WiMax: al via consultazione pubblica in vista dell’assegnazione delle licenze

di Alessandra Talarico |

Il nodo centrale restano le pretese economiche della Difesa

Italia


WiMax

L’Agcom ha avviato una consultazione pubblica per raccogliere elementi atti a definire un quadro regolamentare che consenta l’avvio, anche in Italia, dei servizi basati sulla tecnologia di accesso wireless a banda larga WiMax.

 

Il nostro Paese, come ha sottolineato più volte il presidente dell’Authority Corrado Calabrò, è in forte ritardo sul WiMax, una tecnologia che potrebbe permettere il superamento del digital divide, portando la banda larga anche nelle zone rurali o geograficamente svantaggiate senza bisogno di costosi lavori di cablatura.

 

Le frequenze del WiMax pero, sono ancora in mano al ministero della Difesa, che fino a ora non ha manifestato l’intenzione di cederle (se non alle sue condizioni), nonostante gli appelli arrivati anche dal ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni il quale spera di arrivare a un compromesso col dicastero di Arturo Parisi entro la fine dell’anno.

 

La Difesa avrebbe infatti chiesto per la cessione dello spettro tra i 400 e i 500 milioni di euro, una cifra esorbitante che difficilmente potrà essere recuperata con l’asta per le frequenze, operazione che in Francia ha fruttato 125 milioni di euro.

 

“Le tecnologie di Broadband Wireless Access – ha spiegato l’Agcom in una nota – sono unanimemente considerate imprescindibili in una moderna società dell’informazione. Integrando le attuali infrastrutture di tipo fisso, esse possono infatti contribuire a stimolare la competizione in tutti i mercati delle comunicazioni elettroniche e a ridurre il digital divide nelle aree rurali e nei casi di saturazione delle tradizionali linee fisse”.

 

Ma non solo, il WiMax potrebbe aiutare i piccoli operatori a diventare davvero concorrenziali nei confronti di Telecom Italia che ancora controlla il 78% del mercato italiano della banda larga, carente oltre che sul lato della concorrenza anche su quello delle infrastrutture, dove siamo praticamente fermi al doppino di rame.

 

Sul WiMax, l’Italia è fanalino di coda tra i maggiori Paesi europei, dal momento che la Francia ha iniziato a indire le aste per l’assegnazione delle frequenze già nel 2004 e, con le ultime aste di quest’estate, ha completato la copertura del Sud del Paese, con l’obiettivo di arrivare a raggiungere una copertura a banda larga (ADSL e WiMax) del 100% della popolazione entro il 2008.

 

In Spagna sono tre gli operatori WiMax: Euskaltel (per la zona delle montagne basche), Iberbanda (Andalusia, Catalogna, Castiglia e Novarra) e Alò che destina la sua offerta alle aziende non ancora coperte dall’Adsl.

 

In Gran Bretagna le prime aste si sono svolte nel 2003 e le prime offerte sono arrivate nello scorso anno.

 

È dunque ora di darsi una mossa anche nel nostro Paese che, come ha sottolineato spesso Calabrò, ha bisogno di uno scatto di reni per non perdere l’ultimo treno della competitività.

 

La consultazione avviata dall’Agcom durerà due mesi, dopo i quali si dovrebbe procedere in tempi (speriamo) brevi all’assegnazione delle licenze con un sistema di gara analogo a quello degli altri Paesi europei, cioè attraverso una procedura di asta su base regionale, con la possibilità di concorrere per più regioni per ottenere assegnazioni pluriregionali e nazionali.