ICT: Stanca conferma i problemi strutturali, ma sottolinea i risultati dell’Italia nell’innovazione digitale

“Dal Rapporto emergono elementi che ci penalizzano, ma che vengono da lontano”, ha detto ricordando che “tra i fattori che pesano di più ci sono quelli strutturali, come la bassa percentuale di popolazione laureata ed in particolare di laureati in materie scientifiche; la questione della ridotta dimensione delle nostre imprese, in gran parte piccole e medie; la bassa spesa per ricerca e sviluppo da parte delle piccole imprese e la carenza del ricorso al venture capital nel nostro sistema finanziario. Tutti fattori che possono essere migliorati solo nel lungo periodo di tempo”.

Ma Stanca ha pure sottolineato che nel Rapporto UE “ci sono anche diversi aspetti positivi, che ci devono dare fiducia per il futuro e stimolarci a rafforzare il nostro impegno”.

In generale, ha spiegato, “l’Italia è il Paese con un tasso di crescita dell’indice di innovazione nella media europea, davanti a Svezia, Francia e Gran Bretagna, e si pone subito dopo il novero dei Paesi più avanzati, non di quelli in retrocessione, come Spagna e Belgio”.

In particolare, ha aggiunto il Ministro, “l’Italia registra un elevato tasso di penetrazione della larga banda, l’infrastruttura immateriale fondamentale per la competitività del Paese e per questo uno dei punti nodali dell’impegno del Governo sul fronte dell’innovazione digitale. Ma denota pure un’alta percentuale di imprese che ricevono fondi pubblici per l’innovazione, confermando così anche su questo fronte la validità dell’impegno e dell’azione del Governo a sostegno dell’innovazione tecnologica delle Piccole e medie aziende”.

Anzi, ha concluso il Ministro Stanca, “l’European Innovation Scoreboard sottolinea testualmente che l’Italia, così come la Francia, ma anche la Finlandia ed i Paesi Bassi è uno di quelli che trasforma in maniera più efficiente gli input innovativi”.