Per la Rai privatizzazione inappetibile se non verranno modificati alcuni vincoli posti dalla Legge Gasparri

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Dalla Rai arriva la richiesta di apportare alcune modifiche alla Legge Gasparri. Il direttore degli Affari legali della Tv pubblica, Rubens Esposito, a margine dell¿audizione all¿Autorit&#224 per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha fatto presente che il collocamento in Borsa della Rai rischia di essere inappetibile per gli investitori se non verranno modificati alcuni vincoli previsti dalla nuova legge sul sistema radiotelevisivo, che porta la firma del Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri.

L¿avvocato Esposito si riferisce ai vincoli all”1% per il possesso delle azioni in capo ai privati e al 2% per i patti di sindacato, stabiliti dalla legge Gasparri.

La privatizzazione della Rai ¿slitta sia per ragioni tecniche che per ragioni complessive, anche perch&#233 con questa impostazione non credo possa avere gran successo¿, ha detto il legale a Reuters.

Esposito, in particolare, ha criticato le ¿quote troppo basse, l”1% e il 2% per il sindacato di blocco¿, un”impostazione che ¿francamente rende inappetibile la partecipazione (da parte dei privati). Qualche cambiamento non farebbe male anche sulle procedure. Si tratta di chiarire e precisare“, ha aggiunto.

Rubens Esposito ha fatto presente queste posizioni ai giornalisti subito l¿audizione delle parti interessate nell¿ambito dell”indagine che mira ad accertare se Rai e Mediaset hanno acquisito una posizione dominante sul mercato televisivo nel 2004, secondo quanto dispongono le nuove norme.

Le nuove disposizioni impongono il limite massimo dei finanziamenti al 20%, l¿Agcom doveva accertare se fosse avvenuto un superamento di tale quota.

Nella relazione annuale, presentata nel giugno 2004, l¿Agcom aveva gi&#224 evidenziato la strozzatura delle risorse economiche sul mercato radiotelevisivo, e l¿eccessiva concentrazione della pubblicit&#224 e dell¿audience in due soli soggetti, Rai e Mediaset.

Nella relazione si sottolineava che, le due emittenti insieme assorbono l¿86,5% delle risorse del mercato pubblicitario.

La pubblicit&#224 resta la componente prevalente tra le fonti del finanziamento del mercato televisivo, con il 57,3%, mentre il canone rappresenta ormai meno di un quarto delle risorse del sistema.

Il presidente dell¿Autorit&#224 Enzo Cheli aveva sottolineato nell¿occasione che ¿¿la permanenza di un fenomeno di prosciugamento delle risorse pubblicitarie da parte del mezzo televisivo¿, rendeva difficile la situazione del settore dell”editoria quotidiana, anche se – evidenziava Cheli – ¿¿si &#232 arrestato il preoccupante calo della diffusione dei giornali, il cui dato registra, per la prima volta negli ultimi anni, un sia pur debole segnale di crescita¿.

Oggi l¿Agcom ha anche sentito Aeranti-Corallo e gli altri soggetti interessati al procedimento.

Nel presentare al Consiglio dell¿Autorit&#224 le istanze conclusive di AerantiCorallo, il coordinatore Marco Rossignoli ha sottolineato che la sussistenza di un sistema duopolistico porti a due inevitabili conseguenze, ovvero l¿assenza di concorrenza e l¿assenza di pluralismo nel settore televisivo.

Al fine di sanare tale situazione, AerantiCorallo ha chiesto che l¿Agcom adotti una serie di interventi correttivi, volti a rimuovere le posizioni dominanti attualmente esistenti nel mercato televisivo e delle relative fonti di finanziamento.

¿Tali misure – ha indicato Rossignoli – sono l¿inibizione della trasmissione di televendite da parte di Rti; l¿inibizione a Rai e Rti di vendere, tramite le proprie concessionarie di pubblicit&#224, spazi pubblicitari per le Tv locali; l¿inclusione delle telepromozioni nel computo dei tetti di affollamento pubblicitario previsti per Rai e Rti; il divieto alle concessionarie pubblicitarie di Rai e Rti di raccogliere pubblicit&#224 nel mercato digitale terrestre sino allo spegnimento delle trasmissioni analogiche da parte di Rai e Rti; l¿introduzione di limitazioni alle facolt&#224 di Rai e Rti di acquisire nuovi canali di trasmissione per il passaggio alle trasmissioni digitali terrestri¿.

Intanto, oggi in merito della privatizzazione della Rai, &#232 intervenuto il direttore generale, Flavio Cattaneo, che ha sottolineato: ¿Credo che la Rai debba restare a maggioranza pubblica: per tutelare il servizio d”informazione e il pluralismo politico¿.

Nell”intervista, Cattaneo ha sottolineato la necessit&#224 che la Rai resti pubblica e che il futuro ingresso dei privati garantir&#224 l”autonomia aziendale liberandola da ingerenze politiche.

“Credo che la Rai debba restare a maggioranza pubblica: per tutelare il servizio d”informazione e il pluralismo politico”.

¿L”autonomia aziendale si garantisce con la quota destinata ai privati: per me va bene qualunque quota, purch&#233 produca un rappresentante in consiglio. Qualcuno che sia il vigile della massima attenzione alla parte economica e gestionale per i mercati“, ha detto.

Sulla valutazione della societ&#224 in vista della quotazione, Cattaneo ha detto che “¿i commentatori sono passati da 1 miliardo a 2,5-3,5 miliardi di euro. Gli analisti finanziari daranno un loro valore di stima, ma il prezzo lo far&#224 il mercato. A valutare la Rai, finalmente, sar&#224 un ambiente apolitico“.

Il direttore ha anche detto che ¿entro pochi giorni¿ la Rai presenter&#224 all¿Agcom il modello per l”applicazione al bilancio dei criteri di separazione contabile indicati da una delibera della stessa Autorit&#224. Aggiungendo che le indicazioni dell”Autorit&#224 (che prevede una divisione in tre filoni, commerciale, servizio pubblico e attivit&#224 di trasmissione), rappresentano ¿una ulteriore complessit&#224¿.

Raffaella Natale

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