A Ischia con Siemens per discutere su innovazione, reti e futuro. Un confronto tra operatori e rappresentanti del mondo politico

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Italia


Luigi De Vecchis

[ 1a Parte]
[2a Parte]


Convention Siemens a Ischia con la presenza di operatori (tutti), istituzioni di settore (presenti alcuni commissari e capi dipartimento di AgCom), addetti ai lavori da un lato e politici di maggioranza e opposizione dall’altro, che non si sono peraltro risparmiati, sottolineando la posizione di centralità di questi temi nelle strategie del mondo politico ed istituzionale. Un confronto franco ed efficace, aiutato certo dal magnifico contesto del Regina Isabella Hotel, ultima testimonianza dei Fabulous Sixties a Ischia, ma innanzitutto sottolineato dalla presenza dei più importanti attori del settore. 

Un occasione per discutere dei temi più attuali, ma anche una opportunità di riflessione su aspetti di lungo corso che accompagnano lo sviluppo industriale delle telecomunicazioni italiane.

A dare il benvenuto e far da padrone di casa, Luigi De Vecchis,  amministratore delegato di Siemens Mobile Communications che ha subito dichiarato la volontà di Siemens di voler contribuire al dibattito in corso e assumere un ruolo da protagonista nella marcia italiana verso la digitalizzazione: ¿Come gruppo leader nella produzione di nuove tecnologie e fortemente impegnato nel campo della ricerca, con oltre 200 milioni di euro investiti in Italia nel corso dell’ultimo esercizio di cui 130 nelle sole tlc ¿ ha sottolineato De Vecchis – Siemens vuole cercare di stimolare un dibattito sul reale stato di diffusione e di utilizzo delle telecomunicazioni, e soprattutto della larga banda, nel nostro Paese. Siamo convinti infatti che le tecnologie siano disponibili, ma che sia necessario uno sforzo da parte di tutti i soggetti coinvolti – istituzioni, operatori e pubblica amministrazione –  perché queste possano contribuire ad una reale modernizzazione dell’Italia.

De Vecchis ha quindi lanciato l’affondo: ¿Innanzitutto vorrei introdurre un¿importante distinzione: spesso quando si parla di larga banda si fa riferimento al numero degli accessi mentre andrebbe presa in esame l’effettiva possibilità per l’utente di accedere a servizi multimediali interattivi, e quindi la velocità di trasmissione in entrambi i sensi. Considerando la situazione dell’Italia alla luce di questa distinzione, la capacità  di trasporto effettivamente disponibile nel nostro Paese corrisponde solamente a circa il 10% dell’obiettivo teorico. Ma questo ritardo potrebbe essere colmato in tempi rapidi, grazie ad una tecnologia di accesso a larga banda senza fili già disponibile, denominata Wi-MAX e interamente sviluppata da Siemens nei centri di ricerca italiani. Un ipotetico progetto di rete di accesso Wi-MAX per l’intero territorio italiano comporterebbe: investimenti dell’ordine di 200-300 milioni di Euro, da 2.000 a 3.000 stazioni radio-base Wi-MAX installate e tempi di realizzazione compresi tra 1 e 2 anni.

Allora come procedere?

¿Per avere un¿Italia ¿digitalizzata¿ bisognerebbe muoversi in maniera coordinata ¿ con il contributo di operatori, istituzioni e pubblica amministrazione, per cercare di innovare non solamente le infrastrutture, ma anche i processi, e quindi il modo di utilizzare le tecnologie, e per cercare di introdurre un ¿agire digitale¿. E¿ quello che è accaduto ad esempio negli Stati Uniti, dove le pubbliche amministrazioni – sotto la spinta di Reagan prima e di Clinton poi – hanno favorito lo sviluppo delle tecnologie digitali, investendo nelle nanotecnologie e nelle autostrade dell’informatica.

Quindi banda larga, sempre più larga, anzi larghissima, ma per fare cosa?

¿La larga banda – nell’accezione più specifica cui ho fatto riferimento – dovrebbe consentire non solamente di agire, prendendo ad esempio notizie o informazioni da banche dati, ma anche di interagire, immettendo in rete contenuti con la stessa velocità con la quale normalmente vengono scaricati. Ritengo inoltre che in Italia gli effetti legati alla modernizzazione della pubblica amministrazione sarebbero particolarmente importanti. Proprio come avvenuto negli Stati Uniti, le tecnologie adottate dalle P.A. a diversi livelli per uso proprio, potrebbero essere trasferite rapidamente alle aziende, che si collegherebbero alla stessa applicazione con costi minimi. In questo modo la larga banda avvantaggerebbe tutta la società, ma soprattutto quel sistema delle piccole e medie imprese – ben quattro milioni – che per le loro stesse dimensioni non possono permettersi grandi investimenti in innovazione.

 

I lavori si sono sviluppati nell’arco della giornata, con l’alternarsi di tavole rotonde ed singoli interventi, con il filo conduttore della presenza di Anna La Rosa che ha moderato le prime ed introdotto i secondi.

La prima tavola rotonda, che ha visto le presenze di Arturo Artom (Presidente Netsystem), Paolo Bertoluzzo (Direttore Divisione Consumer Vodafone), Massimo Castelli (Direttore Marketing TIM), Andrea Filippetti (Amministratore Delegato Tele2), Vincenzo Novari (Amministratore Delegato 3), Tommaso Pompei (Amministratore Delegato Wind), è servita a rappresentare la voce degli operatori.

 

Secondo Arturo Artom, ad di Netsystem: ¿...la banda larga satellitare è una delle soluzioni più concrete contro il digital divide. Come Netsystem abbiamo oltre 150.000 clienti, un risultato rilevante che assegna all’Italia una posizione leader nel mondo. Aiuta famiglie ed imprese ad accedere alla banda larga, specialmente là dove non vi è disponibilità di Adsl. Il vero grande problema è la quantità di investimenti in innovazione. In Italia investiamo allo stesso modo di quanto investivamo nel 1998….Vi è poi il paradoso che vede le famiglie più solerti del mondo d’impresa nell’acceso alla banda larga…Vi è poi il problema degli investimenti dall’estero… gli investimenti dall’estero sono prioritari. La capitalizzazione della Borsa di Milano è poco significativa. Nelle sole Borse cinesi, ogni mese entra oltre 1 miliardo di euro tra nuove società e capitalizzazione di società già presenti¿.

E coa chiederebbe ai politici?

¿Ai politici chiederei cosa intendono fare per liberare il sistema italiano delle telecomunicazioni e dello sviluppo d’impresa da lacci e laccioli che ne rallentano o ne ostacolano lo sviluppo¿.

 

E¿ poi intervenuto Paolo Bertoluzzo di Vodafone.

Il primo affondo è sulle difficoltà di installazione degli impianti sul territorio: ¿Il problema degli impianti sul territorio esiste. Certo, si deve ribadire il punto di equilibrio tra rispetto ambientale e regole in materia¿.

Quanto al futuro del 3G:

¿La videocomunicazione avrà nuovi sviluppi. Già oggi si può far molto con il 3G. Le stesse imprese del paese stanno cambiando modo di lavorare con la banda larga mobile, per non parlare del ruolo che sono destinati ad assumere sia l’informazione che l’intrattenimento¿.

 

Key4biz ha chiesto a Bertoluzzo se Vodafone si considera in qualche modo un nuovo editore.

Bertoluzzo ci ha risposto  ¿….Non abbiamo l’impropria ambizione di fare la media company. Non siamo editori, vogliamo semmai, essere il loro miglior partner. Creare contenuti è un altro mestiere che è bene lasciar fare a chi già lo fa. Siamo invece integratori. Vogliamo curare un sistema nuovo di fornitura di contenuti nati per altri mercati, veicolati da altri media e magari riformulati per essere distribuiti anche attraverso il device mobile. Ma in futuro, non lontano, anzi a breve, vi saranno sempre più anche contenuti complessi nati appositamente per il mobile….In questo vogliamo essere dei sollecitatori nei confronti del mondo editoriale, spingendo gli attori dell’industria dei contenuti a fare un grande sforzo creativo per individuare nuovi formati, nuova metrica, per i mercati del mobile. Ad esempio abbiamo lanciato Happy Mobile con Mediaset, selezionando  le cose migliori del palinsesto Mediaset nel campo della satira e del buonumore e riformulandole per il mobile. Abbiamo i cartoon di Lonely Toons totalmente differenti dalle altre produzioni della  stessa casa, più corti. Naturalmente cambia completamente il modo di concepirli ed il modo di produrli. Sono studiati per un piccolo schermo, con poche unità presenti in video. Ma siamo solo agli inizi. In autunno arriverà anche in Italia la serie televisiva 24 con la Fox. Sarà trasmessa da satellite con durata per puntata di 45 minuti, ma ci sarà subito la proposta su format mobile di appena 1 minuto.Per il resto Vodafone mantiene le sue peculiarità sul mercato italiano. Non vogliamo quotarci in Borsa. Non abbiamo vincoli o forzature da fornitori.Siamo liberi di scegliere il meglio per i nostri clienti senza scelte obbligate da società di un gruppo di appartenenza, come accade sicuramente ad altri. In più manteniamo e sviluppiamo la nostra vocazione eurocentrica. Vogliamo essere il miglior canale di distribuzione nel nostro segmento, con le migliori modalità di pagamento e un efficace relazione con il cliente, come dimostra lo sforzo dei nostri 5.000 addetti ai call center che rispondono ogni giorno a oltre 100.000 richieste da parte dei nostri clienti¿.

 

E ai politici cosa chiederebbe?

¿Ai politici segnalerei che nell’arco di un paio d’anni assisteremo all’affermazione della Mobile-Tv che sarà un nuovo ed interessantissimo mercato. Resta da vedere come il regolatore intenderà intervenire in questo segmento. In tal senso sarebbe utile capire come il quadro politico italiano intenda valutare lo sviluppo di questo nuovo mezzo¿.

 

E¿ poi stata la volta di Massimo Castelli di TIM che ha sottolineato le dificoltà nelle installazioni delle antenne: ¿…Abbiamo anche noi tante difficoltà nella costruzione dei siti……¿ Alla domanda di Anna La Rosa sul futuro della Tv su Adsl: ¿…si da giugno avremo la Tv via Adsl, che sarà accessibile ad almeno il 90% della popolazione. Il tasso di accesso alla banda larga, sempre più larga è destinato a crescere. Ma crediamo innanzitutto allo sviluppo dei nuovi servizi mobili e pensiamo che si possa creare un circuito virtuoso tra interattività, consumi ed interesse generale verso nuove soluzioni da parte del pubblico¿.

 

E ai politici cosa chiederebbe?

¿Ai politici direi che il problema della copertura si sta rivelando sempre più cruciale. Vanno individuate soluzioni di efficienza, per stabilire in modo corretto cosa fare e come procedere¿.

 

La parola è quindi passata ad Andrea Filippetti, ad di Tele2: ¿Quali le ragioni delle difficoltà italiane nel settore? Tante. Intanto in Italia i servizi costano di più. Ed il mercato è sin troppo condizionato dalle regole. Il che non è un guaio in quanto tale. Il problema è che queste sono oggi percepite come sbagliate. E quando le regole sono sbagliate vanno cambiate. Mi riferisco innanzitutto alle regole che favoriscono la concorrenza. Se le regole sono buone e funzionano, la concorrenza si sviluppa, i prezzi si abbassano, tutti ne traggono beneficio, sia i consumatori che le imprese. E in questo momento il mercato di accesso Adsl ha dei prezzi che non permettono concorrenza. Valga il dato che negli ultimi 6 anni a fronte di un abbassamento dei prezzi sul segmento voce nell’ordine del 54%, si è assistito ad un aumento del mercato dell’accesso nell’ordine del 20 %…….Certo la questione dell’ampiezza di banda lascia qualche dubbio. Facciamo molte ricerche ed una di queste, recentemente commissionata, ha registrato che oltre il 70% degli intervistati non capisce questo inseguimento della velocità¿.

E ai politici cosa chiederebbe?

¿Ai politici, riprendendo il tema della copertura, direi che il costo del ponte di Messina è persino superiore a quanto occorre per costruire una straordinaria rete di banda larga in ogni angolo del Paese. Ci penserei prima di costruire un ponte che non serve a molto, ma che assorbe ingentissime risorse¿.

 

E¿ stata poi la volta di Vincenzo Novari, ad di 3: ¿….Gli operatori sono destinati a cambiar pelle. Non più meri gestori di infrastruttura e servizi voce in mobilità, ma assemblatori di nuovi servizi, integratori di sistemi di diversa natura, in un certo senso editori…..Guardiamo ai nostri volumi, cosa offre tra le altre cose oggi 3? Nell’informazione 1 milione di notizie al giorno, nei brani ogni giorno la quantità di musica consumata con iPod in un mese, infine siamo i più grandi fornitori di games.  Se consideriamo che tutto questo riguarda una fascia di consumo pari a 8 milioni di utenti, ci accorgiamo che c’è qualcosa di rilevante che si sta affermando….¿

 

E le regole?

¿Il problema delle regole è fondamentale. Stiamo facendo un grande sforzo per dotarci di reti nostre ed incontriamo difficoltà inimmaginabili nel fare investimenti così rilevanti……Appare evidente un vuoto normativo capace di garantire l’azione delle imprese, che in questo caso vuol dire anche un forte beneficio per i territori interessati. Quando si installa un¿antenna, e parliamo di valori intorno ai 250.000 euro, soltanto una decima parte rappresenta il costo puro dell’antenna. Il resto va in costi spesi sul territorio, dal lavoro ai materiali….All’Agcom chiediamo un impegno nel far rispettare le regole a tutti gli attori, senza guardar, per così dire, in faccia nessuno¿.

 

Quali le ricette da adottare?

¿…Ma in generale dobbiamo investire di più. E in questo quadro dobbiamo creare le condizioni perché possano affluire in Italia capitai freschi dall’estero. Anzi l’investimento estero è l’elemento che può fare la differenza. 3 ha investito oltre 10.000 miliardi di vecchie lire. La nostra casa madre è disposta ad investire altrettanti, ma l’ostacolo è dato dal fatto che spesso i nostri azionisti esteri non capiscono come funziona il mercato, anzi non capiscono la natura dei fattori esterni al mercato che sono però in condizione di alterare le dinamiche del mercato stesso. Il risultato è evidente. Siamo uno dei paesi europei con la minor capacità di attrazione di capitali esteri, se su pensa che in Italia solo l’1,3% è riconducibile a capitali esteri, contro il 14% dell’Irlanda, per fare l’esempio di un paese che sull’investimento proveniente dall’estero ha articolato una strategia di lungo corso….La disponibilità di nuove applicazioni è strategica. Presto presenteremo soluzioni molto innovative e creative, in particolare sui servizi pubblici, fatte in collaborazione con un politico presente qui in sala ma di cui non voglio fare il nome. Posso solo dire che è una vera novità e che vi stupirà¿.

E cosa chiederebbe ai politici?

¿Ai politici ricorderei che se guardiamo agli sviluppi futuri, non possiamo non considerare che Telecom Italia è troppo forte. Gli sarà sufficiente premere un solo bottone per trasformarsi in un broadcaster del mobile e assottigliare ulteriormente i margini di competizione in questo Paese¿.

 

Key4biz ha chiesto a Novari se si sente di più operatore o anche editore e quali siano al momento i temi caldi. Ecco cosa ci ha risposto:

¿Si sta aprendo un mondo nuovo in cui operatori ed editori si confondono in parte. Ma forse le novità maggiori provengono dal segmento del billing. Le modalità di pagamento saranno il vero banco di prova. Con il mobile il pagamento diventa per la prima volta sincrono all’operazione cui si riferisce. Il telefonino si trasforma in una sorta di borsellino elettronico piuttosto che in una carta di credito, per pagamenti immediati. Se mi permette il gioco di parole siamo attentamente alla ricerca non di una Killer Application ma di una Billing Application…..Quanto, infine, alle ibridazioni tecnologiche nel campo del wireless e della telefonia mobile, mi lasci dire che nel segmento del 3G gli unici a dover essere abilitati sono solo gli operatori del 3G ovvero quelli che hanno pagato oltre 6.000 miliardi di vecchie lire per aggiudicarsi le licenze UMTS nel 2000…..Infine c’è il problema dei costi di terminazione. Si è prefigurato un cammino verso il basso dei costi di terminazione per gli operatori con significativa presenza di mercato. l’Agcom ha fatto una scrupolosa indagine. Ci si aspettava nello scorso aprile la delibera conseguente. Il che non è avvenuto. Ora si parla di luglio……Ci aspettiamo un intervento netto e coerente su questa materia, perché delle due l’una: o l’Authority interviene con i poteri di indirizzo ed eventualmente sanzionatori o eliminiamo l’Authority e lasciamo fare al mercato. E¿ evidente che abbiamo bisogno di regole certe, senza margini equivoci di interpretazione.

 

[Fine 1a Parte]

 

Per leggere la seconda parte dell’articolo:

A Ischia con Siemens per discutere su innovazione, reti e futuro. Un confronto tra operatori e rappresentanti del mondo politico (clicca qui)

 

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