WiMax: entro l’estate l’asta per le licenze della tecnologia che promette di rivoluzionare la banda larga

di Alessandra Talarico |

Italia


WiMax

Le licenze per il WiMax dovrebbero essere assegnate entro l’estate e consentiranno all’Italia di allinearsi col resto d’Europa nello sviluppo della tecnologia di accesso wireless più accreditata per superare il digital divide.

Senza bisogno di nuovi costosi scavi per la posa dei cavi, la tecnologia IEEE 802.16, nota con il nome commerciale di WiMax (Worldwide Interoperability for Microwave Access), dovrebbe ridurre sensibilmente i costi e aumentare la disponibilità delle tecnologie wireless a banda larga denominate BWA (Broadband Wireless Access).

 

Il WiMax, ha spiegato l’amministratore delegato di Alcatel-Lucent, Andreas Schneider in occasione del Forum PA, “può essere la chiave di volta nella risoluzione del digital divide”.

“Se vogliamo davvero innovare il nostro sistema economico e far progredire di pari passo quello sociale – ha aggiunto Schneider – è necessario innovare la rete di accesso di tutto il territorio, compatibilmente con le esigenze degli utenti. Il vero salto verso una crescita significativa si farà sostituendo il doppino telefonico con una rete di nuova generazione basata su collegamenti in fibra aperta a una reale concorrenza tra operatori, per il bene dell’utente finale”. 

 

Anche il ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni dopo l’approvazione nei giorni scorsi del regolamento per le procedure di assegnazione da parte dell’Agcom, ha sottolineato che il WiMax può ben essere considerato una “ulteriore carta vincente per l’accesso alla banda larga”.

Il governo, ha spiegato ancora il ministro, intende impegnarsi a tutto tondo sull’estensione della copertura della banda larga, favorendo la realizzazione di un “quadro di certezze per il ritorno degli investimenti sulle reti di nuova generazione” e accelerando il percorso avviato dall’Agcom per la definizione delle regole di accesso alle reti.

 

Le aste per il WiMax sono molto attese dai player del settore e dovrebbero permettere di estendere la copertura della banda larga all’intero territorio nazionale, garantendo la possibilità di connettersi a internet veloce anche al 10-12% di popolazione che ancora non può farlo.

 

L’assegnazione delle licenze permetterà – oltre che di colmare il divario digitale – anche di allineare l’Italia al resto dell’Europa, dal momento che alcuni Paesi – Francia e Germania in testa – hanno già concesso le licenze agli operatori, mentre la Gran Bretagna partirà entro la fine di quest’anno.

 

La portata della tecnologia è di alcune decine di chilometri, ben superiore alle poche centinaia di metri del cosiddetto Wi-Fi  e la larghezza di banda può spingersi, in condizioni ideali, fino a 74 Mbps.

 

Secondo il regolamento messo a punto dall’Agcom, i diritti d’uso delle licenze avranno una validità quindicennale, rinnovabile, e una concessione  sarà riservata ai ‘new comers‘ che non dispongono di ulteriori frequenze.

Oltre a imporre obblighi di copertura per l’utilizzo effettivo delle frequenze, l’Agcom starebbe pensando di introdurre anche un meccanismo volto a favorire gli investimenti gli investimenti nelle aree non ancora coperte da altre tecnologie di connessione e la flessibilità d’uso delle risorse, prevedendo la possibilità, per quegli operatori che non potessero o volessero subito coprire una determinata zona, di esternalizzare parte delle frequenze.