MVNO al convegno Anuit: vecchi e nuovi operatori guardano alla concorrenza ed alla convergenza fisso-mobile

di di Raffaele Barberio |

Stefano Mannoni (AgCom): 'Vigileremo in modo forte e determinato perché gli MVNO non vengano utilizzati come cavalli di Troia per nascoste pratiche anticoncorrenziali'.

Italia


Mvno

Nei giorni scorsi si è tenuto a Roma, nella solenne cornice di Palazzo San Macuto, il convegno organizzato dall’ANUIT sul tema degli operatori mobili virtuali (MVNO), un confronto tra operatori, istituzioni ed utenti sui principali aspetti legati al lancio dei primi servizi.

 

“La riflessione fatta sulle prospettive che conseguono all’introduzione dei primi Operatori Mobili Virtuali ha consentito un approfondito e franco confronto tra Autorità di controllo, Operatori licenziatari, Operatori non dotati di infrastrutture e Utenti – ci ha dichiarato Sergio Antocicco, Presidente di Anuit ed organizzatore dell’evento – L’Antitrust ha annunciato che l’istruttoria in corso sul tema degli Operatori Virtuali si concluderà il 10 agosto e, dopo il parere dell’AGCOM, sarà resa pubblica”.

 

“I vincoli posti all’attivazione di Operatori Mobili Virtuali – ha proseguito Antocicco nel suo intervento introduttivo – erano una conseguenza del fatto che la priorità principale era la realizzazione dell’infrastruttura di rete, che comportava costi molto rilevanti per gli Operatori Mobili, a differenza della situazione della rete fissa, il cui costo di realizzazione era stato, in pratica, già pagato nel periodo del monopolio. Per gli MVNO si sta prefigurando, in Europa, una situazione analoga a quella che si è verificata, per la rete fissa, a seguito della liberalizzazione del settore TLC”.

“Infatti – ha aggiunto – la crescita tumultuosa del numero di Operatori di rete fissa ha attivato fenomeni di reazione del mercato, che ha effettuato la selezione per lasciar sopravvivere solo alcuni.E’ probabile che un fenomeno analogo si verificherà anche per gli MVNO“.

 

Lo scenario europeo sugli MVNO è stato tracciato da Raffaele Giarda, Partner dello studio legale Baker & McKenzie, secondo cui “…Il trend europeo di sviluppo degli operatori alternativi – dall’MVNO all’Air Time Reseller, per seguire la puntuale classificazione svolta dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni nelle delibere 46/06 e 544/00 – sembra aver iniziato concretamente il proprio corso anche in Italia, sia a seguito delle aperture ulteriori e della capacità persuasiva della delibera 46/06 sia per effetto della pressione esercitata dall’istruttoria dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nel febbraio 2005.  Del resto, mentre in Italia si affacciano sul mercato operatori virtuali come Coop, Carrefour, BT Italia e, in prospettiva, Poste Italiane, in altri paesi europei gli MVNO rappresentano una realtà più o meno attiva a seconda del grado di apertura del mercato, del livello complessivo dei prezzi e dell’assetto regolatorio. Oltreoceano, sarà interessante verificare se e come gli Stati Uniti – dove gli MVNO sia di nicchia sia rivolti al mass market, come Disney Mobile, Kajeet, Helio, o TracFone Wireless e Virgin Mobile USA sono una realtà operativa con interessanti quote di un mercato eventualmente ancora in grado di crescere – potranno trarre spunti e possibili insegnamenti dall’esperienza europea e, adesso, in particolare da quella italiana“.

 

Sono poi seguiti gli interventi istituzionali.

Per Antonio Pilati, commissario dell’Antitrust, siamo oggi nella condizione di storicizzare lo stato dello sviluppo delle tlc, a 13 anni dal lancio dei servizi mobili e a 10 anni dalla liberalizzazione della telefonia fissa. “…E’ un periodo sufficientemente lungo per trarne dei precisi trend e dare dei primi giudizi in prospettiva storica…Dopo una prima fase contraddistinta dagli investimenti sulle infrastrutture e nel sostegno delle azioni di marketing – ha dichiarato Pilati –  abbiamo assistito alla nascita di servizi e prodotti nuovi, con annessi alcuni fenomeni sociali del tutto imprevisti, come il successo degli SMS…Ora abbiamo davanti a noi un mercato maturo, che a cavallo della metà di questo decennio sta registrando una nuova impennata tecnologica che apre nuove possibilità di mercato, penso al wi-fi ed al wimax, che indicano nuove fonti di ricavi…In questo contesto vanno posti i lanci dei nuovi servizi di MVNO…”.

 

E, in questa chiave, non poteva naturalmente mancare un riferimento all’istruttoria in corso: “…L’Antitrust ha aperto come è noto un’istruttoria per posizione dominante collettiva, scaturita dal loro rifiuto a contrarre accordi con soggetti che chiedevano di fare il servizio mobile virtuale…l’istruttoria è in via di conclusione, prevista per il 10 agosto…ma l’ultimo mese sarà dedicato ai pareri da parte dell’Agcom e della UE…E’ naturale che l’istruttoria abbia dato impulso al processo di nascita degli operatori virtuali, una figura destinata ad espandersi grazie all’aggressività commerciale dei nuovi entranti ed alla possibilità per gli operatori infrastrutturati di potersi concentrare sui nuovi servizi…Tutti elementi, questi, che indicano un buon mercato, in forte sviluppo, solido ed interessante“.

 

E’ quindi intervenuto Stefano Mannoni, commissario AGCom, che ha precisato il tono personale delle considerazioni da egli espresse: “…Come è noto il mercato 15 è il segmento in cui ricadono i servizi di MVNO, su questo segmento la posizione dell’Autorità è stata per così dire dinamica….Senza dubbio ci siamo sbagliati nel pensare inizialmente che si potesse fare affidamento alla moral-suasion sugli operatori mobili perché questi aprissero le proprie reti – ha dichiarato Mannoni – Ciò era dovuto a considerazioni scaturite dalla presenza in Italia, caso inusuale se si pensa al resto d’Europa, di 4 operatori mobili infrastrutturati. In effetti ci siamo sbagliati…Ma questo indica anche come sia errato oggi pensare che lo stato delle cose sia sufficientemente maturo per abbattere i cosiddetti paletti della regolazione ex-ante, per concentrarsi su quelli ex-post. E’ sbagliato, perché l’esperienza dimostra come nascono subito i problemi di concorrenzialità…. Quindi la rimozione dei vincoli ex-ante non può che essere considerato un errore….Del resto, come Autorità avevamo sollecitato i mobili ad aprire la rete agli operatori fissi, per favorire la convergenza fisso-mobile…..anche perché gli operatori mobili hanno un innegabile maggior vantaggio competitivo…”

“…In un certo senso la telefonia fissa rischia di essere una sorta di Cenerentola del panorama complessivo, perché il segmento del fisso in Italia non ha sviluppato quei livelli di competitività registrati invece in molti Paesi europei: basti pensare alla quota di mercato di Telecom Italia sul fisso del 70%…e se si considera poi che in seno alla stessa struttura societaria di Telecom Italia è presente la divisione mobile, emerge un ulteriore dato di cui non si può non tener conto….”.

“…Nonostante la nostra attività capillare verso i mobili – ha concluso Mannoni – abbiamo atteso sei mesi, mesi in cui sono letteralmente piovute richieste di servizi convergenti fisso-mobile da parte di operatori fissi ed ISP…In questo contesto, l’avvio dei primi servizi di MVNO appare come un importante elemento di spinta concorrenziale…Certo possono esservi dei rischi, ma vigileremo in modo forte e determinato perché gli MVNO non vengano utilizzati come “cavalli di Troia” per nascoste pratiche anticoncorrenziali…”.

 

Ai due interventi istituzionali è seguita la tavola rotonda cui hanno partecipato operatori di fisso, di mobile e operatori virtuali.

 

Gli operatori virtuali hanno inevitabilmente attratto le attenzioni delle imprese commerciali. Importante da questo punto di vista l’opinione dell’associazione più importante del settore. Per ConfCommercio è intervenuto Gianfranco Ruta: “…in tema di MVNO ritengo utile tratteggiare alcuni elementi di scenario ponendomi dall’angolo visuale di chi si affaccia al nuovo business e non da quello, più frequentemente utilizzato, di chi è già presente nell’arena competitiva del radiomobile”

 

Viene da chiedersi perché un’impresa che opera in settori piuttosto lontani dal business delle TLC dovrebbe diventare un MVNO e che cosa potrebbe favorirne il successo. Insomma cos’è che spinge le strutture commerciali della grande distribuzione organizzata a diventare operatori mobili virtuali?

 

“A questo fine evidenzierei tre elementi di scenario: 1) la diffusione non solo della telefonia mobile ma anche del wireless come fenomeni di mass-market; 2) la natura e la dimensione delle innovazioni, anche non tecnologiche,  che si verificano nel settore dei servizi e nella distribuzione commerciale in particolare; 3) i punti di forza dei nuovi operatori, nello specifico la GDO, sui quali basare una strategia di successo“.

 

E volendo essere più puntuali?

 

“Gli asset strategici della distribuzione commerciale sui quali definire il posizionamento del business MVNO sono abbastanza evidenti – ha proseguito Ruta – Se si esamina il mix complessivo delle caratteristiche del prodotto-servizio commerciale, emergono quattro aspetti. In primo luogo la forza del brand, nel senso della sua immagine in termini di qualità, trasparenza ed altri elementi di tipo valoriale. Il secondo è la capillarità della rete di punti di vendita e la continuità di relazione diretta con il cliente. Il terzo è la qualità del servizio di customer care, di norma particolarmente sviluppato nella GDO. Il quarto deve essere l’integrazione con nuovi servizi offerti al consumatore. Il solo servizio voce non sembra sufficiente, presentando elevati rischi sul piano della competizione di prezzo e di erosione dei margini. Insomma, essere MVNO non significa solo mettere SIM negli scaffali ma fornire ai consumatori un’offerta conveniente, trasparente, di qualità e possibilmente integrata, utilizzando la telefonia come supporto od assieme ad un complesso di servizi. Al riguardo anche il segmento B2B potrebbe presentare diversi motivi di interesse. Si pensi al caso dei Cash&Carry che potrebbero sviluppare una proposta per la propria clientela, integrata da servizi dedicati alle imprese di minore dimensione”.

Insomma – ha concluso Ruta – il consumatore e le PMI sempre più al centro di un’offerta articolata e conveniente in un gioco che, senza essere troppo ottimisti, si dimostrerà nel tempo a somma positiva”.

 

Altro intervento atteso quello di Giuseppe Bonacina di BT Italia. Grande marchio delle Tlc internazionali, che opera in Italia con successo esclusivamente nel segmento business della telefonia fissa, BT Italia è ora anche operatore virtuale, grazie ad un accordo particolarmente innovativo sottoscritto con Vodafone.

 

In quale contesto si pone la strategia di BT per quanto riguarda la mobilità e l’MVNO?

 

La strategia di BT è volta a far sì che la comunicazione sia  semplice ed efficace, perfettamente inserita in una realtà in cui alle telefonate si aggiungono tanti altri modi di interagire: messaggi di testo, messaggi di posta con contenuti di testo e multimediali, messaggi vocali e istantanei – ci ha dichiarato Giuseppe Bonacina – Tutto questo può avvenire fra due o più persone, in audio o anche in video, ovunque ci si trovi e qualunque sia il terminale che si sta utilizzando. In ogni momento è possibile conoscere qual è il modo preferito di interagire della persona con cui si vuole comunicare, sia dall’ufficio, che da casa, che in mobilità. La persona è sempre raggiungibile, senza però mai essere disturbata. I vantaggi sono molteplici: si riduce il numero dei viaggi, si riduce l’uso della rete, il lavoro diventa sempre più flessibile, si aumenta la produttività e si migliora la qualità della comunicazione“.

 

Una vision attraente, senza dubbio, ma come e quando la vision di BT può diventare realtà?

 

Per BT tutto ciò è già realtà grazie a BT Corporate Fusion, il servizio convergente fisso-mobile, in cui convergono e si fondono due mondi fino ad oggi fatti a silos verticali, quello delle Communications  e della Collaboration, che danno vita alla Unified Communicaton, dove tutto si svolge in mobilità, all’interno dell’azienda grazie alla copertura Wi-Fi ed al di fuori grazie alle reti GSM/UMTS. Il telefono mobile, diventa così il One Phone, l’oggetto che abilita tutti questi nuovi servizi dando il massimo della libertà e della semplificazione. I vecchi oggetti specializzati come il desktop phone, gli apparati di audio conferenza ecc. vanno in pensione. In BT siamo convinti che questi siano i nuovi servizi per le imprese che vogliono state al passo con l’innovazione e vincere la sfida dei mercati“.

 

E quali sono i vantaggi principali per le aziende clienti ?

 

“…I vantaggi sono molteplici ed evidenti. Aumento della produttività delle persone e delle aziende, riduzione dei costi e degli investimenti, una gestione semplificata e più efficace delle policy di sicurezza aziendale…”.

“…La mobilità porta alla flessibilizzazione del lavoro: indipendentemente dalla sede o dall’ufficio, il nuovo lavoratore flessibile porta con sé non solo il proprio numero interno aziendale e le configurazioni di centralino, ma anche il proprio desktop con relative applicazioni. Un servizio che funziona anche da casa: basta avere un collegamento a larga banda. BT UK ha calcolato che la flessibilità del proprio personale ha aumentato la produttività del 31%, facendo diminuire la necessità di postazioni fisse…“.

 

Presente al tavolo, con Fabrizio Gorietti, anche Telecom Italia, partner di Coop nel servizio di MVNO lanciato da quest’ultimo nelle scorse settimane.  

 

“…Telecom Italia considera la recente apertura del mercato della telefonia mobile italiana agli operatori virtuali una significativa opportunità di business, un nuovo segmento di mercato attraverso il quale è possibile generare ricavi incrementali – ha esordito Gorietti –  Per questo motivo abbiamo adottato una strategia di apertura nei confronti dei potenziali operatori virtuali che ci ha portato ad essere la prima azienda a concludere un accordo in tal senso: Coop è stato il primo operatore mobile virtuale italiano ed è stato lanciato su rete TIM…“.

 

Quale successo prevede Telecom Italia per il nuovo servizio lanciato da Coop? 

 

“….Il successo di un operatore mobile virtuale dipende, secondo Telecom Italia dalla presenza di un brand forte, conosciuto presso la clientela, che deve essere sufficientemente ampia e la disponibilità di una rete distributiva solida. In sostanza un rapporto diretto con i propri clienti…”.

“…La scelta di Coop risponde a queste caratteristiche – ha concluso Gorietti – Il supporto fornito da TIM ha permesso a Coop un lancio dei propri servizi in tempi contenuti, contribuendo a creare le condizioni per un ingresso di successo sul mercato…“.

 

Il punto di vista degli ISP è stato rappresentato da  Gianmarco Carnovale di AIIP, l’Associazione Italiana degli Internet Provider,

 

Quali le valutazioni complessive sul settore, secondo gli ISP?

 

“…Un mercato rimasto purtroppo recintato per troppo tempo, come quello del mobile, ha finalmente trovato nell’evoluzione tecnologica che sta portando alla convergenza Fisso-Mobile il grimaldello per scardinare il lucchetto del recinto…”

“…In uno scenario in cui le reti wired, mobili e wifi (e domani wimax) si alternano e confondono continuamente nell’offrire accesso agli utenti, e sul quale accesso vengono offerti servizi che in un futuro prossimo saranno tutti IP-based, gli operatori mobili non possono pensare di essere i soli ad offrire convergenza godendo della possibilità di estendere facilmente il proprio gioco a mercati dove l’obbligo di offerta all’ingrosso in capo all’incumbent è da tempo regolamentato…”.

 

Quali le richieste di AIIP?

 

“In virtù di ciò – ha concluso Carnovale – AIIP ritiene che sia necessaria ed urgente una regolamentazione ex-ante del mercato mobile, regolamentazione che imponga a qualsiasi operatore mobile che intenda offrire bundle di servizi fisso-mobili di pubblicare delle offerte wholesale trasparenti e segmentate (tra Airtime reseller/ESP/Full MVNO), nonché non discriminatorie, accessibili a tutti gli operatori di rete fissa, con obblighi chiari di piena replicabilità delle offerte dell’operatore ospitante”.

 

Per gli operatori mobili era presente anche 3 con Edoardo Verduci.

 

H3G Italia è stata tra le prime a credere nel business del wholesale e degli operatori virtuali  – ha esordito Verduci – sia in considerazione della propria quota di mercato che comporta un ridotto rischio di cannibalizzazione, sia per incrementare il traffico sulla sua rete di terza generazione, elemento indispensabile per chiunque voglia entrare nell’arena competitiva dei Virtual Operator non solo per offrire servizi voce, ma piuttosto per introdurre sul mercato servizi nuovi e ad alto valore aggiunto per il consumatore finale“.

Il mercato italiano – ha proseguito Verduci – ha caratteristiche precipue rispetto ad altri mercati europei, dove il fenomeno degli MVNO si è diffuso grazie alle alte tariffe applicate sulla voce ed alla bassa diffusione della modalità prepagata. La situazione italiana è differente; se i nuovi attori vorranno solo proporsi come ennesimi operatori voce, il rischio è quello di ripetere il flop già registrato con la liberalizzazione dei servizi di carrier selection su rete fissa.

 

E allora cosa accadrà?

 

“Sarà la legge del mercato, e quindi dell’utilizzatore finale – ha specificato Verduci – a stabilire se ci sarà spazio per i nuovi entranti. Occorre anche considerare che difficilmente i clienti saranno disposti a cambiare operatore per minime differenze di tariffa sulla voce, così come non è immaginabile che utilizzino contemporaneamente un numero elevato di SIM (e di telefoni) contemporaneamente, per aderire alle offerte di una pluralità di operatori. La vera sfida si giocherà quindi sui servizi di nuova generazione. Ed H3G, che dell’innovazione ha fatto la sua bandiera da sempre, ha anzitutto predisposto una Divisione di Business dedicata esplicitamente agli MVNO con un’offerta completa, che oltre ai servizi di base, comprende la trasmissione dati ad altissima velocità in mobilità, così come i network enabler e le piattaforme informatiche che insieme ai videofonini 3G sono indispensabili per offrire al consumatore finale quanto di più avanzato oggi sul mercato in termini di servizi innovativi”.

“Un caso di particolare interesse – ha concluso Verduci – è quello degli operatori etnici, ovvero quegli operatori che sono forti nei Paesi di origine e che vogliono rivolgersi ai loro connazionali presenti in Italia. In questo caso, oltre a sconti per le chiamate verso gli affetti lontani, è possibile fornire tutta una serie di altri servizi, come ad esempio applicazioni di Money Transfer, centri di assistenza al Cliente bilingue, possibilità di accedere a news ed altri contenuti del Paese d’origine in totale mobilità, solo per fare degli esempi.”

 

Alla fine dei lavori, soddisfatto Sergio Antocicco per i risultati del confronto, che premia l’attività dell’ANUIT ed il suo personale impegno come presidente europeo di INTUG:

“…La convergenza fisso-mobile, tecnologicamente sostenuta dalle Reti di Nuova Generazione (NGN), rende inevitabile la nascita di nuovi Operatori Mobili che, vista la situazione della disponibilità delle frequenze, non possono che essere Virtuali. Il patrimonio, anche strategico, delle reti fisse, la cui naturale evoluzione è verso le reti in fibra ottica, va comunque salvaguardato e AGCOM ha ribadito che eserciterà un’attenta opera di monitoraggio per evitare che gli MVNO possano essere usati come schermo per comportamenti, di fatto, anticoncorrenziali…“.

“…Il driver principale, nel periodo di avvio delle attività degli MVNO, sarà quello del costo, visto anche il target dei loro clienti; successivamente, si dovranno trovare nuovi servizi che possano caratterizzare le offerte e, quindi, attrarre nuovi utenti.

Il roaming internazionale potrà essere un nuovo campo di intervento, dal momento che alcuni MVNO operano, nel settore del loro core business, in più Paesi.

Mentre, per la voce, l’intervento del Commissario europeo Reding darà tra breve i primi frutti, per i dati il problema non è stato ancora affrontato.

Questa potrebbe essere una buona occasione per gli MVNO per attivare servizi innovativi a prezzi accettabili; è stato infatti citato, come esempio, il caso di un solo aggiornamento del software per accedere a Second Life: se effettuato in USA, usufruendo del roaming tramite un Operatore americano, l’addebito sulla bolletta del telefonino sarebbe di circa 1.000 Euro!…”

“…Il WiMAX, poi, sta aprendo nuovi orizzonti, sempre che non si ripetano gli errori fatti, nel passato, per le licenze UMTS. C’è il rischio, infatti, che le licenze non consentano l’utilizzo della versione “e” dello standard (quella che permette di fornire servizi anche a utenti in mobilità, in analogia a quanto possibile con il servizi mobili attuali).Anuit sostiene la necessità di partire con il piede giusto e di non porre artificiosi vincoli che possono impedire produzioni di massa, in grado di permettere economie di scala. Il monitoraggio della situazione del WiMAX, in termini tecnologici e regolamentari, sarà oggetto di approfondimento in autunno con nuove occasioni di confronto organizzate da Anuit“.

Servizi mobili: il quadro normativo e regolamentare nell’Unione Europea
Presentazione di Raffaele Giarda, Partner – Baker & McKenzie

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