Cinema e finanziamenti: recuperato il tax shelter e il tax credit  

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di Angelo Zaccone Teodosi (Presidente IsICult) e Vito Cartolano (Funzionario Servizio Legislativo Camera dei Deputati)

Italia


Cinema digitale

La notizia è di mercoledì, ma i quotidiani di oggi giovedì non la riportano con l’enfasi che merita: dopo tortuosi percorsi, annunci e smentite, “stop & go”, inversioni ad U, frenate e accelerazioni… i nostri eroi – la “strana coppia” Carlucci e Bordon – sembra proprio ce l’abbiano fatta.

Gli innovativi meccanismi di agevolazioni fiscali a favore della cinematografia stanno per ri-diventare legge dello Stato, dopo le dinamiche invero contraddittorie messe in atto nei primi mesi del Governo Berlusconi. In effetti, durante la gestazione della Finanziaria 2008, era stata la Responsabile Cultura di Forza Italia, Gabriella Carlucci , a convincere un esponente della allora maggioranza, Willer Bordon, affinché il Governo Prodi-Rutelli affiancasse al “tax credit” (voluto da Rutelli) l’ancor più innovativo provvedimento del “tax shelter” (promosso da Carlucci). I lettori di Key4biz conoscono bene la vicenda perché il quotidiano online della “community” delle tlc, dei media e internet, ne ha dato ampia informazione (Leggi articolo).

 

Apprezzato anche dal Ministro Bondi, il provvedimento pro tax credit e tax shelter è però poi caduto sotto la scure dei tagli di Tremonti, e si è giustamente scatenata una lunga, estenuante, talvolta anche confusa, polemica: Carlucci è stata accusata di rappresentare l’anima “buona” (sensibile alla cultura) del Popolo della Libertà, a fronte dell’anima “cattiva” (taglia-budget ad oltranza) rappresentata dai liberisti estremisti come Tremonti & Brunetta. Alla “pasionaria”, sono state attribuite grosse responsabilità, allorquando la parlamentare di Forza Italia si è battuta con forza estrema, arrivando ad annunciare addirittura l’intenzione provocatoria di incatenarsi per protesta di fronte alla sede del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. I produttori e gli autori, invece, hanno minacciato di non far partecipare film italiani a festival, nei prossimi mesi, per protesta, anche se poi pare la decisione fosse rientrata, al punto tale da far scrivere al tagliente Pierluigi Battista, nella sua rubrica “Finale di partita” sul “Corriere della Sera Magazine” del 10 luglio: “Fatto? No. C’è l’accordo per la Tav , anzi no, ci vorranno anni. Qui è tutto così. Come il ruggito (subito afflosciatosi) del cinema italiano contro i tagli di Bondi“.

 

A favore della reintroduzione del tax credit e del tax shelter, si è registrato, nei mesi scorsi, un coro unanime, transpartico, bi-partisan, anzi no-partisan, ovvero, insomma, “super partes”: semplicemente una oceanica unanimità!

Citiamo, per tutti, a sinistra, le prese di posizione della Cgil e del Ministro-ombra del Partito Democratico, Vincenzo Cerami.

 

Tecnicamente, questa è la ricostruzione della complessa vicenda:

 

– con il decreto legge n. 93 del 3 giugno (il primo atto economico del Governo Berlusconi), con il proposito di coprire le minori entrate derivanti dall’esenzione Ici “prima casa” e dalla detassazione degli straordinari, sono state tagliati numerosi fondi istituiti dalla  Finanziaria 2008 di Prodi;

– uno di questi tagli ha riguardato i commi da 325 a 334 dell’articolo 1 (che sono stati soppressi), della Finanziaria 2008, contenenti le norme sul credito d’imposta per gli investimenti di vari operatori (di settore o meno) nella produzione di film. Più precisamente, il taglio si trova nella lettera a) del comma 9 dell’articolo 5 del succitato decreto n. 93; è stato tagliato anche il Fondo relativo all’adeguamento tecnologico delle sale;

– formalmente, non è stato tagliato il “tax shelter” (o utili reinvestiti) posto nei commi successivi al 334, tuttavia la soppressione del “tax credit” poneva non pochi problemi applicativi anche a quest’ultimo, di fatto annullandone la portata;

– si ricorda che, più esattamente, la Legge Finanziaria per il 2008 (legge n. 244/2007) aveva – in parte – accolto quanto previsto nei diversi provvedimenti di riforma della cinematografia rimasti allo stato di proposte di legge nell’iter parlamentare, disponendo, all’articolo 1, commi 325-343, alcune incentivazioni fi scali per il settore: (1.) i commi da 325 a 336 dell’articolo 1 della Finanziaria introducevano infatti meccanismi di incentivazione fiscale a favore degli investimenti nella “filiera” del cinema, tramite “crediti d’imposta”, sia per le imprese esterne (cosiddetto “tax credit” esterno) sia per le imprese interne (cosiddetto “tax credit” interno); (2.) i commi da 337 a 341 e il comma 343 introducevano un innovativo meccanismo di detassazione degli utili reinvestiti in ambito cinematografico (cosiddetto “tax shelter”), prevedendo un limite di spesa – nel bilancio dello Stato – pari a 5 milioni per il 2008, 10 milioni per il 2009, 15 milioni per il 2010;

– nella giornata del 9 luglio, tuttavia, il Governo ha presentato al decreto legge n. 112 un emendamento soppressivo della citata lettera “a)”, riportando così in vita il “tax credit”: l’emendamento prende il numero 63.88;

– l’iniziativa di recupero è stata promossa, ancora una volta, dalla iperattiva Carlucci, e benedetta, oltre che dal Ministro Bondi, dal Sottosegretario Letta;

– la relazione tecnica allegata al provvedimento propone una quantificazione delle maggiori risorse disponibili per il settore: si tratta di 16,7 milioni di euro per il 2008 e di 66,8 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010;

– la copertura è effettuata sul fondo di reintegro delle dotazioni finanziarie istituito dal comma 4 dell’articolo 5 del decreto legge n. 93.

 

Gabriella Carlucci ha scritto, sul suo blog: “Solo qualche giorno fa il ministro della cultura del presunto governo ombra, facente capo a quel che resta del Partito Democratico, gridava allo scandalo per il mancato inserimento nel decreto Tremonti del tax schelter e delle altre agevolazioni all’industria cinematografica. Come si può verificare dagli atti parlamentari, tutti i fondi destinati al cinema e le agevolazioni previste dalla mia legge, tax shelter e tax credit compresi, sono inseriti. Questi sono fatti, il resto sono chiacchiere“.

Le categorie del cinema – Anica, Api, Agis in primis – hanno manifestato il loro plauso.

Cerami ha replicato: “Auspico che le associazioni del cinema e dello spettacolo si affrettino a ringraziare, almeno con la stessa riconoscenza dimostrata al Ministro Bondi, il Governo Prodi ed il Ministro Rutelli, per aver redatto i provvedimenti di cui oggi si giova la cinematografia italiana“. L’esimio Cerami, autore nobilissimo del cinema italiano, prende una cantonata: che rivendichi la paternità dei “tax credit” per Rutelli, ma lasci a Carlucci e Bordon la maternità / paternità del “tax shelter”. Carta canta, e come s’usa dire, “in claris non fit interpretatio”.

 

Si segnala che la positiva notizia verrà celebrata venerdì 18 luglio a Roma, in occasione della presentazione del libro promosso dalla “strana coppia” Carlucci-Bordon, tra pochi giorni in libreria, “Il mercante e l’artista. La via italiana al tax shelter”, edito per i tipi di Spirali (la casa editrice dell’intellettuale eterodosso Armando Verdiglione, fondata all’interno del progetto di Università Internazionale del Secondo Rinascimento). Un manuale tecnico-operativo ma al contempo uno strumento di riflessione sulla politica cinematografica in Italia. E’ previsto un panel di livello: Luigi Abete, Angelo Barbagallo, Sandro Bondi, Giampiero Cantoni, Aurelio De Laurentiis, Paolo Ferrari, Cristina Frua De Angeli, Matteo Garrone, Oscar Giannino, Giancarlo Giannini, Michele Placido, Riccardo Tozzi. Un elenco di relatori che, ancora una volta, conferma lo spirito “bi-partisan” dell’iniziativa promossa da Carlucci e Bordon.

 

Il libro spiega bene cosa siano “tax shelter” e “tax credit” (citiamo dal capitolo redatto da Alberto Pasquale):

 

* per “tax shelter” (letteralmente: “rifugio fiscale”, “riparo fiscale”), si intende uno schema che utilizza un incentivo fiscale. I “tax shelter” sono metodi di riduzione del reddito imponibile consistenti in una riduzione dei pagamenti dovuti all’Erario;

* per “tax credit”, si intende un sistema di credito di imposta:  anche società con pochi redditi ovvero in perdita, infatti, pagano l’Iva, le ritenute fiscali, i contributi e, quasi sempre, l’imposta regionale sulle attività produttive; il credito d’imposta funziona “in compensazione”, e pertanto non è necessario che si formi un reddito imponibile perché il credito diventi una opzione attraente: in ogni caso, in conseguenza della semplice operatività d’impresa, ci sono debiti verso l’Erario.

 

Tax shelter e tax credit non sono più una chimera. Non resta che augurarsi che l’industria italiana dell’immaginario audiovisivo sappia cogliere al meglio e mettere a frutto questa chance di sviluppo, sganciata dalle storiche pratiche dell’assistenzialismo statalista.

Per concludere, crediamo che sia azzeccata una formula classica: “e vissero così tutti felici e contenti…”.

 

 

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