Tlc: la Ue deferisce Polonia e Belgio alla Corte di giustizia. Autorità di regolamentazione non indipendenti

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Unione Europea


Corte di Giustizia europea

Nel quadro di una nuova tornata di procedure di infrazione alla normativa sulle telecomunicazioni, la Commissione europea ha deciso di rinviare due casi alla Corte di giustizia europea ed ha avviato due nuove procedure di infrazione. Sono stati inoltre inviati tre pareri motivati (la seconda fase della procedura di infrazione) e sono stati chiusi otto casi di infrazione. La questione principale al centro di questa nuova tornata di procedure di infrazione nel settore delle telecomunicazioni è l’indipendenza delle autorità nazionali di regolamentazione.

 

“L’indipendenza delle autorità di regolamentazione è il cardine di un dispositivo di regolamentazione efficace e di una regolamentazione equa che tuteli gli interessi della concorrenza e dei consumatori. Per questo motivo la Commissione non può tollerare violazioni all’indipendenza delle autorità nazionali di regolamentazione nel settore delle telecomunicazioni, prescritta dalla normativa UE”, ha dichiarato Viviane Reding, Commissario per le telecomunicazioni.

“Sono spiacente pertanto di dover deferire quest’oggi la Polonia alla Corte di giustizia europea a causa della persistente mancanza di indipendenza dell’autorità di regolamentazione polacca nel settore delle telecomunicazioni. Anche l’autorità di regolamentazione lussemburghese dovrà provvedere a introdurre una chiara divisione delle competenze tra funzioni di regolamentazione e proprietà, in caso contrario saremo costretti molto presto a deferire anche il Lussemburgo alla Corte di giustizia. Vorrei invece osservare che nel frattempo la Slovacchia ha dato seguito alle riserve formulate dalla Commissione modificando la normativa nazionale in modo da attribuire all’autorità di regolamentazione slovacca tutta l’indipendenza di cui ha bisogno per assolvere efficacemente i suoi compiti. Si tratta di una modifica che accrescerà la concorrenza in Slovacchia e consentirà in futuro ai consumatori di servizi di telecomunicazioni di beneficiare di condizioni migliori.”

 

A seguito delle decisioni adottate dalla Commissione, la Polonia verrà deferita alla Corte di giustizia europea dato che le modifiche alla normativa introdotte nell’agosto 2006 non conferiscono ancora piena indipendenza all’autorità nazionale di regolamentazione, come richiesto dalle norme europee. Il governo polacco controlla ancora quote importanti in una serie di società di telecomunicazioni, e il presidente del Consiglio dei Ministri può a sua assoluta discrezione rimuovere il capo dell’autorità nazionale di regolamentazione, compromettendone pertanto l’efficacia.

 

La Commissione ha anche inviato una lettera di costituzione in mora (la prima tappa della procedura di infrazione) al Lussemburgo in merito alla mancanza di indipendenza dell’autorità di regolamentazione lussemburghese. Infatti, i funzionari hanno attualmente sia funzioni di regolamentazione che funzioni di gestione di un operatore.

 

Il caso nei confronti della Slovacchia è stato chiuso, dato che le quote detenute dal ministero nell’operatore storico sono state trasferite ad un altro organismo, assicurando così la separazione tra funzioni di regolamentazione e funzioni di gestione.

 

Il Belgio viene deferito alla Corte di giustizia per questioni relative al servizio universale. Rimangono ancora aperti i problemi legati al meccanismo di finanziamento delle tariffe sociali, riguardanti in particolare il calcolo dei costi netti e l’onere eccessivo a carico degli operatori. Nel frattempo, è stato aperto un caso nei confronti della Polonia, dove la legislazione in materia di contratti stipulati con i consumatori ha una portata superiore alle disposizioni della direttiva sul servizio universale. La direttiva riconosce agli abbonati il diritto di recedere dal contratto senza penali in caso di modifica delle condizioni contrattuali.

 

Alla Polonia è inoltre stato inviato un parere motivato per aver mantenuto la regolamentazione del mercato al dettaglio della banda larga senza condurre l’analisi di mercato imposta dalla normativa UE. Altri due pareri motivati sono stati inviati a Portogallo e Cipro. Il primo riguarda l’esclusione a priori degli operatori diversi dall’operatore storico dalla fornitura del servizio universale, esclusione che non consente una procedura di selezione aperta; il secondo riguarda invece le difficoltà incontrate dagli operatori di telefonia mobile ad ottenere i diritti di passaggio.

 

La Commissione ha potuto chiudere le procedure nei confronti di Belgio, Danimarca, Germania, Lussemburgo, Lettonia e Portogallo, perché il loro primo ciclo di analisi di mercato è stato considerato completo. È stato inoltre chiuso il caso nei confronti del Belgio riguardante il regime relativo agli obblighi di trasmissione per gli operatori via cavo della Comunità francofona (cfr. IP/06/948), perché la legislazione in oggetto è stata annullata dalla Corte costituzionale belga.

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