Nuovo scontro sul mercato della book search: Microsoft accusa Google di violazione dei diritti d’autore

di Raffaella Natale |

Thomas Rubin (Microsoft): ‘Si tratta di una violazione sistematica dei diritti d'autore che priva autori e case editrici di un'importante fonte di guadagno’.

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Si fa sempre più aspra la battaglia tra Microsoft e Google sul mercato della book search, dove la sfida maggiore è quella digitalizzare milioni di libri nel mondo, ma tenendo sempre ben presente il rispetto delle disposizioni sul diritto d’autore.

Ed è qui che si aggrava lo scontro tra le due società americane. Come riportato dal Wall Street Journal, Thomas Rubin, legale del gruppo di Redmond, ha attaccato il principale motore di ricerca mondiale per presunte violazioni con il proprio progetto di biblioteca virtuale e inserzioni pubblicitarie.

 

In un discorso tenuto all’Association of American Publishers, l’associazione degli editori statunitensi, Rubin, consigliere generale associato di Microsoft, ha sostenuto che Google avrebbe “…attivamente incoraggiato…” la creazione di programmi pubblicitari che utilizzano parole chiave riferite a software contraffatti, compresi quelli di Microsoft.

 

Inoltre Rubin ha criticato il progetto di Google di scannerizzare milioni di volumi presenti nelle librerie e nelle università in modo che possano essere reperibili su internet.

Secondo il parere del legale di Microsoft, “…Si tratta di una violazione sistematica dei diritti d’autore che priva autori e case editrici di un’importante fonte di guadagno”.

Rubin ha accusato Google di pesare sui profitti degli editori e degli autori. “…Le società che non producono contenuti – ha riferito Rubin – e fanno soldi sulle spalle dei contenuti realizzati da altri stanno incassando miliardi di dollari con le entrate pubblicitarie”.

 

Dall’altro fronte, ha prontamente replicato David Drummond, direttore dell’ufficio legale di Google.

“…L’obiettivo dei motori di ricerca e di prodotti come Google Book Search e YouTube è aiutare gli utenti a trovare informazioni. Facciamo questo nel rispetto delle leggi internazionali sui diritti d’autore“, ha detto Drummond, sottolineando che “…questo spesso si traduce in un incremento dei guadagni per autori, editori e produttori”.

 

Ma per Rubin, che fa riferimento all’esperienza di YouTube, acquistato da Google e che in molti accusano di violare il copyright, “…i precedenti di Google in altri settori dimostrano che la sua capacità di tutelare i diritti d’autore è molto debole”.

Il discorso di Rubin arriva, infatti, in un momento in cui Google è sotto pressione da varie società televisive, tra cui Viacom, per presunte violazioni dei diritti d’autore su YouTube. Il sito di video-sharing rimuove ogni tipo di materiale se il legittimo proprietario lo richiede e ha reso noto di essere al lavoro per la realizzazione di un sistema che tenga maggiormente sotto controllo le violazioni.

 

Google e Microsoft sono da tempo al lavoro per la realizzazione di progetti di eBook, ma ciascuna lo sta facendo a proprio modo.

 

Microsoft mette in rete libri non più coperti da diritti d’autore, o col permesso dell’autore.

Google invece non esclude dal suo progetto di biblioteca virtuale libri coperti da copyright e considera un “utilizzo giusto” la pubblicazione sul web di brani di libri.

 

L’Open Content Alliance (OCA), sostenuta da Microsoft e Yahoo, punta a creare un archivio unico di materiali di pubblico accesso e di altri protetti da copyright, ospitati da Internet Archive.

 

Come primo passo sono state digitalizzate 18.000 opere della letteratura americana, inclusi scritti di Mark Twain, Henry James ed Edgar Allen Poe. Adesso sono 35.000 le opere, comprese quelle di Gutenberg. Lo scopo è di alimentare in modo efficace la diffusione di libri (audio e video) disponibili online attraverso questa Alleanza.

 

Google ha lanciato il 31 agosto il nuovo motore di ricerca Google Book Search, che indicizza i testi di migliaia di libri. Il motore di ricerca ha stretto accordi con grandi università come Harvard, Oxford, la New York Public Library, la Complutense di Madrid, l’Università della California.

Ultima in ordine di tempo, l’università del Wisconsin, ricca di milioni di opere storiche, che si è unita a Google nel mese di ottobre.

 

Su Google Book Search sono disponibili tutti i testi, sia quelli inviati direttamente dagli editori, che quelli senza autorizzazione, di cui si trova solo un abstract.

 

Ma questo progetto non ha trovato tutti d’accordo, specie coloro che sostengono che Google non abbia il diritto di trasformare in digitale le loro opere, ma anche quelli delle biblioteche mondiali. La web company è accusata anche di privilegiare i testi in inglese.

 

Nel 2005 Authors Guild e cinque case editrici avevano intentato un’azione legale per bloccare l’iniziativa.

A seguito delle lamentele degli editori, soprattutto americani e francesi, nell’ottobre di quel anno è nata la Open Content Alliance.

L’OCA, organismo no profit che riunisce decine di partner – università, fondazioni, gruppi informatici -, prevede invece la messa in comune dei testi dei membri, con possibilità di stampare o scaricare il formato digitale.

 

Per Rubin, “…La posizione di Google è che tutto può essere copiato gratuitamente a meno che l’autore non le notifichi esplicitamente la sua volontà di non autorizzare la pubblicazione”.

“…In pratica – ha detto concluso il legale – Google sta dicendo agli autori: fidatevi di noi, siete protetti. Noi ci limiteremo a tenere al sicuro le copie nel digitale e mostreremo solo brani del libro. Non vi danneggeremo, vi promuoveremo”.

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