Banda larga: per Gentiloni, ‘E’ una delle priorità di questo Paese. Obiettivo, arrivare al 100% di copertura per fine legislatura’

di Raffaella Natale |

Italia


Paolo Gentiloni

…La banda larga è una delle priorità di questo Paese. Noi abbiamo iniziato a muoverci in questa direzione. L’obiettivo è quello di dare il 100% di copertura a banda larga entro la fine della legislatura“. E’ quanto ha dichiarato il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, in un’intervista ad Affari e Finanza di Repubblica.

Gentiloni è convinto che la banda larga vada ormai considerata come “…un nuovo servizio universale, come il telefono, come le poste nel secolo scorso”. Proprio per raggiungere questi obiettivi, ha spiegato, è stato costituito a dicembre scorso il Comitato per la banda larga di cui lo stesso Gentiloni è membro.

 

Secondo il Ministro, le risorse arriveranno sia dalle iniziative promosse da Regioni e Enti locali, sia dall’amministrazione centrale.

“…Ci sono 6-700 milioni di investimenti in corso da parte degli Enti locali. Se a questi aggiungiamo le iniziative statali la dotazione Infratel e altri fondi arriviamo oltre il miliardo di euro di risorse. Realizzare un collegamento alle reti di prossima generazione costerà qualcosa come 800-900 euro a persona”.

 

Di questo Comitato, oltre a Gentiloni, fanno parte il Ministro degli Affari regionali Linda Lanzillotta e della Funzione pubblica Luigi Nicolais.

Il Comitato si occuperà di due funzioni essenziali: quella di coordinare, armonizzare e monitorare le iniziative già avviate e quella di individuare gli interventi prioritari atti a raggiungere i livelli essenziali di abilitazione tecnologica sul territorio nazionale.

A questo scopo il Comitato, coadiuvato da un gruppo tecnico presieduto dall’ex commissario Agcom Paola Manacorda, avvierà un confronto con gli enti locali, gli operatori del settore e gli utenti.

 

La mission del Comitato è di garantire che l’innovazione avvenga all’interno di un framework nazionale e precostituito. Da qui la necessità di una struttura centrale, tenendo sempre presente il cambiamento sociale.

Bisognerà, quindi, fornire al Paese infrastrutture, a cominciare dalla carta d’identità elettronica, e contenuti, quali l’eGovernment, l’infomobilità e l’infomedicina.

 

Stando all’ultimo Rapporto Istat, L’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle imprese, nonostante gli sforzi fatti dalle imprese in questi ultimi anni, l’Italia è in ritardo rispetto alla media europea. Ciò si deve principalmente alla più lenta adozione di ICT da parte delle imprese con 10-49 addetti e al fatto che esse rappresentano circa l’88,0% della popolazione totale delle imprese italiane con almeno 10 addetti.

Le imprese italiane con almeno 10 addetti sono lontane dalla media UE25 per i siti web (57,0% rispetto al valore medio del 65,0%) mentre si collocano al secondo posto, dopo la Finlandia, per quanto riguarda l’eGovernment (87,0%). Ciò è dovuto anche al fatto che alcune operazioni comuni alle imprese, come gli adempimenti fiscali, possono essere effettuati esclusivamente online.

 

Il confronto dei dati sulla connettività delle imprese evidenzia la progressiva espansione della banda larga a scapito delle tecnologie di connessione più tradizionali e ormai obsolete, quali il modem e l’ISDN, mentre cominciano ad affermarsi le connessioni wireless.

 

In particolare, a gennaio 2006 i collegamenti in banda larga sono presenti nel 72,2% delle imprese informatizzate, i modem analogici nel 22,3% e l’ISDN nel 28,7%. Le connessioni wireless risultano utilizzate dall’11,6% delle imprese informatizzate contro il 7,8% dell’anno precedente. Nonostante la maggiore diffusione tra le imprese con più di 99 addetti e fra quelle localizzate nel Nord, la connessione a banda larga rimane la soluzione prescelta in tutte le macroaree del Paese. Le connessioni wireless, invece, superano quelle effettuate via modem e ISDN nelle imprese informatizzate con almeno 100 addetti.

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