Web search: Google e Microsoft in lotta per un posto su MySpace?

di Alessandra Talarico |

Stati Uniti


MySpace

MySpace, uno dei più celebri siti web di ‘social networking’ starebbe cercando di stringere un accordo di ricerca con Google o con Microsoft, a conferma della crescente popolarità e del potere acquisito dal sito della scuderia di Rupert Murdoch.

Nato nel 2003 dall’intuizione di Tom Anderson, musicista indipendente che lanciò il sito per creare e offrire spazio gratuito agli artisti che tentano di ritagliarsi uno spazio al di fuori dei circuiti tradizionali, MySpace vanta attualmente circa 80 milioni di utenti più o meno interessati alla scena musicale, che possono sfruttare il sito per farsi conoscere e conoscere gente nuova.

Un successo così dirompente che è valso a MySpace l’ingresso nella News Corporation Rupert Murdoch, che ha acquistato il sito la scorsa estate per 580 milioni di dollari e che ha stuzzicato l’appetito dei motori di ricerca, sempre a caccia di nuovo pubblico per il loro advertising.

Secondo Murdoch, MySpace è in grado di attirare lo stesso pubblico che guarda i programmi di informazione, lo sport o l’entertainment del network televisivo Fox.

Già a metà dello scorso anno, il portale convogliava più dell’8% di tutti i messaggi pubblicitari circolanti in internet, consentendogli di avvicinarsi giganti del Web come Yahoo, Google e AOL.

Il sito è stato anche utilizzato da più di 350.000 musicisti e gruppi tra cui i REM e i Black Eyed Peas – come piattaforma per la promozione dei loro album o per scaricare gli abstract delle loro canzoni.

Ovvio che a questo punto il sito pensi a stringere un’alleanza per permettere a uno dei giganti della ricerca di stabilirsi sulle sue pagine e fornire pubblicità legata ai risultati, dato anche che questi accordi in genere si basano sulla condivisione dei profitti dell’advertising, con la parte del leone destinata al sito che porta il pubblico.

L’affaire MySpace riporta anche in auge l’accesa rivalità nel campo della ricerca tra Google e Microsoft, che lo scorso anno si diedero battaglia per un accordo con AOL, vinto poi da Google che acconsentì a investire nel business 1 miliardo di dollari, attraverso l’acquisizione del 5% della divisione Internet di Time Warner.

La società di Mountain View, del resto, domina incontrastata nel settore della ricerca web con una quota in aprile del 43,1% del totale delle ricerche Usa, in crescita sia rispetto al mese precedente (42,7%) che da un anno prima (36,5%). Al secondo posto Yahoo con il 28% (invariato) e al terzo Microsoft, in calo al 12,9% dal 13,2% di marzo e per la prima volta nell’indagine appare anche – appunto – il motore di ricerca MySpace.com, con una quota dello 0,6%.

Lo stesso vale per il settore della pubblicità online, dove Google dovrebbe aggiudicarsi almeno un quarto dei 15,6 miliardi che secondo eMarketer verranno spesi negli Usa, contro il 20% della rivale Yahoo!.

Microsoft, intenzionata a crescere nel pubblicità online già dal 2004, ha deciso di aumentare gli investimenti nel comparto, e secondo Rick Sherlund, analista di Lehman Brothers, l’iniziativa voluta con decisione dall’amministratore delegato Steve Ballmer comporterà nel prossimo esercizio, quello che parte il primo luglio, a un incremento dei costi del 18%, a 22,3 miliardi.

Intanto, le stime si susseguono: il mercato della pubblicità online, che rappresenta appena il 5% della spesa totale dovrebbe crescere del 24,4% quest’anno, mentre per tutti gli altri settori – Tv, radio, cartellonistica, giornali e posta – la spesa crescerà del 4,2%.

A livello mondiale, secondo Piper Jaffray, tale spesa raggiungerà nel 2010 quota 55 miliardi di dollari, rispetto i 19,5 miliardi del 2005.

La crescente popolarità di siti come MySpace e Facebook, intanto, rischia di spostare l’ago del potere lontano dai tradizionali portali e dai motori di ricerca: la loro attrattiva su un pubblico di giovanissimi ma non solo potrebbe trasformarli nel ‘varco d’ingresso’ verso tutte le altre attività online.

“Abbiamo osservato attentamente l’avanzata di queste comunità online, concludendo che la ricerca diverrà parte integrante della loro evoluzione”, ha dichiarato il Ceo di Google Eric Schmidt.

“E’ da lì che arriverà la crescita”, gli fa eco il Ceo di Microsoft Steve Ballmer.

MySpace non ha ancora rilasciato alcun commento ma Ross Levinsohn presidente di Fox Interactive Media – la divisione internet di News Corp – ha dichiarato la scorsa settimana che il miglioramento delle tecnologie alla base del sito e l’apertura agli advertiser sono “la maggiore priorità” del gruppo.

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