Pubblicità mobile: Web 2.0 e motori di ricerca alla base di un business da 22 mld di dollari

di Alessandra Talarico |

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Riuscirà la pubblicità a conquistare anche i telefonini, senza scontrarsi con il diritto alla privacy – e con i nervi – degli utenti?

Secondo Juniper Research ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma sì, anche sui cellulari saremo bersagliati da spot, che saranno però attenti ai nostri gusti e alle nostre esigenze del momento.

 

Alla fine di quest’anno, il business della pubblicità legata alla ricerca mobile varrà 445 milioni – pari al 34% delle spese totali per la pubblicità mobile – ma nel 2013 raggiungerà quota 2 miliardi di dollari: fondamentali saranno le applicazioni e i servizi di mobile search e, quindi, quelle legate al cosiddetto ‘social web’.

 

Le applicazioni del Web 2.0, che dal web stanno iniziando a trasferirsi sul telefonino, contribuiranno ad attrarre nuovi utenti – o prosumer – non più spettatori della mobile experience ma protagonisti, con i loro contenuti e le loro community, di un mercato che fra 5 anni dovrebbe generare un giro d’affari da oltre 22 miliardi di dollari.

 

Appena gli operatori hanno iniziato ad abbandonare il modello cosiddetto ‘walled garden‘, i consumatori hanno infatti iniziato ad avvicinarsi alla navigazione via cellulare e, quindi, alla ricerca di contenuti dal telefonino, fornendo ai pubblicitari un nuovo pubblico cui rivolgersi.

Le opportunità e i canali da sfruttare per raggiungere sono parecchi. Tra questi, gli MMS e la pubblicità con immagini fisse su schermo (idle-screen) attrarranno una spesa di oltre 1 miliardo di dollari in 5 anni.

 

Secondo l’analista Windsor Holden, una singola campagna di advertising potrebbe utilizzare diversi canali all’interno dell’ecosistema mobile: dalla pubblicità idle-screen alla mobile Tv, dal display advertising agli sms.

La strada migliore sarebbe però quella di integrare le campagne che sfruttano il telefonino all’interno di progetti più ampi su diversi media, per incrementare la forza del marchio.  

 

Mentre all’inizio le campagne pubblicitarie erano più che altro realizzate ad hoc, man mano che acquistano confidenza col mezzo, gli advertiser si muovono verso l’incorporazione della pubblicità mobile all’interno di campagne pianificate, con la consapevolezza che il potenziale del telefonino come vettore di messaggi pubblicitari sta crescendo“, ha concluso Holden.

 

I Paesi che registreranno le spese più alte in pubblicità sui motori di ricerca mobile e in generale saranno quelli asiatici, seguiti dall’Europa occidentale e dagli Stati Uniti.

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