Dagli spaghetti alle lasagne: ecco come le reti NGN trasformeranno i modelli di business tlc

di Alessandra Talarico |

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Il passaggio alle reti di nuova generazione (NGN) rappresenta forse la trasformazione più importante che il settore dell’ICT abbia mai vissuto. Si tratta tuttavia non di una rivoluzione ma di una evoluzione, che non mancherà di avere implicazioni sul lungo periodo.

 

Secondo la definizione dell’Agcom, le reti di prossima generazione sono quelle reti che “utilizzando il protocollo internet, unificano la trasmissione della voce con quella di video e dati e in cui le funzioni relative ai servizi sono indipendenti dalle tecnologie di trasporto”.

Per l’ITU, invece, “la fondamentale differenza tra le reti attuali e quelle di prossima generazione risiede proprio nel passaggio dall’attuale sistema a commutazione di circuito ai sistemi basati sulla trasmissione a pacchetto”.

 

Entrambe le definizioni descrivono abbastanza bene le reti NGN, la cui essenza, secondo l’analista Ovum Dan Bieler risiede però nella “convergenza tra fisso e mobile, tra voce e dati, tra dati e contenuti e – cosa più importante – tra IT e telecomunicazioni”.

 

Il CTO di BT Group, Matthew Bross, utilizzando un paragone culinario, ha paragonato la transizione dalle reti circuit-switched a quelle packet-based al passaggio “dagli spaghetti alle lasagne”.

Una trasformazione qualitativa e operativa che avrà moltissime ripercussioni su diverse sfere: da quella finanziaria a quella gestionale e regolamentare.

 

Dal punto di vista finanziario, il passaggio alle reti di prossima generazione – per quanto graduale – richiederà senz’altro l’aumento delle spese di capitale: sul medio termine, spiega Bieler, “il rapporto capex/sales per le attività di linea fissa aumenterà di circa 1,5-2 punti percentuale dall’attuale 12-13%”.

 

Le spese di gestione, dovrebbero invece restare stabili almeno inizialmente, prima di offrire potenziali riduzioni dei costi grazie a una più efficiente amministrazione della rete. L’evoluzione dell’opex sarà tuttavia influenzata dalla definizione dei modelli tariffari, che dovrebbero virare con sempre più forza verso schemi flat-rate.

 

In termini operativi, questioni quali la Qualità del servizio (QoS) e l’interoperabilità sono “ovviamente cruciali” per il roll-out delle reti NGN, soprattutto per quanto riguarda uno dei servizi di punta della prossima generazione, ossia il VoIP.

Problemi quali l’impossibilità di controllare la qualità del servizio VoIP al di fuori di una rete privata e la mancanza di interoperabilità tra i diversi provider VoIP soft-client potrebbero infatti rallentare la diffusione della tecnologia.

 

Altra sfida determinante è quella relativa all’adozione e al marketing di tutta una serie di servizi emergenti come l’instant messaging, l’unified messaging, il click-to-talk e il gaming interattivo.

 

Secondo Bieler, “mentre le NGN offriranno l’opportunità di portare questi servizi a un nuovo livello, i vecchi canali di distribuzione diventeranno inadeguati”.

I servizi voce – nell’ambito dell’offerta di connettività a banda larga e di servizi multimediali e di messaging – potrebbero diventare totalmente gratuiti.

 

Tuttavia questo scenario richiede significativi aggiornamenti in particolare nell’area del billing, della formattazione dei contenuti, della gestione di rete e dell’analisi dei dati.

Per questo, spiega Bieler, “è meglio affrontare la migrazione verso le reti NGN in partnership con provider specializzati. Questo, certo, solleva la questione di chi controlla i ‘bit succulenti’ della catena di valore”, una battaglia che difficilmente le telco riusciranno a vincere.

 

Per quanto riguarda gli aspetti regolamentari delle NGN, non esiste attualmente un chiaro framework da nessun lato dell’Atlantico: tutti i Paesi europei stanno cercando un proprio approccio alla questione, coprendo l’intero spettro delle possibilità dal non intervento alla rigida regolazione, mentre a livello comunitario, il dibattito resta incentrato sull’implementazione del nuovo quadro regolatorio piuttosto che su una soluzione specifica per le NGN.

Negli Usa si dibatte invece sulla ‘net neutrality’ e su un approccio regolamentare ‘light’.

 

Le questioni centrali al vaglio dei regolatori riguardano la numerazione, la possibilità di intercettare le chiamate voce e i dati (questione che gli Usa hanno già risolto) e il servizio universale.

Altri temi molto controversi sono quelli relativi all’applicazione di un modello di contabilità regolatoria basata sui costi incrementali di lungo periodo (LRIC) e della contabilità in uscita.

 

Soprattutto, continua Bieler, “c’è la discussione relativa alla riforma del regime di remunerazione inter-carrier all’ingrosso: senza un chiaro framework che definisca chi viene pagato e come, c’è l’ovvio rischio di rinvio del roll-out delle NGN”.

Senza la capacità di prevedere un consistente ritorno economico, gli investimenti resteranno su livelli molto bassi.

 

Le reti di prossima generazione avranno un impatto sostanziale sulla definizione dei modelli di business e dei prezzi di vendita dei servizi: “bisognerà ridefinire il concetto di ‘costo per unità’ e riconsiderare radicalmente i modelli tariffari, sia all’ingrosso che al dettaglio”, ha continuato Bieler, sottolineando che la sfida più difficile potrebbe essere quella dell’unione tra due mondi: quello dell’IT e quello delle telecomunicazioni, dominati da culture fin qui totalmente differenti.

 

Tuttavia, insieme alle altre trasformazioni, quella della cultura è fondamentale perché le reti NGN possano esprimere al meglio il loro potenziale. Forse – conclude quindi Bieler – “la piena evoluzione delle NGN si attuerà soltanto con l’arrivo degli impiegati di prossima generazione”.

 

La industry italiana dell’ICT incontra il Ministro Paolo Gentiloni

 

Isimm  e Key4biz promuovono per il pomeriggio del 4 luglio 2006 un incontro tra gli operatori più rappresentativi delle tlc, dei media e di internet ed il Ministro Gentiloni. 

Sarà un’importante iniziativa di community in occasione della quale si porranno a confronto le criticità delle aziende e le priorità dell’azione di governo. 

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