Abolizione del Sic e nuova legge sul cinema nel programma dell’Unione. Per Landolfi, ‘un dannoso passo indietro’

di Raffaella Natale |

Italia


Mario Landolfi - Ministro delle Comunicazioni

Si torna a parlare del Sic, il Sistema Integrato delle Comunicazioni, come introdotto dalla Legge Gasparri. A farlo è il Ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi davanti alla scelta dell’Unione di abolire il Sic, come si evince dalla bozza del programma elettorale.

 

Per il ministro si tratta di “un dannoso passo indietro” e spiega che “Il Sic stabilisce un limite anticoncentrazione nel settore dei media il cui calcolo per quanto complesso è assolutamente possibile e fattibile. Il Sic infatti consente di monitorare le dinamiche della convergenza tra Tv, Carta Stampata, Telefonia, Internet, Cinema e Audiovisivi. Eliminarlo, così come vuole fare l’Unione – conclude Landolfi – equivale a negare la modernità e di conseguenza a perdere di vista l’integrazione sempre più evidente tra i vari settori. Sarebbe un dannoso passo indietro”.

 

Nella bozza del finale del programma dell’Unione si parla, infatti, della necessità di adottare una nuova legge sul cinema preceduta da “una legge antitrust che disciplini orizzontalmente o verticalmente gli interessi nelle televisioni, telecomunicazioni, stampa, nuovi media e contribuisca a ricreare il mercato superando l’attuale duopolio”.

 

Come spiega l’Unione, punti qualificanti di questa legge saranno un fondo di garanzia per il cinema e l’audiovisivo, che non si fermi alla revisione del Fondo Unico per lo spettacolo (FUS), ma estenda il prelievo di risorse; una struttura gestionale autonoma, sul modello del Centro nazionale cinematografico francese, che ricopra tutte le competenze fino ad oggi affidate ad enti pubblici o semi-pubblici diversi, consentendo un notevole risparmio gestionale”.

 

Al contempo, si legge in una nota, vanno pensate “forme di esenzione e Incentivi fiscali o scudo fiscale, la promozione di iniziative volte alla formazione culturale del cittadino e alla diffusione della cultura cinematografica, a partire dalla scuola pubblica” ed anche “l’adozione di misure di sostegno e incentivazione per favorire la programmazione nelle sale delle opere cinematografiche italiane ed europee”.

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