Internet governance: la Ue ribadisce l’importanza della cooperazione internazionale e della libertà di espressione

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


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L’Internet governance – la gestione della rete in tutti i suoi aspetti – torna alla ribalta dopo le polemiche che hanno fatto da contorno al Summit Mondiale sulla Società dell’informazione (Tunisi, 16-18 Novembre 2005) conclusosi con la promessa della creazione di un Forum a cui dovrebbe essere affidato il compito “di facilitare gli scambi di informazioni e best practice; agevolare la risoluzione delle questioni relative all’uso e all’abuso di Internet; identificare problemi emergenti e portarli all’attenzione delle istituzioni e, se opportuno, adottare raccomandazioni”.

 

La Commissione europea ha dunque annunciato oggi le priorità per raggiungere gli obiettivi fissati al WSIS, tra i quali la salvaguardia e il rafforzamento dei diritti umani, nello specifico la libertà di ricevere informazioni e potervi accedere.

Le tecnologie dell’informazione e della comunicazioni dovrebbero essere utilizzate per favorire la creazione di società democratiche aperte e per pervenire a una maggiore crescita sociale ed economica a livello mondiale.

 

Perciò la Commissione chiede l’intensificazione del dialogo internazionale ma anche la messa in opera del Forum sulla governance di internet e di un meccanismo di cooperazione che coinvolga i governi su base egualitaria.

 

La Ue, che non ha mai negato l’eccellente lavoro svolto negli Stati Uniti per assicurare un’amministrazione della rete equa ed efficiente, si è posta fin da subito a metà tra l’unilateralismo degli Usa e il multilateralismo espresso da molti Paesi, che hanno messo in discussione il ruolo di supervisore dell’Icann adducendo la motivazione che non può essere un singolo governo a gestire una parte così importante di internet.

 

L’Icann è un ente non profit, organizzato in sede internazionale, che ha la responsabilità di assegnare gli indirizzi IP (Internet Protocol) e di gestire il sistema dei nomi a dominio, nonché i sistemi di root server.

Quando nacque l’ICANN, alla fine del  98, l’obiettivo era quello di affidare al settore privato la gestione tecnica di controllo della rete Internet; il Dipartimento del Commercio (DoC) del governo degli USA avrebbe dovuto esercitare una funzione di supervisione sulla base di un Memorandum of Understanding per un periodo di due anni, sino al raggiungimento di prefissati obbiettivi. Uno di questi, era quello di aprire il DNS al mercato.

Il che ha precise ragioni storiche: Internet nasce infatti negli Usa e deriva direttamente dalla Internet assigned numbers authority (Iana), che era ancor più direttamente emanazione del governo Usa.

 

“L’Unione europea deve essere in prima linea per creare una società dell’informazione aperta, accessibile e unita, nonché per favorire lo scambio di idee, informazioni e opinioni nel mondo intero”, ha dichiarato Viviane Reding, commissario Ue ai media e alla società dell’informazione.

 

“Lo scorso anno a Tunisi – ha aggiunto – sono stati fatti notevoli progressi verso un consenso mondiale sul fatto che la gestione quotidiana di internet debba avvenire senza interferenze da parte di nessun governo. Bisogna ora assicurare che gli impegni vengano rispettati. Interventi nell’architettura centrale di internet non possono essere più giustificati se non fatti sulla base di principi accettati universalmente”.

 

Nella comunicazione adottata oggi, la Commissione descrive le azioni necessarie a mettere in atto gli impegni presi al WSIS, sottoscrivendo in pieno la dichiarazione finale del Summit sull’importanza essenziale della società dell’informazione per la democrazia e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali – la libertà di espressione e d’opinione, ma anche quella di ricevere informazioni e di potervi accedere.

Ed è per questo che la Commissione si dice preoccupata per l’alto tasso di repressione che diversi regimi in tutto il mondo esercitano sulla rete e incoraggia le aziende coinvolte a elaborare un codice di condotta quest tema cruciale, in collaborazione con le ONG.

 

Per quanto riguarda la governance di internet, la Commissione sottolinea che la creazione di un Forum multilaterale (la cui prima riunione è prevista ad Atene il prossimo autunno) e del modello di cooperazione rinforzata adottato al Summit sono condizioni essenziali per lottare efficacemente contro lo spam e i software nocivi e per assicurare la stabilità di internet come rete mondiale.

 

Quanto al digital divide, la Commissione ha già proposto, a ottobre 2005, una Partnership sulle Infrastrutture che coprirà aree come la strategia e la regolamentazione del settore ICT, la neutralità tecnologica delle reti a banda larga e l’elaborazione di servizi elettronici non commerciali per il continete africano.

 

La Ue si impegna anche a promuovere la cooperazione internazionale nella Ricerca e Sviluppo, una delle priorità nel nuovo programma quadro di ricerca comunitario, con l’apertura di tutte le attività ai ricercatori di paesi terzi e attraverso programmi di ricerca congiunti tra l’Unione europea e specifiche regioni.

 

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Il mondo ICT non è un’isola separata dal resto del mondo.