Web: i pirati della musica all’assalto di un’isola per sfuggire alle leggi sul copyright

di Alessandra Talarico |

Mondo


The pirate bay

Un popolare sito di downoald (illegale) di musica, video e software potrebbe presto comprare un’isola per evitare le leggi sul copyright.

 

Il controverso sito – www.thepiratebay.org – ha attualmente sede in Svezia. Chiuso dalle forze dell’ordine a maggio dello scorso anno, ha riabilitato il downloading utilizzando server olandesi prima di ritrasferirsi in Svezia a giugno 2006.

 

Venerdì scorso, la svolta. Gli ideatori di Pirate bay hanno infatti creato un nuovo sito, www.buysealand.com, attraverso cui intendono raccogliere fondi per acquistare Sealand una ‘micronazione’ che sostiene di essere un principato con sovranità indipendente, con una popolazione che – secondo Wikipedia – “raramente supera le cinque persone” e una superficie di circa 550 metri quadrati

 

Sealand non è una vera e propria isola ma una struttura creata durante la seconda guerra mondiale, quando una chiatta della Royal Navy venne rimorchiata sopra la secca di Rough Sands, nel Mare del Nord e allagata intenzionalmente. La struttura  si trova a circa 10 km al largo della costa del Suffolk (Inghilterra) ed è stata occupata fin dal 1967 dalla famiglia di Paddy Roy Bates, un suddito britannico e pirata radio che scacciò un gruppo di pirati concorrenti e proclamò la sovranità sulla base della sua interpretazione della legge internazionale.

 

Sealand non è riconosciuta dalle Nazioni Unite e sono in molti a contestare la sua sovranità e legittimità, anche a causa di diverse vicende poco chiare che la riguardano.

Recentemente, si legge sul sito, l’isola è stata messa in vendita e, “per assicurarci che non passi nelle mani di persone che non hanno a cuore il suo futuro, abbiamo elaborato un piano”.

 

“Sarà un gran posto per tutti, con accesso internet a banda larga e niente leggi sul copyright”, continuano i bucanieri del web.

Già, perché proprio questo il punto: evitare le leggi che vietano di scaricare musica da internet da siti che non rispettano il diritto d’autore.

 

I sostenitori del progetto, non sembrano scoraggiati dal prezzo di Sealand – circa 750 milioni di dollari – e sostengono che se non verranno raccolti abbastanza soldi il progetto di acquisto si sposterà verso qualche altra isola da qualche parte nel mondo.

“Tutti i Paesi – spiega il fantomatico Peter – sono basati su concetti economici e idee vecchie. Noi vogliamo fare qualcosa di nuovo”.

 

Nel 2000, i proprietari di Sealand crearono una società chiamata HavenCo, che si offriva di ospitare e proteggere qualsiasi tipo di materiale, escludendo pedopornografia, terrorismo internazionale, spamming e hacking.

 

Per un certo periodo, inoltre, Sealand si dedicò alla produzione di passaporti, ma in questo caso la famiglia Bates era all’oscuro della vicenda. Questi documenti – revocati poi dai Bates insieme a tutti quelli emessi negli anni precedenti – vennero coinvolti in svariate vicende criminose, tra cui l’omicidio  di Gianni Versace.

 

Insomma, un’isola con una storia degna dei migliori bucanieri, che potrebbe presto diventare porto franco per gli oltre 1,5 milioni di utenti giornalieri di Pirate Bay i quali vogliono aggirare le leggi svedesi che, dal 2005, vietano la condivisione di materiale protetto da copyright senza il pagamento di royalties, pena due anni di prigione.