di beni e servizi tra imprese e consumatori (B2C).

 

Una vera e propria ‘rete di sicurezza’, insomma, che come ha spiegato il Commissario Ue responsabile dei consumatori Meglena Kuneva, è destinata a “rafforzare la protezione e a chiudere le lacune in ambiti chiave che rischiavano di minare la fiducia dei consumatori”, offrendo “un maggior numero di scelte e di opportunità” ai consumatori inquieti per l’erosione del proprio potere d’acquisto.

 

Tra gli obblighi in capo ai commercianti, ad esempio, quello di fornire al consumatore un insieme di informazioni chiare che consentano una “scelta informata”: caratteristiche del prodotto, indirizzo geografico e identità del commerciante, tasse, costi addizionali, spese di consegna o postali.

 

Ecco nel dettaglio, le nuove norme introdotte dalla Ue:

Il bene acquistato dovrà essere consegnato entro al massimo 30 giorni dalla stipula del contratto. Il rischio e i costi legati al  deterioramento o alla perdita dei prodotti saranno sostenuti dal commerciante, mentre in caso di consegna tardiva o non effettuata la direttiva introduce la possibilità per i consumatori di essere risarciti nei tempi più brevi possibile e comunque entro 7 giorni dalla data prevista della consegna.

 

Vengono inoltre introdotti: un ‘periodo di riflessione’ di due settimane, in cui il consumatore potrà decidere di restituire il bene acquistato senza problemi di sorta e una lista nera di clausole contrattuali abusive vietate in tutta la Ue nonché una lista grigia di clausole contrattuali ritenute inique fintanto che il commerciante non provi il contrario.

Notevolmente rafforzata, infine, la tutela in caso di ‘vendite aggressive’ – le vendite negoziate lontano dagli ambienti dell’azienda – con una più ampia nuova definizione dei contratti di vendita diretta e altre misure per colmare le lacune giuridiche.

 

In Italia, un consumatore su 6 acquista online.

 

“La proposta di nuove regole è importante anche per lo sviluppo di questo settore, che può diventare molto competitivo ed è potenzialmente in grado di accrescere la concorrenza sul mercato, con la possibilità di frenare i continui aumenti dei prezzi”, ha commentato il presidente dell’Adoc, Carlo Pileri, che auspica la nascita di un foro competente online “in grado di garantire il rispetto dei diritti e di assicurare un risarcimento certo e diretto qualora dovessero insorgere delle controversie”.