ICT e occupazione nel Rapporto Federcomin: Tripi, ‘Siamo alla vigilia di una fase importante che ha nella convergenza il suo propellente’  

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Alberto Tripi

La velocità con cui il settore ICT sta evolvendo verso nuovi scenari di integrazione spinge le imprese alla continua ricerca di professionalità adeguate a gestire e guidare i cambiamenti tecnologici e di business in atto.

In questo senso si stima che nel 2010 la richiesta di “skill innovativi” nel settore ICT sarà di oltre 20.000 addetti, con una crescita media annua del 3%.

Saranno necessarie adeguate politiche e investimenti in formazione per soddisfare le esigenze di competenze innovative richieste dal mercato del lavoro per i prossimi anni.

 

Questo il risultato più importante del nuovo Rapporto Occupazione 2006 realizzato da Federcomin, con la partecipazione delle Associate AITech-Assinform e Asstel, e dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie.

 

Il presidente di Federcomin, Alberto Tripi, ha dichiarato: “La fotografia che si ricava dal Rapporto Federcomin indica che la situazione del settore ICT è sostanzialmente statica. Negli ultimi due anni sembra essersi esaurita la spinta all’innovazione, ma molti segnali fanno capire che siamo alla vigilia di una fase importante che ha nella convergenza digitale il suo propellente“.

 

Il presidente ha spiegato che le conseguenze di questo processo si vedranno tra 3-5 anni e saranno profonde. “Nuove tecnologie, nuovi contenuti, nuovi servizi dovranno costituire l’offerta delle imprese ai cittadini e al mondo della produzione. L’offerta dovrà essere sempre più articolata e integrata e in questo le aziende presenti in Italia possono introdurre quella creatività che può rivelarsi una carta vincente nella seconda ondata delle tecnologie della comunicazione”.

“In questa prospettiva – ha concluso Alberto Tripi – si colloca la domanda molto forte che il Rapporto precede da qui al 2010 di nuove competenze e di addetti con skill innovativi. Al tempo stesso è immaginabile che emerga sempre più forte l’esigenza di una maggiore flessibilità del mercato del lavoro, una flessibilità che deve essere regolamentata più di quanto non sia stato fino ad oggi”.

 

L’edizione 2006 del Rapporto Occupazione, del quale viene diffusa una prima sintesi, ha introdotto una importante novità relativa al perimetro di analisi, allargando il confine tradizionale del settore dell’ICT al segmento dei Media digitali (televisione digitale, produzione di contenuti digitali).

 

La situazione occupazionale dell’ICT va, infatti, collocata in un contesto che vede il settore attraversare una fase di profondo cambiamento, per effetto principalmente di tre fattori:

  • il forte incremento dell’evoluzione tecnologica a tutti i livelli,

  • lo sviluppo della convergenza e dell’economia digitale,

  • la conseguente evoluzione del business delle aziende e degli assetti di mercato.

L’evoluzione non sarà solo di tipo tecnologico, ma inciderà anche sui modelli di business modificando profondamente le professionalità richieste dalle aziende, che saranno sempre più orientate alla multidisciplinarietà, alla tecnologia ma anche alle competenze di processo e di settore. Solo le imprese che investiranno con continuità nella qualità delle risorse umane, quindi, potranno rimanere al passo con l’evoluzione tecnologica ed essere competitive.

  

Le imprese ICT: in crescita fino al 2004, stabili nel 2005. Presenti situazioni di criticità

Il numero totale di imprese con addetti del settore ICT in Italia è passato da 110.400 nel 2001 a 112.600 nel 2005 (sono incluse le imprese di capitale e di persone, nonché le ditte individuali, ma non i liberi professionisti), con un incremento complessivo dell’1,9%. Le variazioni percentuali del numero delle imprese risultano positive fino al 2004, pressoché stabili nel 2005 (-0,3%).

Tra le imprese ICT la quota di quelle che sono in situazione di criticità – ovvero quelle sospese, in liquidazione o in fallimento – risulta in crescita progressiva dal 2002, e nel 2005 è pari all’11%. Il dato esprime uno stato di sofferenza diffuso in tutti i comparti, con l’unica eccezione del settore dei Media, che dopo la crisi del 2000 registra una diminuzione delle situazioni di criticità.

 

L’occupazione ICT: aumentano flessibilità e addetti del comparto Software e Servizi

Nel settore ICT si riscontra una diminuzione occupazionale: da 697.000 addetti ICT (dipendenti e indipendenti) nel 2001 a 675.000 nel 2004, con un saldo negativo di 22.000 unità, legato per lo più alle situazioni di ristrutturazione. L’unico comparto che ha visto crescere il numero di occupati è quello relativo a Software e Servizi, cresciuto di circa 10.000 unità nel periodo considerato. Per quanto riguarda le tipologie contrattuali si registra un aumento della flessibilità lavorativa. Dal 2001 al 2004 la differenza fra addetti nominali ICT e risorse Full Time Equivalent (a tempo pieno) è passata da 28.100 unità a 40.900 (con un aumento del 46%). Si riscontra dunque una tendenza verso l’aumento di tipologie occupazionali di natura atipica, dettata da una maggiore flessibilità del mercato del lavoro. Anche nel settore delle imprese utenti il ricorso alla flessibilità per gli addetti con funzioni ICT è in aumento: si è passati dai 21mila del 2001 ai 32mila del 2004, con un aumento complessivo del 52%.

 

Oltre 4 milioni di Power User e oltre 7 milioni di Generic User

Nel 2005 il numero di Power User (gli utilizzatori evoluti delle molteplici soluzioni applicative esistenti) risulta pari a circa 4,2 milioni, ovvero il 27,1% del totale occupati dipendenti (contro il 26,3% che si registrava nel 2003). Rispetto alla crescita media dell’occupazione complessiva dal 2003 al 2005 si rileva, per i Power User, una dinamica superiore e pari al 3,4%.

I Generic User (gli utilizzatori ICT di più basso profilo) sono circa 7,1 milioni (il 45,9% del totale).

I restanti 4,2 milioni sono costituiti dai cosiddetti No User, cioè da lavoratori che non fanno alcun uso di soluzioni ICT. (r.n.)

 

Sintesi Rapporto Occupazione 2006

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