Internet e censura: la Cina recluta 4 mila cyber agenti per sorvegliare il Web

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Dopo le polemiche seguite alla ¿resa¿ dei principali portali occidentali ¿ Msn, Yahoo, Google – di fronte alle pretese della Cina di depurare i loro contenuti da parole pericolose come ¿democrazia¿, ¿Dalai Lama¿, ¿Cina + corruzione¿, ¿Diritti umani¿, ¿Falungong¿ o ¿4 giugno¿ (la data del massacro di Piazza Tiananmen nel 1989) il Paese non cessa di sollevare perplessit&#224 riguardo al suo controverso rapporto con la Rete.

La Cina ha infatti deciso di reclutare 4 mila cyber-agenti incaricati di sorvegliare Internet e tutto quanto viene detto o trasmesso sul Web, in quella che non &#232 che l¿ultima tappa della pressante smania di controllo che le Autorit&#224 di Pechino non hanno mai nascosto di voler esercitare sulla rete.

L¿intento ufficiale di questa nuova operazione &#232 quello di lottare contro le frodi in ambito commerciale, ma anche quello di aprire la caccia ai propagatori di ¿idee malsane¿. Idee il cui contenuto non &#232 meglio specificato e che spaziano dalla pornografia a tranquille conversazioni su argomenti politici ¿fastidiosi¿ per il governo.

Nel mirino di questa nuova unit&#224 di cyber controllo, 800 Internet Caf&#232 della capitale e 3 mila fornitori d¿accesso: gli agenti, in genere, si presentano come normali utenti dei forum di discussione e approfittano dell¿anonimato per reperire informazioni sui ¿propagatori¿ di ¿idee malsane¿ oltre che per far passare messaggi favorevoli al governo.

I 4 mila nuovi agenti vanno comunque ad aggiungersi a una rete di controllo gi&#224 ben organizzata. Nei mesi scorsi, il governo centrale aveva messo in opera gruppi speciali incaricati di divulgare in Rete messaggi politici ¿positivi¿ e di assicurare un migliore controllo dell¿opinione pubblica.

Ma questa non &#232 che la punta dell¿iceberg: con almeno 27 giornalisti arrestati, la Cina era, al primo gennaio 2005, la pi&#249 grande prigione al mondo per i professionisti dell¿informazione.

Secondo un rapporto redatto da tre universit&#224 anglosassoni, la Cina impiega migliaia di persone in un sistema di censura ¿onnipresente, sofisticato ed efficace¿.

¿La Cina dispone oggi di sistemi di sorveglianza tecnologica e giuridica e di censura su Internet tra i pi&#249 sviluppati ed efficienti al mondo¿, ha dichiarato uno dei responsabili dello studio.

Sistemi che hanno portato alla chiusura di migliaia di Internet Caf&#232 e all¿arresto di migliaia di persone ritenute ¿dissidenti¿ o ¿pericolose¿, ma anche ad obblighi di censura per le societ&#224 occidentali che vogliono mantenere la propria attivit&#224 nel Paese.

La censura dei motori di ricerca &#232 una grave minaccia alla libert&#224 di espressione: secondo l¿ultimo studio del Centro di informazione sulla rete Internet in Cina (CNNIC) ¿ un¿agenzia ufficiale ¿ l¿80% delle informazioni &#232 ottenuta attraverso questo tipo di strumenti. Alcuni motori, come Altavista, sono gi&#224 stati resi in operativi, cos&#236 come i portali dei maggiori organi di informazione occidentali: il quotidiano francese Liberation ha rivelato che il suo sito &#232 stato reso inaccessibile agli internauti cinesi da oltre un mese.

Reporters sans fronti&#232res, l¿organizzazione con sede a Parigi che difende la libert&#224 di stampa, denuncia regolarmente le violazioni etiche delle aziende internazionali alle prese con il mercato cinese: tra le tante, Yahoo! che censura da anni il suo motore di ricerca, Msn che ha accettato di farlo nei giorni scorsi e Cisco, che ha venduto diverse migliaia di routers ¿ a circa 16 mila euro l¿uno ¿ per la costituzione dell¿infrastruttura di sorveglianza del regime.

¿La mancanza di etica di queste compagnie &#232 estremamente preoccupante. I loro dirigenti giustificano spesso la loro collaborazione con la censura cinese, spiegando che non fanno altro che applicare la legislazione locale¿, denuncia RsF.

Alessandra Talarico

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