Servizi integrati fisso-mobile: Guindani, ‘Non ci sono motivi per ostacolare un prodotto pro-competitivo’

di Alessandra Talarico |

Italia


Pietro Guindani

L’amministratore delegato di Vodafone Italia, Pietro Guindani, è intervenuto in merito ai nuovi sviluppi del tormentato servizio Vodafone Casa Numero Fisso, che – secondo quanto riportato dalla stampa – insieme al servizio Unico di Telecom Italia sarebbe stato oggetto di uno stop da parte della Commissione europea.

 

“Non c’é nessun motivo per ostacolare un servizio pro-competitivo e a favore del cliente”, ha affermato Guindani, sottolineando che il servizio ha ottenuto dall’Authority un via libera condizionato proprio ai pareri di Bruxelles e dell’Antitrust.  

 

Nella lettera firmata dai direttori generali per la Società dell’Informazione e i Media, Fabio Colasanti, e per la Concorrenza, Philip Lowe, l’esecutivo riferisce di avere valutato attentamente le bozze di provvedimento inviate dall’Agcom “al fine di raggiungere delle conclusioni preliminari riguardanti le procedure comunitarie da seguire”.

 

Per Guindani, tuttavia, si tratta di una decisione senza precedenti: “Non ci risulta – ha precisato – che per avviare servizi fissi via radio siano necessarie questo tipo di procedure”, le quali di fatto non hanno riguardato il lancio dello stesso servizio in altri paesi europei.

 

“Nei Paesi in cui sono stati lanciati – Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Ungheria e Romania, non è avvenuta nessuna procedura di consultazione con l’Unione europea, che è favorevole a servizi concorrenziali nella telefonia fissa, e i clienti sono ormai 10 milioni, di cui 5 Vodafone“, ha quindi aggiunto l’ad della società italiana, che si dice “tranquillo, in attesa della delibera finale dell’Agcom, dopo la quale il servizio  potrà partire”.

 

L’Agcom, che a dicembre dello scorso anno aveva effettuato una consultazione pubblica proprio per valutare la modalità di fornitura dei servizi integrati fisso mobile, nell’ambito del contenzioso che vede contrapposti Vodafone Italia e Telecom Italia, non ha ancora pubblicato i propri provvedimenti, ma ne ha inviato le bozze a Bruxelles.

 

L’Autorità intende adottare misure specifiche per ognuna delle due società, riguardo la regolamentazione dei servizi sia al dettaglio che all’ingrosso.

Per il servizio Vodafone si tratta di misure relative all’uso delle frequenze, ai ‘numeri geografici’, alla portabilità del numero e all’identificazione delle chiamate entranti, nonché ai costi di terminazione delle chiamate.

Per ‘Unico’, invece, l’Agcom intende imporre a Telecom Italia di definire accordi d’interconnessione con altri operatori fissi o mobili su una base equa, ragionevole e non discriminatoria.

 

Qualsiasi misura verrà adottata, ricorda comunque Bruxelles, potrà essere imposta soltanto se venisse riconosciuto agli operatori un significativo potere di mercato, a seguito di una procedura di analisi di mercato. Le misure dovranno poi essere comunicate alla Commissione, come accaduto in Germania per ‘Vodafone Zuhause‘.

 

Il gruppo Vodafone, intanto, è alle prese con un’altra spinosa questione, legata al pressing che alcuni azionisti stanno effettuando sul management per la cessione di Verizon Wireless.

Le attività americane, però, non verranno cedute, così come ha stabilito la maggioranza degli investitori, che hanno così respinto la mozione degli ‘attivisti’ di ECS.

 

La partecipazione di Vodafone in Verizon Wireless si attesta al 45% del capitale. A marzo dello scorso anno, Vodafone ha rifiutato per la sua quota nell’operatore, un’offerta da 40 miliardi di dollari avanzata da Verizon Communication. Già da allora gli azionisti hanno iniziato a storcere il naso, ma per Arun Sarin, la quota nella società non si tocca, dal momento che Verizon Wireless “ha generato negli ultimi anni un notevole aumento di valore per gli azionisti, grazie alla posizione di leader sul mercato wireless statunitense, alla crescita superiore e alla capacità di creare liquidità”.

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