Pedopornografia: la banda larga alimenta il mercato e rende difficile l¿identificazione dei colpevoli

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L¿arrivo della banda larga sul mercato di massa ha alimentato lo scambio di foto e video pedo-pornografici su Internet, rendendo al contempo pi&#249 difficile l¿identificazione di chi le diffonde o le acquista.

La rete, certo, non ha creato il fenomeno della pedofilia ma ha favorito gli scambi di materiale, poich&#233 permette di agire anonimamente nella privacy della propria casa.

I mezzi a disposizione delle forze dell¿ordine sono inadeguati, denuncia un magistrato, poich&#233 i volumi degli scambi sono sempre pi&#249 importanti e il fenomeno &#232 ormai esteso a livello mondiale.

La pedo-pornografia viene definita nel ¿Protocollo Opzionale sulla vendita di Bambini, la Prostituzione Minorile e la Pedopornografia¿ delle Nazioni Unite, come ¿ogni rappresentazione, con qualunque mezzo, di un bambino in attivit&#224 sessuali esplicite, reali o simulate o qualunque rappresentazione degli organi sessuali di un bambino per scopi principalmente sessuali¿.

Uno tra i crimini pi&#249 vergognosi, proprio perch&#233 colpisce i pi&#249 indifesi, i bambini appunto, cui viene rubata l¿innocenza.

Per gli esperti riuniti in Francia alla Conferenza sulla famiglia, va inoltre imbarbarendosi la natura delle immagini, sempre pi&#249 hard e violente, un orrendo mix di zoofilia e pedofilia, di bambini filmati mentre vengono violentati.

La differenza tra semplice internauta curioso e pedofilo attivo, intanto, &#232 sempre pi&#249 labile e ¿ secondo le forze dell¿ordine – chi frequenta con assiduit&#224 determinati siti, pi&#249 facilmente sar&#224 colpevole di reati legati alle pedo-pornografia.

&#200 sempre pi&#249 difficile poi, identificare il ¿pedofilo tipo¿, dal momento che la fascia di et&#224 e la provenienza sociale di chi si macchia di simili reati &#232 sempre pi&#249 allargata: dai minori agli ottuagenari, dagli studenti agli uomini d¿affari insospettabili.

La rete, inoltre, &#232 sempre pi&#249 usata per adescare minori infiltrandosi nei posti da loro pi&#249 frequentati, come le chat room.

Cosciente di questi pericoli, il Parlamento europeo ha rivolto all¿Unione europea una proposta di raccomandazione, perch&#233 si prendano presto le misure necessarie atte a proteggere i minori dai pericoli e dalle insidie di Internet. In questo senso ha proposto la creazione di un dominio Web definito dal suffisso ¿.kid¿, sottoposto al controllo di un¿Autorit&#224 indipendente.

L¿eurodeputata francese Marielle De Sarnez ha sottolineato che ¿Le statistiche pi&#249 recenti hanno dimostrato che i giovani spendono pi&#249 tempo su Internet che davanti al televisore e che online vi sono circa 260 milioni di pagine web dai contenuti pornografici. La relazione segnala, inoltre, che in alcuni Stati membri (tra cui Irlanda, Svezia e Danimarca) un giovane su tre che prende parte a forum o chat &#232 soggetto a proposte sessuali¿.

“Succede che l”autoregolamentazione non basta pi&#249 e che la responsabilit&#224 dei provider &#232 insufficiente”, ha aggiunto la parlamentare europea.

Pi&#249 precisamente, la relazione chiede che vengano adottate misure adeguate per la difesa dei bambini dai contenuti inappropriati presenti sulla Rete. I deputati, innanzitutto, ritengono necessario che non solo i politici, ma anche la societ&#224, la scuola e genitori prendano provvedimenti per soluzioni concrete e a loro dovrebbe quindi essere destinata una formazione permanente sull”utilizzo di Internet.

I bambini, inoltre, dovrebbero beneficiare di un insegnamento specifico sulla navigazione e su come evitare ¿i tranelli e i pericoli¿ in cui possono imbattersi. (a.t.)

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