PA: operativo ‘SPC’, la più grande rete telematica pubblica in Europa progettata e realizzata dal CNIPA con i principali operatori nazionali

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Più che dimezzata la spesa annuale, ma aumentate notevolmente capacità, sicurezza ed efficienza della rete.

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PA digitale

Il Sistema Pubblico di Connettività e Cooperazione (SPC), una delle più grandi infrastrutture telematiche pubbliche nel mondo e la maggiore in Europa, che permette qualsiasi tipo di comunicazione – dati, fonia ed immagini – tra le Pubbliche amministrazioni centrali, è diventato operativo nei tempi previsti dal Codice dell’Amministrazione Digitale.

Lo hanno reso noto Luigi Nicolais, ministro per le Riforme e le Innovazioni nella PA, e Fabio Pistella, presidente del CNIPA, l’organismo che ha elaborato e realizzato il progetto in collaborazione con i principali operatori nazionali sia di telecomunicazioni che di informatica.

 

“La reingegnerizzazione dei processi nella Pubblica Amministrazione dispone oggi dell’infrastruttura nazionale, il Sistema Pubblico di Connettività e di Cooperazione applicativa, in grado di supportarne l’attuazione e consentire lo scambio di comunicazioni, dati e servizi in modalità telematica, dalla connessione in rete ai servizi evoluti della PA”, ha dichiarato il ministro Nicolais, ricordando che “…l’infrastruttura opera secondo modelli organizzativi e tecnologici condivisi che favoriscono l’interoperabilità delle Amministrazioni centrali e locali. L’integrazione del patrimonio di dati e processi sarà l’elemento di innovazione percepibile dal cittadino e dal mondo produttivo”.

 

Contestualmente è diventata attiva anche l’estensione all’estero dell’SPC, la Rete Internazionale della Pubblica Amministrazione italiana (RIPA) che, con le stesse modalità di efficienza, protezione e sicurezza, collega 450 sedi della PA presenti in oltre 120 Paesi stranieri. Lo scambio di dati e comunicazioni consente già ad ambasciate e consolati anche il rilascio del passaporto elettronico. Con la sua nascita SPC si accinge a sostituire la RUPA-Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione (attiva dal 1999) utilizzando 16.000 collegamenti ad alta velocità necessari per connettere 58 domini delle amministrazioni centrali e oltre 200 amministrazioni territoriali.

 

“La realizzazione di questo complesso sistema digitale non ha comportato oneri per investimenti da parte dello Stato ma, anzi, da un lato determina il conseguimento di notevoli risparmi e, dall’altro, l’acquisizione di una capacità cooperativa senza precedenti tra Amministrazioni”, ha precisato il ministro Nicolais, rilevando che “la spesa annuale della Pubblica Amministrazione centrale per la propria interconnessione dati (svoltasi sinora mediante la RUPA) si è così più che dimezzata, pas-sando da 130 milioni di euro del 2005, anno d’avvio del progetto, a 54 milioni di euro attuali, ma con prestazioni incrementate”.

 

La capacità di trasporto (banda aggregata) è infatti passata da 29,3 Gigabit/sec a 70 Gigabit/sec. Le Amministrazioni hanno acquisito risorse economiche per i servizi di sicurezza, per l’inserimento anche del VoIP (il cui utilizzo è disposto dalla Legge Finanziaria 2008) e delle telecomunicazioni wireless presenti nelle offerte di servizi SPC.

 

“Con queste due infrastrutture l’Italia si pone all’avanguardia nel mondo e la sua Pubblica amministrazione dispone di requisiti tecnologici e funzionali paragonabili, se non superiori, ai più competitivi settori privati”, ha spiegato Fabio Pistella sottolineando che “entrambe le reti, che costituiscono un unico sistema logico, si basano sull’uso del protocollo Internet e sono progettate per trasportare qualsiasi tipo di comunicazione: dati, fonia ed immagini”.

 

L’innovazione tecnica, amministrativa e gestionale dell’SPC, ha proseguito Pistella, “ha il suo apice nella realizzazione della rete nazionale da parte dei quattro principali operatori presenti in Italia – Fastweb e EDS, BT-Italia, Wind e Telecom Italia – i quali per la prima volta adottano la stessa tipologia di servizi e addirittura i medesimi listini economici, cooperando fra loro nell’ambito della società consortile QXN, costituita per rendere compatibili le reti di telecomunicazioni dei quattro operatori in tutte le tipologie dei servizi erogati”.

 

In sostanza con SPC, “si è dimostrato che le aziende, pur in una logica di forte competizione sul mercato, possono collaborare in modo costruttivo con servizi che vanno a beneficio dello Stato e, quindi, del Sistema Paese ha aggiunto il presidente del CNIPA”.

 

“Varato il sistema nazionale, ora comincia la seconda fase che comporta la trasformazione dell’SPC in una “rete federale” per la sua estensione compatibile con le reti di telecomunicazioni delle amministrazioni delle Regioni, Province, i Comuni, Comunità Montane e gli altri enti locali, mettendo in contatto tutte le amministrazioni pubbliche del Paese e permet-tendo, pertanto, di realizzare una completa cooperazione applicativa nello scambio di dati, di cui a beneficiarne saranno soprattutto cittadini ed imprese”, ha ricordato la sen. Beatrice Magnolfi, che ha la delega per l’innovazione.                                                 

 

A regime si realizza, inoltre, il primo sistema di governo nazionale che realmente integra dati e fonia sulle reti di teleco-municazione con notevoli risparmi e con i vantaggi di un’integrazione dei servizi: oltre 1 milione di telefoni e più di 550 mila personal computer dell’Amministrazione centrale che useranno le stesse infrastrutture ottimizzate.

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