Biometria: nuovo studio Ue mentre scoppia la polemica con gli Usa sui passaporti ottici

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La Commissione europea ha pubblicato un rapporto sull’impatto delle tecnologie biometriche sulla vita quotidiana, un tema ‘caldo’ alla luce del braccio di ferro in corso tra Europa e Stati Uniti proprio sui passaporti biometrici.

Il rapporto Biometrics at the Frontiers: Assessing the impact on Society, raccomanda di agire subito per definire l’utilizzo della biometria piuttosto che aspettare e accontentarsi di reagire, ma il Congresso Usa ha deciso di negare un ulteriore rinvio del termine ultimo, fissato per ottobre 2005, perché l’Europa doti i propri cittadini di passaporti biometrici, così come previsto dal programma Visa Waiver (VWP) che permette ai cittadini di determinati paesi di viaggiare negli Stati Uniti senza l’obbligo di avere il visto d’ingresso.

Il 23 marzo, il Commissario europeo responsabile per la Giustizia, Libertà e Sicurezza Franco Frattini, aveva chiesto alla Commissione Giustizia del Senato americano di spostare la scadenza al 26 agosto 2006, alla luce del fatto che a oggi soltanto 6 Stati membri ‘ Austria, Belgio, Finlandia, Germania, Lussemburgo e Svezia ‘ sono in una posizione tale da rispettare la scadenza del 25 ottobre.

La Gran Bretagna sta negoziando separatamente col governo americano per ottenere un’estensione della scadenza alla fine del 2005.

Dagli Usa è arrivata però una risposta negativa: in una lettera inviata dal presidente della commissione giuridica della Camera dei rappresentanti americana James Sensenbrenner alla Ue, si legge infatti l’eventualità di una seconda proroga è ‘improbabile’ e, vista la ‘preoccupazione per le continue debolezze della sicurezza dei confini Usa’ la Commissione europea dovrebbe piuttosto incoraggiare ‘gli Stati membri a fare del loro meglio per mettersi in regola con i requisiti’, senza fare troppo affidamento su un rinvio.

Friso Roscam Abbing ‘ portavoce di Franco Frattini ‘ si è detto preoccupato e deluso’ da questa risposta e ha ribadito che la Ue continuerà a sostenere la propria posizione, avallata ‘da una serie di buone ragioni’.

I passaporti a lettura ottica permettono un’analisi automatica dei dati in esso contenuti, quali il nome, la data di nascita, la nazionalità ed il numero del passaporto, tramite uno speciale scanner.

Senza questo documento, anche i cittadini dei paesi del Visa Waiver devono richiedere un visto di ingresso per poter entrare negli Usa.

A sostegno della sua richiesta di rinvio, Frattini ha opposto diverse difficoltà relative a questioni di sicurezza e interoperabilità dei lettori biometrici.

L’obbligo, per chi entra negli USA nell’ambito del programma Visa waiver program (Programma di viaggio in esenzione di visto), di possedere un passaporto biometrico, è scattato il 26 ottobre 2004 ma l’Europa aveva ottenuto di portare il termine ultimo a ottobre 2005.

La Commissione europea ha adottato una proposta di regolamento per armonizzare i dispositivi di sicurezza dei passaporti di tutti i cittadini dell’Ue, introducendo degli elementi di identificazione biometria nel febbraio dello scorso anno, ma era già chiaro all’esecutivo che la data di entrata in vigore dei nuovi passaporti non avrebbe comunque rispettato i tempi stabiliti dagli Usa.

Nel frattempo, però, la Ue ha analizzato il rapporto tra la biometria e il nostro quotidiano in uno studio appena pubblicato che analizza i pro e i contro di queste nuove tecniche di riconoscimento che contribuiranno alla realizzazione di una società dell’informazione sicura.

Bisognerà comunque fare in modo che i cittadini accettino le applicazioni biometriche, spiegando loro con chiarezza finalità e limiti, soprattutto in merito alle perplessità sulla privacy.

E’ necessario ‘ spiega la Ue – un approccio che riunisca i diversi settori di azione, come la sicurezza, la politica industriale, la competitività e la concorrenza, al fine di permettere all’Europa di trarre pienamente profitto dalle iniziative dei governi e dell’Unione europea nel campo della biometria’.

Sul piano economico, lo studio mostra che gli Stati membri dell’Unione europea possono giocare un ruolo nella creazione di un’industria biometrica dinamica, soprattutto indirizzandola verso l’interoperabilità e la creazione di norme comuni che favoriscano la concorrenza e la creazione di posti di lavoro.

Nello stesso tempo, il Rapporto sottolinea il possibile rischio di esclusione sociale per una frazione ridotta ma non trascurabile della popolazione, che potrebbe avere difficoltà ad utilizzare i sistemi biometrici per fattori legati all’età o ad handicap. E’ quindi necessario ridurre il più possibile questi rischi di esclusione sociale nel concepire i futuri sistemi.