IT Manager 2005: investire nelle persone per aspettarsi un reale processo di innovazione

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La scorsa settimana, si &#232 tenuta a Milano la presentazione della prima indagine Circuits-SIRMI, dal titolo ¿IT Manager 2005 ¿ Priorit&#224, orientamenti, linee di tendenza dei budget delle grandi e medie aziende italiane¿, condotta su 240 IT Manager di grandi e medie Imprese e Istituzioni.

Come ci informa SIRMI in una nota, i risultati dell¿indagine sono stati discussi e commentati da un panel di relatori eccellenti in occasione di una vivace tavola rotonda moderata da Maurizio Cuzari, amministratore delegato di SIRMI e Carlo Alberto Carnevale Maffe¿, docente Strategia SDA Bocconi e con la partecipazione di Giuseppe Carrella, amministratore delegato di TSF (Tele Sistemi Ferroviari), Romano De Carlo, Responsabile Sistemi Informativi di Banca Intesa, Giuseppe Fiore, direttore generale di Consip, Renzo Passera, CIO di Italcementi Group e Pier Filippo Roggero, presidente di Assinform.

Dall¿indagine emerge chiaramente come le priorit&#224 degli IT Manager siano il sostegno alla riduzione dei costi e l¿aumento della produttivit&#224, seguiti dalla gestione delle tecnologie e della complessit&#224, mentre solo a seguire emerge il ruolo dell¿ICT a sostegno dello sviluppo dell¿impresa.

L¿IT non &#232 visto quindi come leva strategica a sostegno del core business dell¿impresa, ma come insieme di strumenti operativi, e ci&#242 pur con le dovute eccezioni testimoniate dai partecipanti al panel, fa s&#236 che non sia in prima linea nel percepito di imprenditori e manager delle grandi organizzazioni.

De Carlo sottolinea che ¿ci si deve chiedere se dobbiamo mirare a minori costi o a maggiore produttivit&#224 e questa stessa domanda testimonia come le imprese siano sempre pi&#249 orientate al raggiungimento dei traguardi trimestrali, ed implicitamente giustifica i non investimenti, in una condizione di continua instabilit&#224¿.

La testimonianza da IT Manager del comparto industriale portata da Passera evidenzia come negli ultimi anni gli ingenti investimenti nell¿IT (con l¿anno 2000, l¿euro, i siti e i portali) siano stati gonfiati da un sistema esterno rispetto all¿ICT, quello delle societ&#224 di consulenza e degli ¿scenaristi¿, e come le colpe degli insuccessi e degli obiettivi non raggiunti abbiano fatto perdere credibilit&#224 all¿IT.

De Carlo e Passera sottolineano come nelle aziende conti pi&#249 quello che ¿pensano gli altri¿ (gli investitori), e l¿IT Manager oggi abbia maggiore difficolt&#224 a disporre di budget da gestire.

L¿esperienza di Fiore nella PA conferma il tema della riduzione dei costi, ma anche il ruolo che una struttura come Consip, orientata innanzitutto alla razionalizzazione della spesa, debba essere considerata strategica.

Carrella dal canto suo non ha dubbi: quello su cui si deve investire sono le persone, in quanto solo da loro si pu&#242 attendere un reale processo di innovazione. E l¿innovazione deve essere un fatto quotidiano, uno spazio che bisogna conquistarsi giorno per giorno con fatica ma che riesce a fare la differenza perch&#233 fa s&#236 che il valore venga riconosciuto.

Dice Carrella che ¿occorre ritrovare una cultura informatica e delle competenze vere che possano far percepire il valore delle proposte IT ai capi azienda¿.

Secondo Roggero, &#232 il cambiamento culturale che manca. Oggi gli IT Manager non sono pi&#249 una casta privilegiata e devono scontrarsi ogni giorno con capi che li considerano una ¿voce di costo¿ e non una componente strutturale utile alla crescita. Migliorare il contesto culturale comporta anche migliorare i processi interni a costo di rompere gli equilibri. Spesso per&#242 c¿&#232 un freno alla revisione dei processi perch&#233 la loro modifica comporterebbe rilevanti tagli di personale, e nel Sistema Italia¿

E¿ essenziale quindi tornare a considerare gli investimenti IT come vero e proprio coreBusiness dell¿azienda.

Di pi&#249: embedded. Per l¿IT Manager gestire il cambiamento culturale, non deve essere solo un obiettivo, ma una Mission, sottolinea Passera, altrimenti qualsiasi consulente esterno pu&#242 essere adatto allo scopo.

L¿IT Manager deve essere anche un imprenditore e saper combinare efficacemente capitale e lavoro?

¿S&#236 – prosegue Passera – e deve saper lavorare nel margine del budget a disposizione. Grazie all¿abilit&#224 di sfruttare l¿evoluzione tecnologica e l¿opportunit&#224 di fare meglio con meno soldi, &#232 inoltre possibile trovare una forma di ¿autofinanziamento¿.

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

SIRMI: poca innovazione e scarsi investimenti nell¿ICT. L¿Italia rischia un nuovo digital divide

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