Internet del futuro: aperto, democratico, neutrale. Le sfide della Ue per prepararsi al ‘web degli oggetti’

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Banda Larga

La rete internet come la conosciamo oggi potrà rispondere in maniera adeguata agli usi e ai bisogni del futuro?

È la domanda che il commissario Ue ai media Viviane Reding si è posta nel discorso tenuto alla conferenza “Internet degli oggetti, internet del futuro” svoltosi ieri a Nizza.

 

L’architettura distribuita di internet ha aperto la rete a un numero praticamente illimitato di attori, che hanno tutti potuto contribuire al suo sviluppo in qualità di fornitori di servizi, utenti o sviluppatori. Allo stesso tempo, l’architettura aperta di internet, fondata su tecnologie standardizzate, ha facilitato l’interoperabilità su larga scala e ha reso possibile la globalizzazione di servizi e applicazioni.

 

Internet, in quanto piattaforma neutra, in grado di dare a chiunque la possibilità di offrire nuovi contenuti e servizi, ha dunque aperto la via allo sviluppo del Web 2.0, diventando di fatto il sistema nervoso delle nostre società.

“Insomma – ha detto la Reding – disponiamo oggi di una rete ben distribuita, aperta e neutra. Sono queste le caratteristiche essenziali di un sistema di governance che è il fondamento stesso del successo di internet”.

E sono queste le caratteristiche essenziali che, secondo la Reding, dovranno essere alla base anche “dell’internet del futuro”.

 

Ma che bisogna fare per preparare l’avvenire della rete?

 

“Internet – ha spiegato la Reding – ha trasformato il nostro modo di vivere e le nostre economie e abbiamo tutte le ragioni per credere che sia solo l’inizio di una rivoluzione che conoscerà una nuova espansione grazie ai progressi di internet mobile e della larghissima banda, che rendono possibile la creazione di servizi innovativi, in particolare in settori di interesse generale come la sanità online, l’eLearning e per le comunità più povere e isolate”.

 

In questa nuova fase di espansione di internet, l’Europa è ben posizionata: alcuni Paesi Ue – Danimarca, Finlandia, paesi Bassi e Svezia – registrano una penetrazione superiore al 35% e siamo leader anche sul mercato internet mobile.

Cominciamo insomma, secondo la Reding, “a cogliere i frutti di una politica favorevole alla concorrenza, sostenuta dalle autorità di regolazione indipendenti e tendente a promuovere innovazione e prezzi concorrenziali per i consumatori”.

 

È importante, a questo punto, che la Ue assuma il suo ruolo e promuova le proprie idee ai prossimi appuntamenti internazionali in cui si disegna il futuro di internet – il prossimo Wsis e il Forum sulla governance di internet – ma anche in seno alle organizzazioni internazionali come l’ITU, l’Unesco, e l’Ocse e nelle organizzazioni come il W3C, l’IETF e l’ICANN.

 

Per evitare incertezze e incoerenze nel delineare i contorni dell’internet del futuro, per la Reding è essenziale sedersi tutti attorno a un tavolo per dibattere le rispettive visioni, soprattutto per quanto riguarda il tema della neutralità della rete.

 

“La discussione sulla neutralità della rete – ha spiegato la Reding – non è solo una questione tecnica, ma anche politica, che concerne i regolatori e sulla quale bisogna consultare i cittadini”.

I fondamenti di internet – apertura e neutralità – sono “in completa armonia con i valori europei di giustizia, apertura e democrazia” ed è per questo che l’Europa deve prendere coscienza dell’importanza della posta in gioco e mobilitarsi per vincere la sfida di internet del futuro, l’internet degli oggetti.

Solo così l’Europa potrà assicurarsi crescita, competitività, occupazione e, in ultima analisi, “controllare il proprio destino”.

 

Con il passaggio al nuovo protocollo internet – Ipv6 – che abiliterà un numero infinito di indirizzi internet, si avvicina infatti l’era del web 3.0, in cui anche gli oggetti della nostra vita quotidiana saranno connessi in rete, aprendo la strada a innumerevoli servizi di cui oggi riusciamo vagamente a comprendere la portata. Pensiamo alle etichette RFID, agli abiti intelligenti, a nuove forme di gestione dell’energia basate su internet.

 

Perché tutto questo possa concretizzarsi, la Ue deve cominciare a preparare il terreno fin da ora, sviluppando una posizione ferma su 4 punti:

 

  1. Concepire un sistema di governance per l’internet degli oggetti che sia trasparente, aperto, multilaterale e democratico. Assicurare l’accesso equo alle risorse, accordare priorità al rispetto dei dati sensibili di cittadini e imprese. Garantire la sicurezza e la stabilità delle infrastrutture critiche.

  2. Creare fiducia e sicurezza verso le reti: che si tratti della confidenzialità dei dati, di protezione della privacy o di disponibilità delle infrastrutture critiche, è necessario sviluppare misure tecniche e giuridiche ben calibrate.

  3. Assicurare che la gestione dello spettro sia flessibile ed efficace in modo da garantire la disponibilità di frequenze armonizzate per i diversi dispositivi senza fili che si interconnettono a internet.

  4. Sviluppare le regole per le future applicazioni cercando di seguire i principi dettati dagli organismi europei di standardizzazione e tenendo in conto la necessità di avanzare verso norme internazionali o interregionali.

 

Per analizzare queste sfide e stimolare un vasto dibattito europeo, la Ue ha pubblicato un documento di lavoro sul sito ‘La vostra voce in Europa‘. Le parti interessate hanno 8 settimane di tempo per inviare commenti e suggerimenti.

Entro la prima metà del 2009, dunque, la Commissione lancerà una comunicazione su internet degli ogetti partendo proprio dagli spunti offerti dalla consultazione.

 

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