Tassa sugli smartphone: l’industria francese sul piede di guerra, ‘sullo stesso piano comportamenti leciti e illeciti’

di Alessandra Talarico |

Francia


Cellulari

Dal prossimo primo maggio, scatterà in Francia una tassa su telefonini multimediali (come l’iPhone di Apple), come già avviene per i lettori musicali portatili, che varierà da 5 a 7 euro in base al modello.

Una decisione presa a febbraio dalla commissione sulla copia privata che, oltre ad aver provocato l’ira degli industriali di settore, pone il dilemma della ripercussione del balzello sui prezzi finali agli utenti.

 

I consumatori francesi che vogliono un telefono tipo iPhone, ma non l’hanno ancora acquistato, faranno dunque meglio a sbrigarsi se non lo vogliono pagare con la contestata aggiuntina.

 

Per stabilire l’ammontare della tassa, i dispositivi saranno classificati in base a tre criteri: una memoria superiore o uguale a 128 megabytes, la possibilità di riprodurre contenuti audio-video e funzionalità proprie di un lettore musicale come lo scorrimento dei titoli dei brani.

 

Per i cellulari in grado di leggere video, la tariffa è la stessa praticata per i lettori musicali: 5 euro fino a un gigabyte, 6 euro fino a 5 Gb e 7 euro fino a 10 Gb.

Ad esempio, all’iPhone che dispone di una memoria da 8 Gb, verrà applicata una tassa di 7 euro.

 

I telefonini dotati unicamente di funzioni pari a quelle di un lettore MP3, saranno i meno tassati: 1 euro per 128 megabytes di memoria, 2 euro fino a 256 Mb, 4 euro da 384 a 512 Mb, e così via.

 

Queste tariffe sono comunque provvisorie, in attesa dei risultati di uno studio sull’effettivo uso delle funzioni di riproduzione audio-video dei telefonini, e potranno essere ritoccate entro al massimo il 31 dicembre 2008, con l’eventuale aggiunta di altri telefonini anche meno avanzati.

 

Un metodo apertamente contestato dagli industriali dell’elettronica di consumo che a febbraio hanno annunciato l’uscita dalla Commissione sulla copia privata. Per gli industriali, la decisione di tassare i telefonini senza uno studio preliminare “conferma il cattivo funzionamento di questa istanza”.

 

Secondo Bernard Heger, delegato generale del sindacato degli industriali hi-tech (Simavelec), “La vera questione è: la gente che usa questi telefonini, effettua copie legali o illegali?”.

Agendo così, aggiunge, “Si mettono sullo stesso piano comportamenti leciti e illeciti”.

 

Di uguale tenore il commento del Sindacato nazionale dei supporti dell’immagine e dell’informazione (SNSII): “Con questa decisione si applica una tassa prima di sapere l’uso su cui si applica”, ha spiegato il segretario generale Marc Héraud, che sottolinea come in questo modo nn si tenga conto della pirateria musicale.

 

Il Sindacato degli industriali di prodotti audiovisivi elettronici ha quindi confermato l’intenzione di ricorrere al Consiglio di Stato, come annunciato a febbraio.

“Pensiamo di presentare una procedura per direttissima, per poter agire con urgenza e fermare tutto questo il prima possibile”, ha dichiarato Heger.

“E’ una questione di principio: stabilendo una tassa in questa maniera, ci si ‘auto-concede’ del denaro” e questo è evidentemente comodo, ma contrario al rispetto dei consumatori finali.

 

Resta da sapere come gli operatori mobili reagiranno all’introduzione di questa tassa: Orange ha fatto sapere di non aver preso ancora alcuna decisione.