Tempo di trimestrali: deludono Intel e Yahoo, luci e ombre per IBM

di Alessandra Talarico |

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Deludono i conti trimestrali dei big tecnologici Usa, Intel e Yahoo! in testa, considerati indice dello stato di salute di un comparto sul quale ora si allunga l’ombra dei timori sulla solidità degli utili. L’unica a sorridere è IBM.

 

Intel, maggiore produttore mondiale di chip, ha registrato un utile trimestrale in crescita del 25% circa a 2,5 miliardi (40 centesimi per azione) contro i 2,1 miliardi (33 centesimi) dello stesso periodo del 2004.

Il  risultato è tuttavia inferiore alle attese degli analisti, che aspettavano un utile per azione di 43 centesimi, a causa del calo nella domanda di processori per desktop.

Anche i ricavi, che pure sono  cresciuti di oltre il 6% e hanno per la prima volta superato i 10 miliardi (10,2 per l’esattezza), si collocano al di sotto del consensus di 10,56 miliardi.

 

Per l’intero 2005, i ricavi si sono attestati a 38,8 miliardi di dollari, in crescita del 13,5% rispetto ai 34,2 miliardi del 2004. L’utile netto è cresciuto del 15% a 8,7 miliardi di dollari.

 

Per quanto riguarda invece il 2006, il gruppo attende una crescita minore rispetto agli ultimi anni: i ricavi del primo trimestre dovrebbero attestarsi tra 9,1 e 9,7 miliardi di dollari e il margine lordo al 59%, in linea comunque con le previsioni industriali e con l’andamento generale dell’economia.

 

“Il 2005 è stato un buon anno, disturbato da un pessimo dicembre”, ha dichiarato il CFO di Intel, Andy Bryant, mentre il Ceo Paul Otellini si dice sicuro che le quote di mercato perse – in favore della rivale Advanced Micro Devices – verranno di sicuro recuperate nel corso di quest’anno.

Gli analisti di Lehman Brothers hanno definito “deludenti” le previsioni del gruppo e si interrogano sulla possibilità che il colosso riesca a recuperare nei tempi previsti dal management.

 

A conferma della delusione del mercato, il titolo Intel ha perso nelle contrattazioni serali il 9% a 23,22 dollari, mentre gli analisti di Ubs, Citygroup e JKP Securities hanno tagliato il rating sulla società.

 

Yahoo, invece, ha chiuso il quarto trimestre con un utile netto di 683,2 milioni di dollari (46 centesimi per azione), quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo 2004. Al netto di alcune componenti straordinarie, però, il risultato scende a 16 centesimi per azione, sotto quota 17 attesa dagli analisti.

 

La crescita della raccolta pubblicitaria ha fatto balzare i ricavi, in rialzo del 39% a 1,5 miliardi, ma escludendo i costi di acquisizione del traffico il dato si riduce a 1,068 miliardi, anche in questo caso leggermente sotto le stime di 1,07 miliardi.

 

Il titolo è stato quindi decisamente penalizzato nel dopoborsa, perdendo il 12,5% a 35,11 dollari, tornando ai livelli di tre mesi fa.

 

Yahoo è alla ricerca di nuove vie per colmare il gap con Google nel campo della pubblicità e della ricerca.

I dirigenti del gruppo hanno attribuito le deludenti performance agli ingenti investimenti fatti per espandere l’audience globale, inclusi l’iniziativa Connected Life per estendere la portata dei servizi del portale anche ai telefonini e alla Tv e la ristrutturazione delle attività in Cina.

 

Luci e ombre, infine, per la trimestrale di IBM, il primo gruppo al mondo servizi informatici, che ha registrato un utile netto di 3,19 miliardi, pari a 1,99 dollari per azione, in aumento sui 2,83 miliardi dello stesso periodo 2004 (1,67 dollari per azione) e oltre gli 1,94 dollari attesi dagli analisti.

I ricavi, invece, sono scesi del 12% a 24,4 miliardi di dollari e inferiori al consenus, a causa di una serie di fattori quali il mancato apporto del business PC ceduto di recente alla cinese Lenovo, che contava per circa 2,9 miliardi sul totale, e l’effetto cambi sfavorevole.

Esclusi i pc il fatturato di IBM per il 2005 è ammontato a 88,3 miliardi, in rialzo del 3% rispetto al 2004.

 

Le performance, secondo quanto reso noto dalla società, beneficiano degli effetti della profonda ristrutturazione voluta dal numero uno Sam Palmisano, che ha puntato prima di tutto sui servizi di consulenza alle imprese.

 

In Borsa, IBM è riuscita a limitare la discesa all’1,3% poco sotto 68 euro.