Tlc: l’Italia passa l’esame di Bruxelles. Landolfi: ‘Successo basato su concorrenza, tariffe contenute e accessibilità delle linee ULL’

di Alessandra Talarico |

Europa


Telecomunicazioni

Come key4biz.it ha già anticipato nei giorni scorsi, il mercato italiano delle tlc ha pienamente superato l’esame di Bruxelles, meritando gli elogi del Commissario Ue ai media e alla società dell’informazione Viviane Reding, in occasione della presentazione dell’ultima relazione della Ue sulla regolamentazione e i mercati europei delle comunicazioni elettroniche.

 

Certo, i problemi non mancano, ma secondo Bruxelles l’Italia, con i suoi 65 milioni di abbonati alla telefonia mobile e oltre 6 milioni di connessioni in banda larga, prosegue nella giusta direzione.

 

Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente dell’Autorità per le Comunicazioni, Corrado Calabrò, secondo cui “la Commissione europea, pur incoraggiandoci a fare ancora di più, ha constatato i successi della politica regolamentare italiana, particolarmente nella diffusione della larga banda e nello sviluppo della concorrenza nelle infrastrutture di telecomunicazioni fisse”.

 

Se nella telefonia mobile siamo secondi in Europa, Calabrò sottolinea le ottime performance anche in quella fissa e in particolar modo nella diffusione della larga banda con oltre sei milioni di linee attivate e un incremento del 382% in due anni, con un calo dei prezzi del 50% in sette mesi e il secondo posto per numero di linee attivate da operatori alternativi a quello dominante, a dimostrazione dell’ elevato grado di concorrenza raggiunto.

 

In questo contesto, appare più evidente l’importanza dell’elezione dell’Agcm alla presidenza dell’European Regulators Group per il 2007. L’ERG è l’organismo che riunisce tutte le autorità di regolamentazione del settore con l’obiettivo di supportare la commissione Ue nell’applicazione e la definizione del quadro regolatorio europeo.  

 

I complimenti della Reding hanno lusingato anche il ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi: “Prendiamo atto con soddisfazione – spiega in una nota – del lusinghiero giudizio espresso dal Commissario europeo Reding sullo sviluppo del mercato italiano delle telecomunicazioni basato su concorrenza, pluralità dell’offerta, tariffe contenute e accessibilità delle linee all’ultimo miglio”. 

  

A livello europeo, l’apertura del mercato tlc, “ha avuto successo, contribuendo a una crescita più che proporzionale dell’economia di settore”, ha spiegato la Reding commentando i risultati dell’11° rapporto sull’implementazione del framework comunitario negli Stati membri.

Gli sforzi regolamentari intrapresi dalla Ue hanno ad esempio permesso una forte riduzione dei prezzi della telefonia fissa, decresciuti del 65% tra il 2000 e il 2005, mentre la penetrazione della telefonia mobile ha quasi raggiunto il 93% e ha superato il 100% in otto Stati membri.

 

L’ingresso sul mercato di nuovi operatori ha ugualmente accelerato la diffusione della banda larga che conta, a livello europeo, oltre 53 milioni di abbonati, 20 milioni in più rispetto a dicembre 2004.

In questo settore, alcuni Stati membri come i Paesi Bassi, la Finlandia e la Svezia hanno raggiunto ormai un tasso di penetrazione superiore a quello registrato negli Usa e in Giappone.

 

A gettare un’ombra su un quadro così splendente, le quote di mercato ancora troppo alte di alcuni ex monopolisti e le tariffe di roaming, spina nel fianco del Commissario Reding che ha deciso di mettere a punto una nuova legislazione che costringa gli operatori ad applicare all’estero le stesse tariffe del mercato domestico.

 

Il nuovo framework comunitario sulle comunicazioni elettroniche è stato introdotto nel 1998, per consentire l’ingresso di nuovi operatori su un mercato del valore stimato di 614 miliardi di euro, di cui 273 miliardi per le telecom.

 

Dalla relazione emerge che alcuni Stati membri hanno ormai adottato tutta la legislazione nazionale e tutte le pratiche normative necessarie per l’applicazione delle norme comunitarie, mentre i restanti Stati membri hanno compiuto importanti progressi. La Grecia, ultimo Stato membro a recepire la normativa nel proprio ordinamento nazionale, ha completato la procedura nel gennaio 2006.