Mercato delle comunicazioni: Europa e Italia all’opera per predisporre nuove norme, flessibili e convergenti

di Raffaella Natale |

Italia


Comunicazioni

L’Unione europea è da tempo impegnata in una vasta opera di riforma delle disposizioni che regolamentano il mercato delle comunicazioni. Dalla deregulation delle tlc alla Direttiva “Tv senza Frontiere”, l’Europa sente il bisogno di ridisegnare un quadro normativo che tenga conto delle nuove tecnologie, dei new media e dell’esigenza di una maggiore flessibilità.

Le nuove norme dovranno essere trasversali e abbracciare tutto, tenendo conto della necessità di una maggiore apertura soprattutto verso i nuovi player.

Davanti a un mercato dai contorni ormai labili, dove telco e broadcaster si incontrano, bisogna arrivare a nuove regole, soprattutto a tutela della concorrenza. Un esempio è il mercato delle telecomunicazioni a banda larga, dove la Commissione europea vuole che l’introduzione di disposizioni comunitarie siano applicate efficacemente allo scopo di intensificare la concorrenza nel mercato unico europeo nel suo insieme.

 

Nella conferenza stampa di ieri, sulla futura Raccomandazione in materia, Viviane Reding, Commissario Ue alla Società dell’Informazione e Media, ha parlato anche della creazione di un’Agenzia per lo spettro radioelettrico. “Penso che quest’idea vada discussa”, visto che la Ue ritiene che certe bande dello spettro radioelettrico “sarebbero gestite meglio grazie a un’applicazione più sistematica di regole comuni valide in tutta l’Europa”.

 

Sulle nuove modifiche partiranno adesso le consultazioni pubbliche con le parti interessate, in modo che l’esecutivo Ue possa proporre le misure legislative entro la fine di quest’anno.

L’entrata in vigore della Raccomandazione modificata è invece prevista per il primo trimestre del 2007. Nel dettaglio la Reding intende ridurre il numero dei mercati rilevanti delle Tlc, 18 attualmente, soggetti a una regolamentazione ex-ante. A beneficiare dell’allentamento normativo saranno almeno 6 di questi mercati, per lo più quelli al dettaglio.

La concorrenza – ha detto Reding – è già efficace in un terzo di questi” 18 segmenti che dunque verrà esonerato dall’imposizione ex-ante.

 

Non è sembrato molto convinto delle dichiarazioni della Reding, Stefano Parisi, Amministratore Delegato di Fastweb, che ha commentato: “E’ singolare la valutazione che Reding ha dato del mercato italiano. Il Commissario sembra invitare l’Agcom a rallentare l’attività di applicazione delle regole del mercato per non penalizzare l’incumbent”.

Secondo Parisi, la proposta di “review” del quadro regolatorio presentata dal Commissario “non sembra guardare alle nuove frontiere del mercato delle telecomunicazioni, cioè alla convergenza fisso-mobile e a quella tra televisioni e telecomunicazioni”.

 

“Quei mercati devono essere invece regolati se non si vuole che gli ‘incumbent’ rafforzino ulteriormente la loro posizione sul mercato rallentando gli investimenti e l’offerta dei nuovi servizi“, ha aggiunto.

E poi ha concluso sarebbe “auspicabile che l’Autorità europea si concentrasse sulla effettiva apertura di tutti i mercati europei”.

 

E di nuove norme ha bisogno anche l’Italia, davanti al superamento di quanto stabiliva la recente Legge Gasparri , le cui disposizioni secondo il nuovo Governo risultano già superate.

Ciò che al momento risulta imminente è lo slittamento dello switch-off del digitale terrestre. Il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, prevede un riallineamento dell’Italia alle finestre già identificate nell’Unione Europea per il 2010 e 2012. Ma per il Ministro, il problema non riguarda solo le date per il passaggio al digitale.

“Le date che si spostano in avanti  – ha sottolineato Gentiloni – sono il risultato di una situazione di ritardo che abbiamo ereditato”. Paolo Gentiloni respinge ogni rilievo: “Io sono per moltiplicare gli sforzi a favore del digitale terrestre – assicura il Ministro delle Comunicazioni – ma purtroppo la strategia seguita dal precedente governo si è rivelata da un lato insufficiente e dall’altro preclusa dall’Ue”.

 

Gentiloni, infatti, torna a ribadire la necessità di mettere a punto una strategia complessiva per arrivare allo spegnimento dell’analogico dal momento che gli strumenti indicati nella Gasparri sono “superati“.

Tra questi viene indicato il finanziamento ai decoder ormai preclusi dai pronunciamenti della Ue volti a promuovere la “neutralità tecnologica” rispetto alle azioni dei Governi e la necessità di regolare il periodo di transizione.

Passaggio che, per Gentiloni, e siamo al secondo aspetto della rivisitazione della Gasparri, non può non prescindere dall’intervento sul Sic (Sistema integrato delle comunicazioni). Sic, che, per il Ministro, si è confermato “non aver alcun valore nella limitazione delle posizioni dominanti e, quindi, nella limitazione delle concentrazioni”.

 

Ci sono, in merito al digitale terrestre, “alcuni elementi critici, al riguardo, che appaiono richiedere opportuni adeguamenti”.

Si tratta – spiega Gentiloni – della disciplina del trading delle frequenze, che non potrà essere ulteriormente condotta con regole scritte immaginando la loro cessazione entro il luglio 2005. L ‘impossibilità di ingresso di nuovi operatori nel mercato televisivo digitale per tutta la lunga fase di transizione e l’acquisto di frequenze, effettuato in concreto solo dai due o tre maggiori operatori del settore rischiano di aggravare la situazione di duopolio del settore televisivo nazionale e, soprattutto di trasferire tale situazione di duopolio nel nuovo scenario tecnologico digitale, a tutto danno della prospettiva di ingresso di nuovi operatori, della possibilità di sviluppo stesso del settore e, in definitiva, della concorrenza e del pluralismo del mercato televisivo”.

 

Problemi che, nel dilatarsi dei tempi, “non possono non tradursi in una iniziativa legislativa intesa ad adeguare le regole di detta transizione alle reali condizioni del mercato ed ai tempi più lunghi dello switch-off“.

 

Per quanto riguarda lo sbarco in Borsa della Rai, altro pilastro della legge Gasparri, il ministro delle Comunicazioni delinea la riforma targata Unione. Riorganizzazione dell’assetto societario che contempli una divisione tra l’attività di servizio pubblico, l’attività commerciale e le reti.

Divisioni societarie da intendersi, però, nel quadro di una unitarietà dell’azienda di Viale Mazzini. E la predisposizione di nuovi criteri di nomina dei vertici Rai volti a garantire all’Azienda la maggiore autonomia possibile dalla politica.

Una riforma complessiva del sistema radiotelevisivo, insomma, che, per Gentiloni, passa attraverso una profonda modifica della Legge Gasparri, nell’ottica di una liberalizzazione del mercato con al centro la tutela degli utenti e le garanzia dei principi contenuti nella Carta costituzionale.

 

Intanto il Ministro ha convocato una Consultazione pubblica con associazioni, organizzazioni, minoranze, comitati, per il Contratto triennale tra Ministero e Rai per il “Servizio Pubblico Radiotelevisivo”, scaduto da alcuni mesi, affinché facciano giungere il loro contributo sul tema del servizio pubblico Radio Tv Rai, con proposte e osservazioni di carattere sociale, tecnico, giuridico ed economico relative al tema in questione.

La consultazione pubblica sul contratto di servizio pubblico Rai sarà svolta utilizzando due strumenti, entrambi aperti alla collettività: incontri diretti (c.d. Public Hearings) e Forum via Internet (c.d. Call for Paper).

Ciò nella convinzione che per migliorare la qualità del servizio pubblico Rai sia necessario un confronto con tutte le forze vive del Paese e dare maggior peso ai contenuti del “Contratto di Servizio” che la Rai è chiamata a svolgere.

 

La consultazione verrà avviata con una sessione pubblica programmata per la giornata di lunedì 3 luglio che vedrà il Ministro Gentiloni direttamente impegnato in una serie di audizioni, aperte anche alla stampa – con i rappresentanti di associazioni di genitori, di comunità straniere in Italia, di sindacati dei giornalisti e dirigenti Rai, di facoltà universitarie di scienze della comunicazione, di associazioni di non vedenti, di sordomuti, di industrie nazionali cinematografiche, audiovisive e multimediali, di spettacolo, di consumatori, di utenti radioTv, di produttori tv, di documentaristi italiani, di regioni e province autonome.

Dal 3 luglio sarà inoltre attivo un Forum di consultazione pubblica, sul sito web del Ministero, attraverso il quale soggetti interessati e portatori di legittimi interessi, previa registrazione sul sito, potranno sottoporre al Ministero delle Comunicazioni proposte e suggerimenti riguardanti il servizio svolto in esclusiva dalla società pubblica concessionaria Rai.

 

La industry italiana dell’ICT incontra il Ministro Paolo Gentiloni

  

Isimm e Key4biz promuovono per il pomeriggio del 4 luglio 2006 un incontro tra gli operatori più rappresentativi delle tlc, dei media e di internet ed il Ministro Gentiloni.
Sarà un’importante iniziativa di community in occasione della quale si porranno a confronto le criticità delle aziende e le priorità dell’azione di governo

 

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