Mobile TV, partenza in vista anche in Italia. Salerno: ‘Necessario studiare lo spectrum dividend’

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In Corea è già partita, sia pur in forma sperimentale. In Europa alcuni operatori sono in fase avanzata di test.

E¿ la Mobile Tv, che sta riscaldando le attese di operatori telefonici, broadcaster ed investitori.

Intorno al nuovo mercato digitale si sta sviluppando un forte interesse anche in Italia, in un¿atmosfera di grande attenzione ed in qualche caso di entusiasmo per la nuova modalità trasmissiva.

In discussione sono nuovi format editoriali, nuovi modelli di business e, cosa più importante, nuove disponibilità di frequenze da allocare a tale servizio.

La Fondazione Ugo Bordoni (FUB) è impegnata a contribuire fattivamente alla ricerca di soluzioni operative che possano consentire anche in Italia il lancio della Mobile TV.

In particolare, la FUB si è posta il problema dell’ottimizzazione delle frequenze, con un eventuale utilizzo della banda Etacs per la Mobile tv.

 

Naturalmente, l’intera area dovrà essere oggetto di accurate ed efficaci indagini.

Abbiamo raggiunto telefonicamente Guido Salerno, direttore generale della Fondazione, per avere dettagli: ¿Non c’è ancora nulla di definitivo ¿ ci ha dichiarato Salerno – perché dovrò portare al nostro Consiglio di amministrazione questa ipotesi di studio. Il problema è che in Italia lo spectrum dividend, anche per un possibile uso della Mobile Tv da parte dei broadcaster, non sarà possibile se prima non sarà definita la banda comune per questi servizi sull’intero territorio nazionale. Trovare queste risposte ¿ ha proseguito Salerno – non sarà semplice e richiederà del tempo. E¿ quindi opportuno, come ricordavo a Cagliari alla Conferenza nazionale sulla Tv digitale terrestre, coinvolgere tutto il mondo degli operatori mobili nel processo di digitalizzazione della tv. d’altra parte, lo standard DVB-H  è ancora in fase di test operativo e vi sono anche altre soluzioni di DMB (Digital Multimedia Broadcasting) adottate con successo in altri Paesi che sarebbe opportuno studiare.

Naturalmente ¿ ha concluso Salerno – occorre tener conto anche dell’ esigenza di Wind di avere una banda omogenea su tutto il territorio nazionale nella fascia dei 900 Mhz, ma soddisfatta questa esigenza sarebbe un peccato non coinvolgere tutti gli operatori mobili in questa opportunità¿.

 

Quindi anche l’Italia sembra ormai proiettata verso la nuova modalità della Mobile Tv.

Ma quali sono le valutazioni globali?

Si tratterà di una moda effimera e passeggera o rappresenterà un nuovo mercato di massa con le sue regole, le sue risorse ed il suo pubblico?

Con una previsione globale per la fine del 2005 di 144 milioni di case servite dalla Tv digitale e di 2.1 miliardi di utenti di telefonia mobile, il mercato mondiale potenziale della Mobile Tv appare particolarmente invitante.

Secondo un recentissimo studio di Idate, condotto in collaborazione con il dipartimento di Economia dei Media dell’università di Parigi, il business dei servizi televisivi sul telefonino sarà maturo solo verso il 2007-2008.

Dal 2007  comincerà a diffondersi il sistema multicasting di trasmissione in DVB-H, lo standard di televisione digitale terrestre destinata ai cellulari ¿ ci hanno detto a Gartner GroupNokia e Vodafone hanno già fatto un piccolo test a Berlino e la prossima primavera sarà la tv inglese Ntl con O2 a fare un test più ampio ad Oxford per 500 utenti. Anche Tim per gli utenti Umts in Italia punterà sul broadcasting in DVB-H “.

Entro il 2007, tre quarti dei telefonini in commercio saranno dotati di foto e videocamera, di schermi Lcd ad alta risoluzione, di memorie giga, di processori più veloci e di software per la visione e l’editing del video.

Secondo un recente studio IDC, entro il 2009 oltre 30 milioni di utenti di telefonia mobile consumeranno contenuti video sul cellulare o su altridevices mobili.

Quanto alla redditività, sempre IDC prevede entro il 2009 un ARPU medio di 10 dollari per utente.

Sino a metà 2006 i nuovi contenuti della Mobile Tv verranno diffusi su telefonini 2,5G e 3G in modalità unicast.

Quanto ai ritorni economici, sia attraverso pagamento a-la-carte che attraverso abbonamenti a servizi premium, IDC prevede un trend di consumo più che raddoppiato per ciascuno degli anni compresi tra il 2005 ed il 2009. (r.b.)