Pirateria musicale: le grandi major attaccano il motore cinese Baidu.com

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Le maggiori etichette musicali del mondo – Universal, EMI, Warner, Sony BMG e le loro filiali – hanno intentato una causa contro il motore di ricerca cinese Baidu.com, accusato di violazione del diritto d¿autore di centinaia di canzoni.

Lo ha reso noto il quotidiano economico The Standard, sottolineando che anche major di minor calibro – Cinepoly, Go East, Gold Label ¿ si sono accodate al procedimento, mentre l¿etichetta discografica cinese Shanghai Busheng Music Culture Media ha intentato un¿azione legale lo scorso giugno.

Secondo gli editori musicali, Baidu, noto anche come il ¿Google cinese¿, non farebbe nulla per impedire il download illegale, favorendo, anzi, l¿accesso ai siti peer-to-peer.

Baidu.com potrebbe essere dunque costretto a chiudere il suo motore di ricerca MP3, uno fra i pi&#249 popolari tra i giovani internauti cinesi.

In un comunicato citato dal giornale, Baidu riconosce ¿la disputa in questione¿, ma si rifiuta di commentare la vicenda, come sua abitudine in queste occasioni.

La societ&#224 aggiunge tuttavia, di essersi sempre battuta per il ¿miglioramento della protezione dei diritti d¿autore¿ e di stare discutendo la questione con le parti coinvolte.

Il vicepresidente marketing di Baidu, Liang Dong, avrebbe effettivamente avuto degli incontri dall¿esito ¿positivo¿ con i rappresentanti di diverse major, tra cui EMI, TR Music, Huayi Brothers, Beijing Chuangmeng Music e Guangdong Freeland Music, con l¿obiettivo di cooperare e creare una piattaforma per il download legale.

Nel frattempo, per&#242, le major esigono, oltre ai danni economici, la sospensione di tutti quei servizi che consentono agli internauti di avere accesso gratuito a prodotti coperti da copyright.

Baidu.com controlla il 37% del mercato della ricerca Web cinese, seguita da Google al 23%.

La societ&#224 ha fatto un trionfale ingresso in Borsa all¿inizio d¿agosto, dove il titolo ha quintuplicato il suo valore in appena tre giorni.

La notizia della causa, arriva per&#242 in un momento molto delicato: mercoled&#236, le azioni della societ&#224 hanno perso il 28% sulla Borsa di New York in seguito alle dichiarazioni di alcuni analisti, secondo cui il titolo sarebbe stato eccessivamente ¿sopravvalutato¿.

Anche dopo lo scivolone,comunque, le azioni hanno chiuso a 83 dollari, pi&#249 del triplo del prezzo dell¿Ipo.

La societ&#224 ritiene che, essendo il processo di ricerca automatico, Baidu fornisca soltanto un servizio basic, come quello offerto da tuttigli altrimotori, e nonsia affatto coinvolto in alcuna violazione del copyright.

L¿industria discografica sostiene invece che in un precedente caso, un tribunale cinese ha stabilito che la ricerca di MP3 &#232 illegale.

ChinaMP3.com &#232 stato ritenuto colpevole di offrire link a copie illegali di canzoni coperte da diritto d¿autore e alla compagnia &#232 stata comminata una multa di 310 mila yuan in quattro casi relativi a 70 canzoni.

Sotto pressione da parte delle major straniere e locali, il governo di Pechino ha inasprito i controlli sul download illegale di qualsiasi cosa, dalle canzoni ai film alle suonerie per il telefonino.

In base alle nuove leggi, i siti che offrono contenuti illegali rischiamo pesanti multe.

I profitti dell¿industria musicale sono letteralmente crollati negli ultimi anni e le major danno la colpa al download dalla rete, chiedendo la chiusura immediata di tutti i siti che consentono il download e lo scambio di brani protetti da copyright.

Di recente, Netease ¿ uno dei tre maggiori portali cinesi ¿ ha bloccato il proprio servizio di ricerca MP3 proprio per evitare problemi con le case discografiche.

La societ&#224 non ha subito gravi contraccolpi, basando il suo business sulle scommesse, che hanno prodotto l¿85% dei guadagni nel secondo trimestre.

La situazione di Baidu, per&#242, &#232 diversa: la ricerca MP3 &#232 un core business e contribuisce al 22% del traffico che passa per il motore di ricerca.

Alessandra Talarico

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