Internet: dopo le Telcos anche gli Isp cominciano a guardare all’India. AOL prossima allo sbarco

di Raffaella Natale |

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Yahoo - sede

L’India diventa il nuovo campo di battaglia per le principali web company mondiali: una di fronte all’altro le due americane Yahoo! e AOL (America On Line). In una conferenza stampa David Filo, uno dei fondatori della società californiana, ha confermato l’interesse per il mercato indiano e rivelato l’intenzione di contrastare gli eterni competitor in un settore che sta dimostrando un forte potenziale di crescita per l’occidente.

 

Yahoo!, che gia impiega un migliaio di persone in India, ha visto i profitti triplicarsi lo scorso anno e intende puntare ancora di più sulla sede di Bangalore per realizzare prodotti e servizi per i Paesi del sud-est asiatico.

Previsto inoltre lo sbarco ufficiale sul mercato di Asia e Pacifico con il prossimo lancio di un portale indiano che si chiamerà aol.in.

 

L’india può contare su circa 25 milioni di utenti che usano il web almeno una volta al mese e l’85% di loro accede consultando la prima pagina di Yahoo!. Il numero degli internauti sta crescendo a un ritmo del 40% all’anno.

 

Sulla scia delle grosse telcos che hanno cominciato da tempo a investire in India, anche gli Isp cominciano quindi a guardare con grande interesse a questo nuovo Eldorado.

Il Paese infatti rappresenta già il quarto mercato mobile mondiale, dietro la Cina, gli Stati Uniti e la Russia.

Secondo le stime del Governo, gli utenti mobili dovrebbero raggiungere quota 500 milioni nel 2010, mentre già entro la fine di quest’anno dovrebbe superare la Russia.

 

Allo stesso modo, molte compagnie telefoniche indiane stanno guardando con attenzione ai mercati occidentali, in attesa che anche per loro si presenti l’occasione giusta.

 

Intanto dalla Cina arriva una condanna per Yahoo!, accusata d’aver violato le disposizioni sul diritto d’autore.

Un tribunale di Pechino ha stabilito che il motore di ricerca dovrà risarcire alcune case discografiche, fra cui i colossi Emi, Warner Music Group, SonyBMG e Universal Music Group, per aver creato collegamenti con siti per scaricare illegalmente musica, violando così le norme sulla pirateria. La notizia è stata confermata dai media cinesi che hanno rivelato che la società dovrà versare in totale 210.000 yuan, l’equivalente di 20.000 euro circa, a fronte di una richiesta di risarcimento da parte di undici compagnie, tra cui le quattro major discografiche, di oltre 5,5 milioni di yuan (522.000 euro).

 

Yahoo! aveva respinto ogni responsabilità, in quanto semplice motore di ricerca, sul contenuto musicale dei siti collegati. La compagnia in un comunicato ribadisce di aver rispettato le leggi cinesi e della proprietà intellettuale.

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