Hi-tech e salute: da IBM un software per la gestione dei dati clinici

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IBM ha annunciato la disponibilità di Healthcare Collaborative Network, un software che consente di scambiare e integrare dati clinici relativi a situazioni di crisi in ambito medico, come il diffondersi di un’epidemia influenzale, intossicazioni alimentari o da farmaci e tracciare la sintomatologia di problemi di salute a lungo termine come quelli legati al diabete o all’asma.

Il nuovo software aiuta le organizzazioni sanitarie pubbliche e private a tenere traccia di casi clinici insoliti, identificare origini geografiche e biologiche di un determinato problema clinico, ricercare possibili soluzioni e allocare risorse per la soluzione dei problemi.

La tecnologia permette infatti di raccogliere e analizzare i dati in tempo reale per limitare la diffusione e l’esposizione alle malattie e facilitare gli interventi da parte delle equipe mediche.

Healthcare Collaborative Network supporta differenti standard, così che le informazioni cliniche possono essere scambiate facilmente qualunque sia il sistema e le applicazioni da cui provengono.

Pochi prodotti software rendono infatti possibile l’interoperabilità con i diversi sistemi sanitari informatici così come sono pochi i vendor che offrono questo tipo di prodotti supportati dall’esperienza di esperti come quelli della Business Consulting Services della IBM che può implementare e adattare la tecnologia con grande sensibilità verso i particolari requisiti richiesti dall’industria medica.

La prima Istituzione a implementare Healthcare Collaborative Network sarà l’ente governativo Canadese per la ricerca chimica, biologica, Radiologica e Nucleare.

IBM ha appena concluso un programma di test con le maggiori organizzazioni sanitarie degli Stati Uniti per metterle nelle condizioni di progettare reti mediche combinate e interoperabili.

Per la creazione del software, la società ha collaborato con il Presbyterian Hospital di New York, con il Wishard Memorial Hospital dell’Indiana, la Vanderbilt University Medical Center del Tennessee e diverse agenzie tra cui la Food and Drug Administration.

Questi centri hanno utilizzato il software IBM per ottenere i dati clinici, aggregare le informazioni e organizzare gli interventi in tempo reale.

Il sistema ‘ spiega Mark Overhage, professore associato di medicina dell’Università dell’Indiana ‘ si traduce in una riduzione dei costi e in una maggiore chiarezza nei risultati delle analisi che supportano la qualità delle cure ai pazienti’.

È difficile, infatti, con gli attuali strumenti ospedalieri, identificare i pazienti a rischio, soprattutto perché manca la coordinazione tra i sistemi interni degli ospedali e le agenzie di monitoraggio.

Una rete seamless integrata può invece fare molto per proteggere la sicurezza dei pazienti e migliorare le cure’, spiega Herbert Pardes, presidente e CEO del Presbyterian Hospital.