Dopo lo slittamento della TDT, Gentiloni fissa le priorità del mercato media: piano delle frequenze e consultazione pubblica per Rai

di Raffaella Natale |

Italia


Paolo Gentiloni

“Sul piano frequenze siamo al lavoro. Abbiamo iniziato 15 giorni fa assieme all’Authority, con l’impegno di concluderlo nella prima parte del 2007. Sembra molto tempo in realtà, sono 20 anni che non c’è un minino di quadro certo sulle frequenze. Lo Stato deve, quindi, recuperare un buco informativo che dura da molto tempo”. Lo ha sottolineato il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, stamani a margine dei lavori del “Consiglio per le relazioni fra Italia e Stati Uniti” in corso a Venezia.

 

Giusto lo scorso 12 giugno, in occasione della riunione dell’ITU, (International Telecommunication Union) sulle frequenze digitali di confine, all’Italia sono state assegnati di 3.952 impianti-frequenza, grazie allo sforzo congiunto di Ministero delle Comunicazioni e Autorità per le Comunicazioni.

In dettaglio il piano, che riguarda sia il digitale televisivo (DVB-T) che il digitale radiofonico (T-DAB), prevede 2.376 assegnazioni che definiscono le aree per le quali sono indicati i canali utilizzabili senza specificare le localizzazioni e le caratteristiche tecniche delle stazioni trasmittenti e 1.576 assegnazioni che invece specificano anche localizzazione e caratteristiche tecniche delle stazioni trasmittenti. Non sono stati ancora comunicati, invece, i dettagli della distribuzione delle frequenze tra gli operatori nazionali.

 

L’intesa raggiunta, invece, tra il Ministro delle Comunicazioni e il Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, punta alla realizzazione entro gennaio 2007 di un unico Database delle frequenze televisive utilizzate in Italia.

 

L’obiettivo – come ha sottolineato il Ministro – è quello di superare l’attuale ‘buco informativo’ che è andato configurandosi nel corso degli anni e che rende problematici gli interventi di regolazione del mercato televisivo”.

 

In base a tale accordo sarà realizzato un unico archivio dei dati – in grado di rappresentare un preciso riferimento per ogni intervento in materia di frequenze Tv – e al contempo verrà razionalizzato l’utilizzo delle risorse tecniche dei due organismi, accelerando i tempi della realizzazione dell’archivio stesso.

 

Un archivio delle frequenze televisive attualmente esiste presso il Ministero delle Comunicazioni, ma è basato su un censimento del 1990, non più adeguato alla reale situazione dell’emittenza Tv, con imprecisioni e incompletezze determinate dalle comunicazioni non sempre congruenti fatte a suo tempo dalle emittenti, dalla discontinuità nell’aggiornamento dei dati successivamente alle autorizzazioni, dalle modifiche intervenute negli impianti, dalla cessione da un operatore all’altro degli stessi. In tal senso l’aggiornamento si rende necessario considerato anche che l’avvio del digitale terrestre ha comportato un incremento delle compravendite con conseguente digitalizzazione di impianti precedentemente analogici. 

 

Il compito di provvedere alla realizzazione del Database – partendo dalle informazioni attualmente in possesso del Ministero – è stato affidato a un gruppo di lavoro congiunto tra il Ministero delle Comunicazioni e l’Agcom.

 

Arrivano anche i primi positivi commenti alla decisione di far slittare lo switch-off per le due regioni apripista Sardegna e Valle d’Aosta, che dovranno aspettare il 2008 prima di passare alla Tv digitale terrestre (TDT).

 

La proroga per la transizione dalla Tv analogica al digitale terrestre deve essere utilizzata “…per mettere a punto i servizi, i contenuti che saranno forniti agli utenti”. E’ quanto dichiarato da Aurelio Marguerettaz, Assessore regionale all’Innovazione, che commenta così il nuovo protocollo d’intesa tra il Ministero, la Regione e il consorzio attivo in Valle d’ Aosta.

“Il Ministro Gentiloni – ha osservato Marguerettaz – ha espresso parole di condivisione al nostro progetto e sull’aggiornamento della transizione, che non è di ordine tecnologico ma per favorire una maggiore conoscenza del digitale terrestre”.

L’Assessore ha poi precisato che fino al 1° ottobre 2008, data fissata per il passaggio alla TDT (inizialmente doveva avvenire il 31 luglio 2006), proseguirà la sperimentazione “per dare cultura, contenuti e servizi ai cittadini”.

Nel nuovo Protocollo di intesa per la definitiva transizione alla televisione digitale in Valle d’Aosta – che è stato sottoscritto dal Ministro delle Comunicazioni, dal Presidente della Regione, Luciano Caveri, e da Piero De Chiara, presidente dell’Associazione per la televisione digitale terrestre (Dgtvi) – le parti si impegnano “a verificare che siano effettuati tutti gli interventi tecnici affinché gli attuali impianti esercenti in tecnica analogica siano predisposti per la trasmissione in standard digitale entro il 31 luglio  2008”.

Tra l’altro il Protocollo impegna poi alcune reti nazionali a passare, entro il primo marzo 2007, al digitale terrestre a condizione che almeno l’80% delle famiglie possa ricevere la televisione digitale e almeno il 70% con decoder digitali terrestri. Tale scadenza sarà verificata entro il prossimo 30 novembre.

 

Riguardo alle polemiche intorno a questa decisione di far slittare lo switch-off, Marguerettaz ha commentato: “Si vuole demonizzare la tecnologia creando situazioni di panico. Però non tutta la politica, sia quella di sinistra sia quella di destra è ottusa. Dopotutto la televisione digitale terrestre è una realtà: non l’ha decisa né il Ministro Paolo Gentiloni, né Maurizio Gasparri, né tanto meno un piccolo assessore regionale”.

 

Il Ministro ha praticamente fatto sue le proposte e le richieste avanzate un mese fa dal Presidente della Valle d’Aosta che aveva evidenziato che “se non ci sarà un’offerta vera, completa e superiore a quella attuale, canali francesi compresi, non ci sarà nessuno spegnimento”.

 

Gentiloni ha spiegato che la fase di transizione sarà più lunga di quanto era stato previsto e il Governo non si limita a prendere atto di questa realtà, ma avvia una collaborazione con le Regioni e le Imprese di broadcasting per promuovere la transizione nelle nuove scadenze individuate. Il raggiungimento di questi nuovi obiettivi richiede un forte impegno sul lato dell’offerta di contenuti della Tv digitale terrestre.

 

Tra le decisioni del rinvio anche la constatazione che permane sia in Valle sia in Sardegna un’ampia percentuale di popolazione ancora sprovvista del decoder: il dato aggiornato in tempo reale dalle Poste che registrano i contributi pubblici ai decoder TDT evidenziano una diffusione del 54% in Sardegna e del 68%.

 

“Il 2008 è una scadenza reale – ha concluso Marguerettaz – che ci permetterà di far crescere la cultura e l’utilizzo della televisione digitale terrestre, in modo da differenziarla da quella tradizionale”.

 

Altro argomento di vitale importanza per il mercato delle comunicazioni è la Rai e a Venezia Gentiloni è tornato anche su questo aspetto.

 

“Dare alla Rai una maggiore autonomia dal potere e dai partiti” e “distinguere meglio ciò che è servizio pubblico da ciò che è Tv commerciale, facendolo non soltanto con una separazione contabile ma anche l’effettiva distinzione all’interno del gruppo Rai”.

Questi gli obiettivi del Governo per il riassetto della Rai, secondo il Ministro delle Comunicazioni.

Conversando con i giornalisti, Gentiloni ha osservato che “la traduzione di queste intenzioni in provvedimenti andrà fatta nella collegialità del Governo e concordata nella maggioranza”.

 

E poi, commentando le recenti dichiarazioni di D’Alema, Gentiloni ha aggiunto che sulla Rai “…il programma dell’Unione fissa alcuni paletti, tra cui l’impegno a distinguere meglio all’interno di una holding, che resterà unitaria, le società che svolgono missioni distinte – servizio pubblico, Tv commerciale, trasporto delle reti – mantenendo il carattere pubblico della holding”.

“Ognuno poi può avere opinioni particolari – ha risposto Gentiloni – e quella di D’Alema è particolarmente autorevole. Tra l’altro, la mia coincide con la sua – ha precisato il ministro – ma io mi attengo al programma dell’Unione che prevede una holding unitaria e pubblica all’interno della quale ci siano società che svolgono missioni distinte”.

 

Il prossimo 3 luglio, il Ministro delle Comunicazioni terrà la prima sessione di una consultazione pubblica per il rinnovo del contratto di servizio con la Rai, a cui sono stati invitati a partecipare comitati e associazioni e le varie componenti della società civile. La consultazione si svolgerà al Ministero e andrà avanti per un’intera giornata.

“E’ la prima volta che si tiene una consultazione pubblica sul contratto di servizio della Rai e a questa prima sessione – ha sottolineato il Ministro – seguiranno altre giornate. La consultazione proseguirà inoltre sul sito del Ministero delle Comunicazioni, attraverso il sistema Call for Paper”.

“Sarà un modo per individuare meglio le funzioni del servizio pubblico – ha spiegato Gentiloni – con dei contenuti che prevedano da parte della Rai impegni verificabili”.

“L’attuale configurazione del servizio sui ’10 generi’ – ha concluso il Ministro – è insufficiente e una delle possibili strade è quella dell’individuazione del public value (valore pubblico) tipico della BBC”.

 

La industry italiana dell’ICT incontra il Ministro Paolo Gentiloni

 

Isimm e Key4biz promuovono per il pomeriggio del 4 luglio 2006 un incontro tra gli operatori più rappresentativi delle tlc, dei media e di internet ed il Ministro Gentiloni.
Sarà un’importante iniziativa di community in occasione della quale si porranno a confronto le criticità delle aziende e le priorità dell’azione di governo.

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