Cinema: il downloading legale non ferma la pirateria. Hollywood nasconde le perdite? 

di Raffaella Natale |

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Dvd pirata

Pirateria e cinema, gli studios di Hollywood tornano a parlare di questo incubo che tormenta le loro notti e svuota le loro casse.

Nonostante l’alta diffusione del downloading legale di film, le perdite sono davvero tante, si parla di 6,1 miliardi di dollari l’anno, su scala mondiale.

L’associazione americana del cinema (Motion Picture Association of America – MPAA), che difende gli interessi delle grosse major, citava cifre più contenute, intorno ai 3,5 miliardi di perdite per il 2004.

 

Ma secondo il Wall Street Journal, che ha svelato questi numeri preoccupanti nei giorni scorsi, le case cinematografiche davanti a questi dati sconcertanti abbiano preferito alzare una cortina di silenzio.

Per mesi i membri del MPAA hanno discusso sull’opportunità di rendere pubbliche queste informazioni. Alcuni studios ritengono che diffondere le cifre aiuterebbe il settore a ottenere una regolamentazione più rigida, ma altri pensano che danneggerebbe il valore di Borsa e ridicolizzerebbe la loro lotta contro la pirateria.

 

Condotto dalla società di consulenza LEK, con metodi più precisi rispetto a quelli usati dalla MPAA, lo Studio rileva che la pirateria sotto tutte le forme costa 1,3 miliardi di dollari l’anno ai grandi studios negli Stati Uniti, 483 milioni in Messico, 266 in Russia e 253 in Spagna, per un totale di 6,1 miliardi di dollari nel mondo. I pirati europei contribuirebbero con circa 2 miliardi di dollari di danni per Hollywood.

 

I 6,1 miliardi di perdite si scompongono in 2,4 miliardi per la contraffazione, 1,4 miliardi per le copie illegali, mentre i restanti 2,3 miliardi sono il risultato della pirateria online, come ha spiegato la MPAA in un comunicato reso noto nella serata di ieri.

 

Le cifre precedentemente pubblicate dalla MPAA confermano che la pirateria nel 2004 era costata circa 3,5 miliardi di dollari al mercato cinematografico, mentre lo scorso anno la stima era di 5,4 miliardi. Le nuove cifre tengono anche conto sia del mancato guadagno dovuto alla scarsa affluenza nelle sale.

L’indagine, che ha coperto 18 mesi, ha riguardato 28 Paesi ed è costata 3 milioni di dollari.

 

Il pirata tipo è un uomo con un’età tra i 16 e i 24 anni, vive in città. A incidere maggiormente sulle perdite di Hollywood sono soprattutto gli studenti americani, sud coreani e ungheresi.

Il presidente della MPAA, Dan Glickman, è convinto che “Questa indagine permetterà di analizzare meglio (la situazione) e concentrare i nostri sforzi sulla lotta contro il furto di film”.

E ha aggiunto “Chiediamo ai governi di tutto il mondo di continuare a lavorare con noi, per limitare l’impatto della pirateria sulle economie locali e l’industria del cinema. I film sono prodotti dotati di valore e la proprietà intellettuale deve essere rispettata“.

 

Questi risultati sono una brutta botta per Glickman, arrivato ai vertici dell’Associazione nel settembre 2004, e che ha fatto della lotta alla pirateria la propria crociata.

La MPAA rappresenta le major Paramount, Sony, Warner Bros, MGM, Universal, Walt Disney e 20th Century Fox. Sono proprio questi studios che registrano i maggiori incassi nelle sale statunitensi.

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