Strategie. Il business delle TLC nell’era di Internet. Dècina: ´Per le Telco nuovi modelli di business e nuove alleanze per creare maggior valore aggiunto´

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Mondo


Maurizio Dècina

l’analisi di Maurizio Dècina viene pubblicata contemporaneamente su Beltel, ottobre 2005, e Key4biz. Di questo ringraziamo Beltel. 

 

di Maurizio Decina

Politecnico di Milano

Advisory Board di Key4biz

   

I signori di Internet

¿How the internet killed the phone business¿ è il titolo dell’Economist del 17 settembre 2005, che commenta la recente acquisizione da parte di eBay, il colosso delle aste on-line con 140 milioni di clienti, di Skype, leader della telefonia su IP di tipo peer-to-peer (p2p) con 55 milioni di clienti. Il prezzo della transazione è fissato a 2,6 miliardi di dollari pari a 43 volte il fatturato atteso di Skype nel 2005: 60 milioni di dollari.

eBay ha acquistato Skype; Microsoft annuncia l’estensione del server di posta elettronica Outlook verso la telefonia su IP, acquista Teleo, un fornitore di telefonia IP p2p, e parla di merger dei servizi online MSN con AOL posseduta da Time Warner; Google acquista le fibre spente (dark fibers) per connettere i suoi centri di servizio sparsi per il mondo e annuncia Google Talk, un¿applicazione di instant messaging aperta alla telefonia p2p, …

Addio al business delle TLC?

 

VoIP p2p: Skype

La tecnologia VoIP (Voice over Internet Protocol) consiste nel trattare la voce come un messaggio incapsulato in un pacchetto dati. E¿ nota da oltre 30 anni, ha avuto le prime applicazioni in ambito militare e da oltre vent¿anni è impiegata su Internet per le comunicazioni da PC a PC. La conversazione telefonica necessita di ritardi di trasmissione limitati, diciamo a un decimo di secondo. Con la qualità ¿best effort¿ classica di Internet il ritardo di trasmissione non è invece garantito e fino a pochi anni fa le telefonate gratuite su Internet soffrivano di grandi ritardi, pari a qualche secondo. Anche Skype non garantisce la qualità del servizio e spesso la qualità della comunicazione è cattiva.

Quando si parla di VoIP è opportuno distinguere tra due grandi applicazioni di telecomunicazioni. l’uso del VoIP è previsto da tutti i gestori di telecomunicazioni: la tecnologia di Internet viene impiegata per fornire telefonia di alta qualità in un modello di business analogo a quello corrente, anche se in previsione di un declino progressivo delle tariffe telefoniche. Nel giro di dieci-quindici anni la totalità delle telefonate sarà realizzata a pacchetto con standard IP: gli accessi a larga banda, fissi (xDSL, FFTB) e mobili (Wi-Fi, WiMAX, HSDPA) sono gli abilitatori di questa trasformazione progressiva e inesorabile della voce da modalità a circuito (POTS, ISDN, GSM, UMTS) a pacchetto (VoIP).

l’altra applicazione del VoIP è quella di tipo peer-to-peer: la modalità realizzata da Skype. Leader di mercato nella telefonia via web, nata nel 2003 su iniziativa di Janus Friis e Niklas Zennstrom, Skype ha 55 milioni clienti, di cui 2 milioni a pagamento. Skype utilizza un protocollo proprietario, basato sul peer-to-peer di Kazaa per messaggistica e trasferimento di file, e un formidabile algoritmo di crittografia, l’AES (Advanced Encryption Standard).

Durante tutta l’estate 2005 abbiamo sentito parlare di applicazioni e fornitori di servizi VoIP p2p: Teleo, acquistato da Microsoft; IPdrum, un toolkit norvegese per estendere la telefonia Skype ai cellulari; Peerio, un¿applicazione lanciata da Popular Telephony e destinata al segmento affari del VoIP p2p; GoogleTalk, un servizio di instant messaging XMPP (Extensible Messaging and Presence Protocol) esteso al VoIP; VoipBuster, un fornitore svizzero che offre la telefonia gratis anche verso i telefoni tradizionali fissi (servizio PC-to-phone, alla SkypeOut, gratuito!).

 

Come funziona Skype

Ma cerchiamo di capire come funziona Skype nel caso delle telefonate da PC a PC. Il software client di Skype viene scaricato gratuitamente (quasi 170 milioni di download) nei PC ospiti, i ¿nodi¿ della rete p2p. 55 milioni di utenti si sono iscritti al servizio Skype. l’architettura di rete p2p ha due livelli: i ¿nodi¿ e i ¿supernodi¿, ogni supernodo controlla dai cento ai trecento nodi. Il supernodo è un PC, registrato con un indirizzo IP pubblico, che si impegna ad offrire capacità di calcolo, memoria e banda di accesso gratuitamente per ospitare le conversazioni telefoniche dei ¿nodi¿ dai lui controllati. In altre parole, un supernodo è una specie di router/gateway, ospitato nel computer di un abbonato volontario e attraversato dalle comunicazioni vocali crittografate dei nodi controllati. La crittografia di Skype non è quindi un opzione, ma è parte integrante del modello di rete. La funzione del supernodi è quella di offrire le comunicazioni a PC non dotati di indirizzo IP pubblico, ad esempio collocati all’interno di reti locali d’impresa: i supernodi permettono di far passare le comunicazioni VoIP attraverso i firewall di sicurezza che presidiano l’accesso alle reti locali. Questa caratteristica di Skype, e cioè di abilitare le conversazioni telefoniche tra PC collocati all’interno di Intranet aziendali, è certamente una delle ragioni del suo successo.

Il protocollo peer-to-peer di Skype (ricordiamo che si tratta di un protocollo proprietario e ¿segreto¿) viene pienamente impiegato soltanto tra i supernodi, mentre le relazioni tra nodi e supernodi sono di tipo client-server.

 

Il traffico di Skype

Nell’ambito di una ricerca in atto per ThinkTel, in ICT Consulting abbiamo monitorato il traffico di Skype e misurato nel periodo luglio-agosto 2005 la presenza simultanea in Internet di circa 3 milioni di utilizzatori di Skype (sui 55  milioni registrati). La ¿presenza¿ in rete e l’annuncio della disponibilità a ricevere messaggi o telefonate sono i piccanti ingredienti del servizio innovativo offerto dal VoIP p2p rispetto al VoIP tradizionale, alla telefonia tradizionale. I 3 milioni di utilizzatori presenti non necessariamente stanno eseguendo una telefonata. La qualità del servizio delle probabili 1-2 milioni di telefonate Skype simultanee è buona (certamente accettabile, visto anche il costo del servizio) grazie alla banda residua dei backbone di Internet e grazie alla capacità elaborativa e trasmissiva messa a disposizione da qualche decina di migliaia di abbonati volenterosi, i supernodi.

Quindi, il servizio VoIP p2p di Skype si basa sulla disponibilità di risorse gratuite, sia in termini di PC clienti che operano come macchine virtuali di rete (router in tempo reale in questo caso, commutatori di messaggio nel caso dello streaming di file MP3 di Kazaa), sia in termini di banda residua delle direttrici di Internet nel mondo.

Nel peer-to-peer, i calcolatori host svolgono anche funzioni di rete (routing), i client possono anche svolgere le funzioni dei server: il fenomeno dei supernodi è probabilmente destinato a durare, vista la crescita esponenziale delle prestazioni di calcolo dei PC commerciali e delle bande degli accessi a larga banda (vedi xDSL). Tuttavia, i supernodi condizionano le prestazioni di ritardo delle telefonate tra nodi Skype: al crescere del traffico i requisiti per eleggere i supernodi si faranno sempre più stringenti. A un certo punto serviranno dei potenti supernodi dedicati e gestiti in rete da Skype?

Per quanto riguarda invece la banda residua su Internet e la qualità del servizio telefonico, al crescere del traffico telefonico i supernodi dovranno inesorabilmente instradare le comunicazioni telefoniche su porzioni di Internet che garantiscono i ritardi (ad esempio, i backbone MPLS). Quando, e con che modello di business, Skype impiegherà collegamenti Internet con garanzia della qualità di servizio?

 

Modelli di business

I modelli di business che verranno adottati per fornire qualità di servizio al VoIP p2p sono ancora da scoprire, ma i signori del web, Google, Microsoft, eBay, Yahoo, combattono per la conquista dell’interfaccia finale verso il cliente, la ¿home page¿, il ¿desktop¿, la ¿barra di navigazione¿, per collezionare pubblicità personalizzata e per offrire servizi al mondo del consumo e a quello degli affari.

Per gestire la loro comunità di clienti (clienti dei motori di ricerca, degli acquisti in rete, dei prodotti software e dei servizi) i signori del web impiegano sistemi di comunicazione interattivi di messaggistica (instant messaging, posta elettronica), e diffusivi (video e audio-streaming). Non ci si deve quindi meravigliare che l’oggetto del loro desiderio sia oggi la comunicazione vocale in rete. Nel modello di telefonia p2p su Internet, le web companies si presentano come dei veri e propri Asp (Application Service Providers), con un¿unicità di interfaccia verso il cliente, la cui identità digitale e la cui agenda dei contatti in rete sono gli ingedienti di abilitazione del business. I carrier, gli ISP (Internet Service Providers) forniscono l’accesso a larga banda, la connettività di rete e la qualità del servizio.

 

New Wave Business

Non credo che il business tradizionale degli operatori di telecomunicazioni sia morto, tuttavia, la telefonia p2p su Internet darà parecchio filo da torcere alle compagnie telefoniche tradizionali (fisse e mobili) nei prossimi due/tre anni.

Mi sembra che ci siano alcune contromosse possibili da parte degli operatori TLC, tra cui elenco le seguenti.

  • Accelerare la transizione delle loro reti verso la tecnologia IP, le reti NGN (Next Generation Networks), come ha già fatto Fastweb o come vuole fare BT con la sua rete del futuro 21CN (21th Century Network).

  • Migliorare la capacità di erogazione di servizi informatici applicativi in rete, magari con alleanze e acquisizioni, seguendo il comportamento esemplare di BT negli ultimi 5 anni alla caccia di nuovi mercati: ¿New Wave Business¿ (Networked IT Services, Fixed-to-Mobile Convergence e Broadband Access).

  • Prepararsi nel medio termine a nuovi modelli di business, ad alleanze e fusioni societarie, per valorizzare le infrastrutture di accesso e le reti di connettività nella catena di fornitura dei servizi applicativi ai clienti: nell’era di Internet, la telefonia sarà integrata con il servizio di ¿presenza¿ e gli altri media comunicativi per creare maggior valore aggiunto.

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