Maggiore sicurezza e privacy: nuovi passaporti biometrici nell’Unione europea

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Franco Frattini: “Si tratta di un passo avanti fondamentale per rendere i passaporti dei cittadini dell’Unione europea più sicuri e affidabili”

Unione Europea


Passaporto Biometrico

La Commissione europea ha adottato la seconda parte delle specifiche tecniche necessarie per l’introduzione di identificatori biometrici (impronte digitali) nei passaporti e in altri documenti di viaggio rilasciati dagli Stati membri a norma del Regolamento (CE) n. 2252/2004 del Consiglio relativo alle norme sulle caratteristiche di sicurezza e sugli elementi biometrici dei passaporti e dei documenti di viaggio rilasciati dagli Stati membri.

Il vicepresidente Franco Frattini, Commissario responsabile per il portafoglio Giustizia, libertà e sicurezza ha dichiarato che “si tratta di un passo avanti fondamentale per rendere i passaporti dei cittadini dell’Unione europea più sicuri e affidabili. Sono particolarmente fiero – ha continuato il vicepresidente -che l’Unione europea sia tra i primi al mondo a stabilire per i passaporti requisiti che consentono un elevato livello di protezione da un accesso non autorizzato grazie all’Extended Access Control (controllo dell’accesso esteso), e al contempo sono conformi alle raccomandazioni dell’Organizzazione internazionale per l’aviazione civile (ICAO) per assicurare l’interoperatività”.

“Dopo una lunga sperimentazione abbiamo trovato un meccanismo che permette di evitare la lettura dei dati biometrici, anche a distanza, da parte di persone non autorizzate, mentre invece sarà possibile una lettura immediata da parte delle sole autorità competenti: è certamente un meccanismo sicuro“, ha sottolineato Frattini. “La nostra prima preoccupazione – ha osservato il Commissario – è stata quella di garantire i diritti personali dei titolari dei passaporti, evitando al contempo, con questo nuovo meccanismo, che possano circolare documenti contraffatti“.

I Paesi Ue dovranno cominciare a dotarsi di passaporti biometrici entro il 28 agosto di quest’anno, ha detto Frattini, ricordando che la data finale per la ‘conversione’ completa al passaporto digitale in tutta l’Ue sarà il 2009. “Comunque io incoraggio gli Stati membri che vogliono emettere passaporti biometrici con le impronte digitali prima di quella data, a farlo“, ha affermato il Commissario. A partire dalla fine di ottobre non sarà più possibile, per i cittadini di molti Paesi europei, entrare negli Stati uniti senza visto, a meno che non posseggano il nuovo passaporto biometrico.

“Sto tentando di persuadere gli Stati Uniti a darci la possibilità di utilizzare i passaporti non biometrici anche dopo ottobre. Non ho avuto assicurazioni certe, ma sono fiducioso“, ha detto Frattini durante l’incontro in cui sono state illustrate tecnologia e tecniche utilizzate per la messa a punto del nuovo passaporto con l’aiuto degli esperti tedeschi che hanno già realizzato il documento entrato in vigore in Germania il primo novembre 2005.

E così il Vicepresidente e Commissario italiano si è guadagnato un passaporto tedesco. Ha, infatti, prestato la sua foto e le sue generalità per la dimostrazione pratica di cos’è e come si legge il nuovo documento.

Il vicepresidente della Commissione, tuttavia, ha riferito che sono in corso negoziati con l’Amministrazione Usa per avere una proroga rispetto a questa scadenza. I passaporti ‘convenzionali’ rilasciati prima dell’avvento dei nuovi documenti biometrici continueranno a essere validi fino alla loro scadenza naturale, ha precisato Frattini.

Nonostante infatti l’interpretazione “molto rigida del Congresso degli Stati Uniti” rispetto alla scadenza di ottobre, sono in corso tentativi per ottenere una proroga, ha precisato Frattini.

L’introduzione uniforme di identificatori biometrici nei passaporti dei cittadini dell’Unione europea garantirà inoltre di poter accertare facilmente l’identità del titolare e di tutelarsi dall’appropriazione fraudolenta di identità.

Poiché per motivi giuridici non è possibile armonizzare il formato del passaporto, la Commissione ha stabilito con il Regolamento (CE) n. 2252/2004 norme comuni di sicurezza, compresi gli identificatori biometrici.

Il summenzionato Regolamento dà mandato alla Commissione, assistita da un comitato composto di esperti degli Stati membri (comitato articolo 6) di stabilire le specifiche tecniche necessarie ai fini dell’introduzione di identificatori biometrici nei passaporti e in altri documenti rilasciati dagli Stati membri e validi per periodi superiori a 12 mesi.

Le carte d’identità non rientrano nel campo di applicazione del regolamento in questione.

Il 28 febbraio 2005 la Commissione ha adottato la prima parte delle specifiche tecniche, relative alla memorizzazione dell’immagine del volto del titolare su un microprocessore senza contatto contenuto nel passaporto. La protezione di tale immagine è garantita dal “Basic Access Control” (controllo accesso di base) che richiede, per l’apertura del microprocessore, la lettura della zona a lettura ottica del passaporto. La decisione della Commissione ha fatto scattare i termini di attuazione, che impongono a tutti gli Stati membri di applicare le disposizioni relative all’immagine del volto entro il 28 agosto 2006.

Di conseguenza, tutti gli Stati membri soddisferanno anche i requisiti USA secondo cui i Paesi dispensati dal visto devono rilasciare passaporti predisposti biometricamente entro ottobre 2006. I cittadini dell’Unione europea titolari di un passaporto rilasciato da un paese esentato dall’obbligo di visto dopo il 28 agosto 2006 possono quindi continuare a recarsi negli Stati Uniti senza visto.

La decisione della Commissione del 28 giugno 2006 riguarda la memorizzazione aggiuntiva di due impronte digitali sul chip del passaporto. La Commissione riteneva si trattasse di dati più sensibili e ha deciso di proteggerli tramite l’ “Extended Access Control”, sistema che opera con un’infrastruttura a chiave pubblica (ICP). Poiché si tratta di un sistema nuovo, il Comitato ha impiegato più tempo per stabilire le specifiche tecniche. L’Unione europea sarà tra i primi al mondo ad applicare tale sistema.

I test svolti da alcuni Stati membri dimostrano che il sistema funziona. Tuttavia, l’accesso ai dati in questione richiede che tutti i posti di controllo alle frontiere siano dotati delle necessarie apparecchiature di lettura. Gli Stati membri non hanno ancora installato il necessario software e hardware, poiché il termine ultimo è il 2009.

Attualmente è previsto che soltanto gli Stati membri abbiano accesso ai dati relativi alle impronte digitali. La CE dovrà decidere in una fase successiva in merito all’accesso a tali dati da parte di paesi terzi. Tuttavia, qualora l’Unione europea decidesse di consentire ai Paesi terzi di accedere ai dati, è assicurata la piena interoperatività.

Con l’attuale decisione della Commissione sono scattati i termini per l’introduzione delle impronte digitali. Gli Stati membri dovranno memorizzarle nei nuovi passaporti entro 36 mesi a decorrere dal 28 giugno 2006, quindi entro il 28 giugno 2009.

Per il momento, i Paesi europei che hanno avviato il processo di ‘trasformazione’ del passaporto sono Svezia, Norvegia e Francia, tutti dovranno comunque sopportare costi aggiuntivi che incideranno sulle normali tasse sul passaporto, costi che variano per ogni paese da un minimo di 20 euro a un massimo di 120. In Germania il costo del passaporto è lievitato a 59 euro, più del doppio rispetto al costo del documento ‘tradizionale’, il quale, tra l’altro, continuerà ad essere valido fino alla scadenza.

La durata della validità del documento e sempre stabilita dalla data di emissione, prima di allora solo chi vorrà potrà richiederne uno biometrico. (r.n.)

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