AICT: convergenza, integrazione fisso-mobile, evoluzione dei servizi video. L’industry a confronto

di Stefania Pagliara |

Italia


ICT

Per analizzare lo stato attuale del progresso e dell’innovazione a livello di convergenza nelle reti e nei servizi si è svolta a Roma lo scorso giovedì 6 luglio la giornata di studio “La convergenza nelle reti e nei servizi“, organizzata dall’Associazione AICT (Associazione per la tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni). 

 

Il secolo da poco concluso è stato caratterizzato, in particolare nell’ICT, da una progressiva accelerazione dell’innovazione tecnologica, le cui esigenze e potenzialità, non hanno purtroppo sempre trovato adeguato riscontro in ambito finanziario e regolamentare.
Logiche di interesse politico ed economico, solo in parte legate alla necessità di una maggiore liberalizzazione ed apertura del mercato delle telecomunicazioni, ne hanno in realtà strumentale condizionata, nel bene e ne male, l’evoluzione.

 

Lo testimoniano fenomeni come la bolla speculativa di Internet e la separazione, del tutto artificiosa, tra telecomunicazioni fisse e mobili.
Se a livello tecnologico ed infrastrutturale tutto ciò si è tradotto soprattutto in sprechi e disottimizzazioni, a livello di mercato ciò ha portato all’inizio del nuovo millennio ad una profonda crisi di tutto il settore ICT, che solo la sua eccezionale vitalità e capacità di rinnovarsi hanno potuto in qualche modo contrastare.

 

Oggi l’ICT, lo conformano i dati di mercato, sta riprendendo a crescere in modo significativo e ad essere a sua volta motore di crescita dell’economia.
Le motivazioni di questa ripresa sono ovviamente molteplici, ma senza dubbio tra le principali vi è una decisa ripresa del fenomeno della convergenza, ormai non più limitata ad aspetti tecnologici ed infrastrutturali ma bensì estesa anche ai mercati dei servizi.
Un indirizzo che coinvolge non solo il mondo delle telecomunicazioni e quello dell’informatica ma anche quello dei media e che se da una parte risponde all’esigenza di sempre più razionalizzare infrastrutture, investimenti e servizi, dall’altra consente di innovare e rendere ancor più efficaci i nostri modi di interagire e di comunicare, tra istituzioni, imprese e cittadini.

 

La sessione degli interventi è stata introdotta da in serie di interrogativi aperti e di riflessioni attuali del Vice Presidente Michele Morganti, che ha analizzato i diversi aspetti e significati che la convergenza assume, in funzione del contesto di riferimento.
La convergenza non è un concetto nuovo, ma un’idea ricorrente sin dagli anni ’70 attraverso le sue declinazioni, computer e communications, voce dati e video, fisso e mobile, telecomunicazioni e internet, internet e tv, tv e mobile. Il termine convergenza viene utilizzato con significati ed implicazioni a volte molto diversi in funzione dello specifico contesto di riferimento. A livello tecnologico, convergenza vuol dire pervasività e comunanza con il passaggio da tecnologie specifiche a tecnologie passive; a livello di infrastruttura convergenza significa condivisione e stratificazione; a livello di servizi, ampliamento dell’offerta n-play, voce, dati, immagini, informazioni, intrattenimento, multimedialità e comunicazione; a livello di business, convergenza significa competizione e differenziazione.

 

La convergenza tecnologica ed infrastutturale – ha detto Morganti – non è di per se stessa garanzia di convergenza anche a livello di servizi e di business, perchè esistono altri driver (Mercato, regolamentazione, competizione, motivazione) che devono tutti concorrere sinergicamente perchè ciò effettivamente avvenga. Nella maggior parte dei casi pratici e a qualsiasi ambito si applichi la convergenza comporta un qualche tipo e livello di consolidamento. Solo il più adatto (che non vuol dire necessariamente il migliore) è destinato a prevalere. Quindi, chi cerca la convergenza deve essere pronto a combattere per la propria sopravvivenza. All’atto pratico la convergenza può prendere forme e modalità diverse da quelle che si erano anticipate. Anche le tecnologie della convergenza possono alla fine trovare applicazioni, opportunità e ostacoli del tutto diverse da quelle originariamente previste“.

 

Attraverso gli interventi successivi, di alcuni grandi fornitori di tecnologia, si è cercato di dare un’idea, seppur necessariamente parziale, di ciò che l’innovazione tecnologica renderebbe oggi materialmente possibile in tema di convergenza.
Abbiamo ascoltato il punto di vista di Ericsson attraverso Massimiliano Monforte che nel suo intervento “Larga Banda e convergenza: i motori della nuova generazione di Reti e servizi” è partito da una premessa. La telefonia mobile e la banda larga sono tecnologie destinate a crescere in maniera esponenziale nei prossimi anni, trainate dall’esigenza di un pubblico che ritiene sempre più importante restare connesso ai servizi media e di comunicazione in ogni luogo e in ogni caso. Dal punto di vista dell’operatore è necessario procedere alla razionalizzazione delle reti e all’integrazione tra reti fisse e reti mobili. Occorre quindi una rete che abbia la capability per garantire performance quali sicurezza, qualità e che permetta all’operatore di controllare la fruibilità dei servizi da parte dell’utente. Una rete unica in grado di funzionare per qualunque tipo di accesso. 
La visione di Ericsson sulla convergenza è di sviluppare una architettura di rete che consenta agli utenti finali una connessione “always” e costi contenuti agli operatori.

 

Paolo Ceccherini di Alcatel nel suo intervento “Convergenza ed evoluzione dei servizi video” ha sostanzialmente sottolineato che ci sono tipi di convergenza particolari a livello di rete e di media. Ha presentato le applicazioni in ambito IPTV elaborate da Alcatel, la cui filosofia è l’interattività.  Il primo è un servizio di Communication TV, frutto della convergenza tra il mezzo televisivo ed i servizi di telefonia fissa e mobile, che consente di utilizzare il mezzo televisivo anche per effettuare chiamate telefoniche; il secondo, Amigo TV, offre un servizio di messaging su televisore; il terzo My Own TV, offre servizi on demand. Queste soluzioni si sviluppano lungo la tripla dimensione della comunicazione, dei contenuti e della facilità di accesso, ma in primis sulla capacità del sistema di creare una comunità di riferimento, la cui esigenza principale è quella di avere una televisione migliore in termini di qualità e definizione e soprattutto interattiva.

 

Claudio Chiarenza di Italtel nel suo intervento “L’interoperabilità delle Reti: il “Service Layer” convergente” ha offerto un’analisi approfondita dal punto di vista del costruttore di reti, per la soluzione del problema della reale convergenza di reti.
Fabio Gori di Cisco Systems nel suo intervento “Servizi multimediali in Reti Ip convergenti: modelli di profittabilità per le Telco” ha inquadrato il problema dei modelli di profittabilità per le Telco, in un settore in cui più del 70% del traffico internet globale è relativo ad applicazioni peer to peer. L’obiettivo di Cisco è di offrire ai carrier una soluzione a questo problema, attraverso reti che devono diventare dei data center.

 

Nella successiva tavola rotonda, moderata da Alessandro Capuzzello Mediaset, gli operatori del mondo delle telecomunicazioni e dei media hanno messo a confronto le rispettive strategie discutendone con l’ente regolatore ed hanno indicato fino a che punto si ritenga effettivamente utile spingersi in termini di convergenza, spiegandone ragioni e motivazioni.

Per Francesco De Leo, cui è stato chiesto se per Wind che prima di altri ha spinto sulla convergenza fisso-mobile, tale convergenza è solo un’opportunità in termini di offerta commerciale o ha una base tecnologica reale, quando si parla di convergenza bisogna specificare innanzitutto l’ambito di applicazione perchè ne esistono di diversi e lontani tra loro. Wind ha individuato delle tipologie di servizi ed aopplicazioni, mobili search, personal web, entertainment web, su cui sta lavorando.

 

Per Stefano Nocentini cui è stato chiesto se Telecom Italia ha un piano di migrazione verso la fibra, visto che in molti paesi è già in corso la migrazione dalle linee DSL verso le connessioni a fibra, il problema della fibra nasce dal fatto che il doppino di rame è giunto ormai a fine corsa. Tuttavia Nocentini ha sottolineato quali sono le complessità da affronatare per portare la fibra all’utente finale, anche in termini di costi.

Fasteweb, che è stato il primo operatore di TLC in Europa ad aver interpretato la convergenza fra media e TLC, “sta concentrando la sua attenzione sull’integrazione del digitale terrestre sono il decoder Fastweb“, ha spiegato Stefano Gobbo. Quindi l’obiettivo anche per Fastweb è la convergenza e l’integrazione di servizi.

 

Giovanni Santella, Agcom, ha delineato il ruolo della Regolamentazione in un ambito così fluido come quello della convergenza. In genere per i mercati emergenti l’atteggiamento dell’Autorità è di non regolamentare, di non intervenire se non dopo aver acquistato delle informazioni adeguate attraverso conoscitive. Con la delibera 46/2006 l’Autorità ha risposto al problema che la fusione Telecom-Tim ha posto. La convergenza fra i servizi di telefonia fissa e quelli di telefonia mobile apre infatti il problema dell’operatore mobile virtuale (MVNO).
Con tale delibera si è deciso che il mercato dell’accesso non doveva essere regolamentato, prima di verificare se il comportamento degli operatori era di tipo concorrenziale oppure no. 

 

Claudio Santoianni, Lucent Technologies, ha ribadito che grazie alla leadership mondiale Lucent nel CDMA, lo standard mobile americano e base dell’Umts, il posizionamento del nuovo gruppo, nato dalla fusione tra Lucent ed Alcatel, è più che mai globale ed il concetto di convergenza è ancora più centrale nella definizione delle strategie.

 

Tale convergenza si opera sia a livello tecnologico ed infrastruttrale sia nel modello si business, che ora tiene conto dei nuovi attori che entrano a far parte della catena del valore, come ad esempio i boadcasters. Nuove soluzioni entrano quindi a far parte del portafoglio soluzioni dell’azienda, i middleware per IPTV, e nuove visioni, come l’integrazione di IPTV con IMS, per permettere l’accesso non solo ai contenuti ma anche ai servizi messi a disposizione da un arete flessibile, pronta ad asservirsi nel modo migliore alle richieste di volta in volta diverse anche da parte dello stesso utente è, secondo Santoianni, essenziale per l’evoluzione verso la comunicazione multimediale globale. Ed in tale ottica, le applicazioni ed i servizi sono già indipendenti dalla modalità di accesso come conseguenza del largo utilizzo, e qindi del forte consolidamento, del modello IMS da parte degli operatori di riferimento.

 

Le conclusioni di Guido Vannucchi, Presidente AICT “i progressi verso le moderne reti, con struttura informatica sono stati potentemente influenzati dai fenomeni di convergenza tecnologica. Quello che tuttavia caratterizza oggi giorno le moderne reti, è soprattutto la convergenza dei servizi verso reti di tipo multiservizio in cui l’aspetto ‘media’ diventa di fondamentale importanza, razionalizzando in tal modo infrastrutture e relativi investimenti e consentendo innovazioni radicali nel nostro modo di comunicare sempre più in forma interattiva“.