eContent: cresce il downloading di film e programmi Tv, ma restano i problemi legati a diritti d’autore e pirateria

di Raffaella Natale |

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Internet, si sa, ci ha cambiato la vita. E non solo per il veloce reperimento di ogni tipo di informazione, ma soprattutto perché, grazie alla banda larga, è diventato in breve tempo un nuovo canale di distribuzione di contenuti.

Il web è diventata una miniera di musica, cinema, e recentemente stiamo assistendo all’esplosione di materiale prodotto direttamente dagli utenti, i cosiddetti user genereted content.

Alcuni analisti sostengono che, nei prossimi cinque anni, la quantità di film e programmi televisivi scaricati online sarà dieci volte superiore a quella di oggi e pari a un valore di circa 6,3 miliardi di dollari.

Dalle ricerche emerge anche che il balzo delle vendite avverrà nonostante i numerosi problemi legati ai diritti d’autore e alla pirateria informatica.

 

Secondo quanto riportato dal Financial Times, il mercato generato da siti da cui si può scaricare materiale in modo legale, dovrebbe crescere in modo esponenziale, soprattutto grazie all’alta diffusione di connessioni broadband.

Un’ulteriore spinta dovrebbe arrivare da nuovi servizi legali peer-to-peer. Si tratta di un servizio fornito da un server centrale che gestisce il sito, ad esempio per caricare e scaricare dati, e in cui tutti possono agire autonomamente.

 

I famosi siti di video-sharing, come YouTube e MySpace, hanno compreso la potenzialità di questo nascente mercato e si stanno muovendo, valutando nuovi business model ed eventuali allargamenti.

 

Google sta valutando la possibilità di dividere le proprie entrate pubblicitarie con gli autori dei video disponibili su YouTube, il sito di video-sharing recentemente acquistato per 1,65 miliardi di dollari.

Lo rivela il Financial Times, facendo riferimento a quanto dichiarato da Chad Hurley, co-fondatore di YouTube, a margine del World Economic Forum di Davos.

 

Finora YouTube non ha introdotto il modello Google di redistribuzione delle entrate pubblicitarie, perché “…non pensavamo fosse un buon modo di creare una comunità“, ha spiegato Hurley.

Ma adesso, dopo l’ingresso di Google, il sito può contare su “…un pubblico sufficiente per permettersi di sostenere e incoraggiare la creatività, condividendo le entrare con gli autori”.

 

Hurley ha spiegato che questo sistema potrebbe essere introdotto nei prossimi mesi, anche se non ha ancora deciso a quanto ammonteranno i pagamenti degli utenti, sottolineando tuttavia la notevole crescita degli accessi.

 

YouTube è il più famoso sito di video user generated, cioè creato e condiviso dagli utenti, del mondo.

Alcuni siti simili, come Revver o 3 in Gran Bretagna, prevedono già un compenso per gli utenti che mettono online film tanto popolari da generare entrate pubblicitarie.

Il manager ha indicato che il sito sta lavorando a dei sistemi che consentono di identificare i contenuti coperti da copyright e apporre una sorta di “impronta digitale sonora” per assicurare che le case discografiche siano pagate per l’uso dei loro brani distribuiti su YouTube.

Anche se, al momento, sul sito di video-sharing pende la denuncia del gruppo televisivo Fox (News Corporation), per aver trasmesso senza autorizzazione gli ultimi episodi delle proprie serie “24 Hours” e “The Simpson”.

 

Dalla sua, MySpace (News Corp) è pronta a sbarcare in Messico e in Canada, e presto potrebbe arrivare in Cina come in Corea del Sud. Secondo il quotidiano britannico, la popolare comunità online mira così a conquistare nuovi utenti in tutto il mondo, offrendo loro contenuti e servizi nelle diverse lingue locali.

 

MySpace è già presente in Gran Bretagna, Giappone, Australia, Irlanda, Francia, Germania, Spagna e Italia; il sito canadese, in inglese e francese, sarà il primo bilingue.

 

Il 2006 è stato un anno-chiave per il superamento dei confini: i profili creati dagli utenti non americani sono passati dall’8 al 25%, contribuendo alla crescita complessiva della comunità; i profili registrati ogni giorno sono circa 320.000, contro i 200.000 di dodici mesi fa.

MySpace ha raddoppiato il numero dei suoi dipendenti in soli sei mesi, e continua ad assumere. In Asia, il sito punta sull’integrazione fra internet e telefonia cellulare, e intende offrire servizi accessibili anche via cellulare.

 

Secondo ComScore, una società che si occupa di monitorare le visite ai principali siti internet, MySpace ha superato Yahoo!

per numero di pagine visitate e per “fedeltà” degli utenti: ciascuno apre in media 660 pagine al mese.

 

La palma di sito più visto da utenti di tutto il mondo va invece a YouTube: il 78%m dei suoi visitatori non è americano, contro il 36% di MySpace.

 

Tuttavia, nonostante il crescente successo dei canali televisivi online, come sottolinea del resto il Financial Times, i nuovi siti dovranno trovare un modo per risolvere il problema della pirateria, già affrontato dai siti che offrono musica online. Sebbene alcune emittenti televisive, come la statunitense Cbs, si stiano muovendo in questo senso, molte altre sembrano restie a prendere i necessari provvedimenti.

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