Dividendo digitale: Reding, ‘Nessuna asta per le frequenze utilizzate per servizi di interesse generale’

di Raffaella Natale |

Il Commissario Ue sostiene la necessità un New Deal tra gli attori della convergenza.

Unione Europea


Viviane Reding

Ha parlato di convergenza il Commissario Ue per la Società dell’Informazione e Media, Viviane Reding, in occasione del convegno organizzato a Capri dall’Agcom il 18 e il 19 ottobre.

La Reding ha sottolineato l’impossibilità di poter tenere oggi separati l’audiovisivo e le tlc, davanti a servizi e contenuti sempre più convergenti.

Così come non è più possibile rimanere strettamente ancorati ai propri confini nazionali, quando le tecnologie digitali hanno abbattuto le frontiere.

Allo stesso tempo, ha però sottolineato il Commissario, non si può pensare a una regolamentazione unica per l’audiovisivo e le comunicazioni elettroniche che rispondono a logiche differenti.

“…Pensare ‘convergente’ per me significa rimuovere i tabou“, ha commentato, aggiungendo: “E’ una nostra responsabilità verso i cittadini e le imprese: creare le condizioni perché si sviluppino nuovi servizi a prezzi abbordabili, garantire l’accesso e sostenere le nostre aziende perché siano più forti e competitive”.

“…L’Europa non può permettersi scelte sbagliate per un mercato mondiale che vale 2.700 miliardi di euro. In questo contesto, lo spettro radioelettrico è uno degli strumenti che consentono la diffusione di servizi a valore aggiunto per i settori media e tlc e quelli che dipendono dalle frequenze hanno un’importanza sociale ed economica forte visto che nella Ue valgono 250 miliardi di euro, cioè il 2,5% del nostro PIL”.

Queste le ragioni per cui la Reding considera il dividendo digitale di “importanza primordiale“. E rassicura i player sostenendo che non impedirà ai broadcaster di sviluppare offerte legate all’interattività e all’alta definizione. Ha quindi ricordato la “Direttiva sui servizi dei media audiovisivi senza frontiere” che darà una ventata di novità al settore, ma anche l’impegno preso con Mario Monti nel 2001 per dare alle Tv pubbliche sicurezza giuridica per i finanziamenti dello Stato e per sviluppare nuove soluzioni, specie online.

“…Mi rendo conto – ha evidenziato – che i servizi audiovisivi spesso non hanno, a livello mondiale ed europeo, il peso economico delle tlc: il rapporto in termini di entrate è di 1 a 4. Però ho incoraggiato il dialogo tra i settori e sostenuto una politica europea di appoggio ai contenuti online. E’ evidente che in questo senso resta essenziale la competenza degli Stati membri di definire, il più precisamente possibile, la mission dei loro broadcaster pubblici“.

La Reding ha poi informato che non intende mettere all’asta le frequenze utilizzate dai broadcaster per fornire servizi di interesse generale.

“…Desidero invece avviare un confronto aperto sul dividendo digitale, per poterlo utilizzare al meglio, penso alla Tv digitale e in alta definizione, alla Tv mobile e soprattutto all’internet mobile per colmare il gap tecnologico”.

“…Guardiamo con attenzione le frequenze disponibile e valutiamo le applicazioni interessanti in termini sociali, culturali ed economici e come svilupparle rapidamente a vantaggio dei cittadini e dell’industria europea”.

Sì, quindi, al dialogo, perchè “…tutti gli attori della convergenza hanno da guadagnare da un New Deal sulle frequenze”.

“…Credo che sia indispensabile – ha concluso il Commissario Ue – gestire efficacemente le frequenze in Europa e scrivere una carta sugli usi effettivi e i casi di uso inefficace, prendendo in considerazione le potenziali differenze nazionali. Le frequenze sono troppo limitate e preziose per non farne un uso ottimale“. Senza dimenticare che “…l’idea di un uso più flessibile ed efficace delle frequenze non deve realizzarsi a svantaggio della sicurezza giuridica né delle competenze delle autorità nazionali di regolamentazione”.

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