Aol alla resa dei conti: nuova strategia per l’Isp. Contenuti gratis per incoraggiare la pubblicità?

di Raffaella Natale |

Stati Uniti


AOL

Il numero uno mondiale dei media, Time Warner, comunicherà nella giornata di oggi i propri progetti per riportare in positivo la divisione internet Aol. Potrebbe decidere anche di rinunciare all’accesso pay, che rappresenta un freno per la raccolta delle entrate pubblicitarie.

 

Dal 2005, la società americana non fa mistero dell’intenzione di sviluppare dei programmi accessibili gratuitamente da Aol (serie Tv, attualità, musica…) per poter competere al meglio con giganti del calibro di Yahoo e Google.

A riguardo, la società si è solo limitata a confermare le trattative in corso con potenziali partner di Aol Europe.

E mentre le speculazioni sulla stampa e nella comunità finanziaria crescevano a dismisura, i vertici di Time Warner hanno preferito tacere, annunciando questa videoconferenza per presentare la “nuova strategia operativa” di Aol.

 

L’appuntamento è fissato per il pomeriggio, dopo che saranno resi noti i risultati trimestrali di Time Warner.

Secondo alcune fonti del settore, tra le possibili opzioni, Aol potrebbe decidere di cedere gli abbonati in Francia, Germania, Gran Bretagna a un operatore locale, conservando il ruolo di Internet service provider.

 

Quanto al futuro dell’accesso pay a banda stretta negli Stati Uniti, la società è ancora incerta, dal momento che negli ultimi mesi ha licenziato centinaia di dipendenti per sopperire all’emorragia di abbonati.

 

Secondo il Financial Times, per i suoi 18 milioni di abbonati americani – su un totale di 24 milioni  – Aol avrebbe in mente un’offerta originale.

Potrebbero essere autorizzati a conservare il loro conto eMail Aol, anche se non pagano più.

Aol conserverebbe così una forte audience sulle proprie pagine, evitando di chiudere i conti inviando fiotti di utenti ai portali rivali.

 

L’Isp, divenuto in pochi anni un titano di internet al punto da essere il motore della megafusione con Time Warner nel 2000-2001, è stato subito dopo relegato a semplice divisione di quest’ultima.

E anche se lo scandalo contabile del 2002 appartiene ormai al passato (regolato con le Autorità federali da 18 mesi), la società ha continuato a creare problemi alla casa-madre.

 

Basato sull’accesso pay, il modello di attività si è rivelato superato quando i portali concorrenti hanno moltiplicato i contenuti gratuiti per attirare  la pubblicità. Risultato: milioni di abbonamenti annullati che crescono a dismisura trimestre dopo trimestre.

 

“Le perdite degli abbonati aumentano rapidamente“, ha commentato Jessica Reif Cohen, della banca Merrill Lynch, all’indomani della pubblicazione del bilancio del primo trimestre, “e la direzione ha indicato che il secondo trimestre potrebbe tradursi nello stesso risultato“, cioè con un calo del 17% dell’utile operativo lordo.

 

Per William Drewry, di Credit Suisse, “…più di un miliardo di dollari di costi possono essere tagliati” in modo da raddrizzare i margini di Aol.  

 

“Toccherà ai vertici decidere l’ampiezza” del piano di ristrutturazione, ha precisato una nota del 24 luglio. Una riunione del Cda di Time Warner è stata dedicata a questa ristrutturazione, ma nessun commento è filtrato.

“Non possiamo rivelare nulla prima della conferenza” di oggi, ha indicato un portavoce di Aol ai giornalisti raccolti davanti al sede del gruppo.  

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