Software libero o proprietario? E Microsoft invita a guardare alla piena interoperabilità dell¿Open Standard

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La societ&#224 aperta e i suoi amici – sviluppo collaborativo, software libero, democrazia digitale, questo il titolo del convegno organizzato dal Comune di Roma, che si terr&#224 il 14 luglio in Campidoglio alla Sala della Protomoteca, per dibattere sul complesso tema del software e sulle opzioni di adozione dei sistemi operativi.

All¿iniziativa parteciper&#224 anche Lucio Stanca, Ministro per l¿Innovazione e le Tecnologie. Sono inoltre previsiti, tra gli altri, gli interventi di Angelo Raffaele Meo (Politecnico di Torino), Alfonso Fuggetta (Politecnico Milano), Umberto Paolucci (Presidente Microsoft Italia), Andrea Pontremoli (Presidente IBM Italia), Vincenzo Vita (Assessore alle Politiche culturali, della comunicazione e dei sistemi informativi), l¿on. Pietro Folena (DS), il sen. Fiorello Cortiana (Verdi), l¿on. Antonio Palmieri (FI).

E¿ un appuntamento importante, in un momento in cui il dibattito su tali temi &#232 alto in tutte le sedi istituzionali.

Come si sa, nel corso degli ultimi anni si sono registrate considerevoli iniziative, campagne e prese di posizione in favore dell¿Open Source, come alternativa al tradizionale quadro degli standard proprietari.

Un confronto non privo di frizioni.
Ma anche un confronto insufficiente, a tratti caratterizzato da una certa ideologizzazione delle posizioni. E¿ forse necessario, ancor prima che utile, andare ad un superamento di questa contrapposizione.
Tra Open source e software proprietari la soluzione &#232gi&#224 ampiamente disponibile, &#232 trasversale ed &#232rispondente alla cultura della piena interoperabilit&#224 tra sistemi diversi.
E” l¿Open standard, rispondente all¿affermazione di principio di una neutralit&#224 tecnologica che permetta ai diversi sistemi, scelti in base alle convenienze degli utenti e non ad imposizioni di mercato, di dialogare liberamente, senza ricadere in quelle divisioni di standard e di steccati culturalmente figlie del mondo analogico (si pensi, tra gli altri, agli standard televisivi o dell¿home video).
E allora anche i governi dovrebbero orientare le proprie scelte secondo criteri di neutralit&#224, innanzitutto per ci&#242 che concerne i sistemi in dotazione della Pubblica Amministrazione.
D¿altra parte questo &#232, a ben vedere, un concetto inconfutabile.
Guai se al dominio di un sistema se ne contrapponesse un altro di differente segno, ma di uguale configurazione competitiva. Ecco perch&#233 va sostenuto un cambio di marcia. Una nuova impostazione culturale, ancor prima che di mercato, in linea con la cultura della convergenza e della interoperabilit&#224: dei canali, dei mezzi, delle piattaforme che dialogano liberamente in un contesto di pluralismo culturale, tecnologico e di impresa.
Questi alcunidei temi pi&#249 rilevanti esposti nellalettera chePierluigi Dal Pino (Responsabile Rapporti Istituzionali Microsoft Sud Europa) ha inviato al sen. Fiorello Cortiana, Presidente dell”Intergruppo parlamentare per l”innovazione tecnologica.

Questo il testo della lettera:

Roma, 13 luglio 2004

Egregio Sen. Cortiana,

Le scrivo in merito ad una questione che negli ultimi anni &#232 stata sempre pi&#249 oggetto di un acceso dibattito nell¿ambito del settore informatico e da parte del legislatore, sia in Italia che all¿estero, e che ritengo meriti di essere approfondita. Il tema riguarda il concetto di pluralismo informatico nell¿ambito della Pubblica Amministrazione e l¿esigenza di assicurare l¿interoperabilit&#224 fra diversi sistemi. Dibattito che Lei ha promosso con successo grazie alla proposta di legge (S1188) e sulla quale si sono espressi il Ministro dell¿Innovazione Tecnologica e la Commissione Affari Costituzionali del Senato, ricordando l¿importanza del principio di neutralit&#224 e imparzialit&#224 come criterio da seguire nell¿acquisto da parte della Pubblica Amministrazione dei sistemi informatici.

Come Lei ricorda, Microsoft ha assunto sin dall¿inizio una posizione trasparente e responsabile sul tema, sottolineando l¿importanza di promuovere in primis l¿interoperabilit&#224 e mantenendo al tempo stesso il principio di neutralit&#224 e di libera scelta nelle decisioni d¿acquisto di beni e servizi nella Pubblica Amministrazione, cos&#236 da evitare il rischio di discriminare singoli fornitori o categorie di fornitori. In particolare, mi riferisco al tema dell¿Open Source e, pi&#249 in generale, a quello delle pari condizioni ed opportunit&#224 di mercato grazie alle quali ciascun cliente deve poter scegliere in base alle proprie necessit&#224 e ad un¿attenta valutazione di costi e benefici, senza condizionamenti di carattere normativo.

Microsoft guarda all¿Open Source con estrema attenzione dimostrando di aver ben compreso ed accolto positivamente le ragioni che sono alla sua origine. In particolare, l¿aspetto di collaborazione con comunit&#224 che condividono interessi analoghi sulla base della condivisione del codice sorgente che &#232 un elemento importante dello sviluppo informatico. In effetti, Microsoft ha imparato molto da queste esperienze e si &#232 recentemente impegnata lanciando i suoi programmi di Shares Source, con i quali d&#224 visibilit&#224 del sorgente delle piattaforme di sistema operativo a universit&#224, governi, costruttori di sistemi, partner. A tutto ci&#242 si aggiungono programmi pi&#249 recenti di libero accesso al codice sorgente di componenti importanti del proprio ambiente si sviluppo, due dei quali sono stati rilasciati con licenza di tipo Public, e pubblicati su sourceforge.org. Questi fatti testimoniano la volont&#224 di Microsoft di incoraggiare modelli aperti di collaborazione tra le comunit&#224 degli sviluppatori, come dimostra anche la presenza di oltre 6000 workgroup presenti su www.gotdotnet.org. Analogamente, gli schemi documentali in formato XML generati dai pacchetti di produttivit&#224 di Office System 2003, che sono stati resi pubblici nell¿ambito del nostro programma Office XML Schema Licensing, riflettono la volont&#224 di Microsoft di incrementare la trasparenza e l¿interoperabilit&#224 fra i vari ed eterogenei sistemi e soluzioni informatiche presenti sul mercato.

Grazie alla Sua iniziativa legislativa, ci troviamo di fronte alla grande opportunit&#224 di ampliare la discussione ed estendere l¿ambito di lavoro all¿intero settore dell¿Information Technology per muovere verso soluzioni concrete ed utili sia per il settore pubblico che per gli stessi consumatori.

A nostro parere, il tema centrale &#232 quello di una sempre crescente interoperabilit&#224 tra i diversi sistemi hardware e software. L¿interoperabilit&#224, per essere realmente tale, deve prescindere da un particolare modello di sviluppo ¿ sia esso commerciale o open source – e dalle specifiche tecnologiche delle piattaforme e dei sistemi che intendono dialogare reciprocamente e interscambiare informazioni. Solo una diffusa interoperabilit&#224, infatti, abi­lita i consumatori ad accedere ed usare un crescente numero di prodotti e servizi per mezzo di un sempre pi&#249 alto numero di dispositivi e tecnologie; &#232 grazie ad una pi&#249 diffusa interoperabilit&#224 tra tecnologie diverse che l¿utente finale pu&#242 guadagnare discrezionalit&#224 e flessibilit&#224 nelle scelte riguardanti l¿informatica.

Come Lei sa, negli ultimi anni gli investimenti di molte aziende in Information Technology sono cresciuti in modo consistente; e, man mano che l¿industria ha abbandonato il modello di sviluppo verticale ¿ nel quale lo stesso produttore forniva l¿hardware, il software e i servizi ¿ per spostarsi verso un pi&#249 ampio insieme di aziende fornitrici in ognuno di questi segmenti, gli utenti hanno finalmente iniziato a trarre vantaggio dai benefici della concorrenza fra aziende produttrici di software o di hardware, ognuna alla ricerca di un modo per differenziarsi dalle altre.

In un contesto cos&#236 dinamico, le aziende IT hanno un forte incentivo di business ad assicurare che i loro prodotti interoperino con altri. Un modo comune col quale le aziende IT promuovono tale interoperabilit&#224 &#232 rendendo note su base volontaria informazioni tecniche chiave, come interfacce applicative di programmazione (APIs) e protocolli, cos&#236 che altri vendor possano utilizzare queste informazioni nel progettare prodotti e servizi interoperanti.

Particolare rilevanza inoltre riveste l¿interoperabilit&#224 per i Governi; questi, infatti, hanno molteplici responsabilit&#224:

  • devono garantire che le proprie Amministrazioni possano cooperare sulla base di una infrastruttura di servizi evoluta, (obiettivo di molti progetti di eGovernment);

  • devono dare garanzia al cittadino che ci&#242 avvenga senza ledere i suoi diritti di scelta, nel rispetto della sua sicurezza e privacy;

  • devono dare spazio all¿innovazione, assicurando un mercato florido e competitivo secondo regole chiare e trasparenti;

  • devono consentire l¿accesso alla conoscenza e lo sviluppo di competenze da immettere sul mercato del lavoro.

  • devono favorire una politica di riuso, per l¿attuazione della quale il fattore interoperabilit&#224 rappresenta il presupposto imprescindibile;

  • devono permettere ad ogni cittadino una partecipazione pi&#249 attiva alla vita politica del paese (eDemocracy).

E¿ interesse dei Governi che il processo che porta all¿interoperabilit&#224 avvenga secondo principi di trasparenza e di pluralismo.

L¿interoperabilit&#224 &#232 una delle componenti di base del pluralismo informatico e un modo per giungere a questo &#232 mantenere un¿alta focalizazione sugli aspetti tecnici che soddisfano i bisogni in costante evoluzione dei Governi e su come questi bisogni possano essere soddisfatti attraverso un uso flessibile di standard aperti.

Con questo termine vogliamo indicare la definizione di specifiche tecniche che portino a dei risultati implementabili indipendentemente da specifiche tecnologie e piattaforme o da specifici modelli di sviluppo, specifiche tecniche generate da un processo diffuso e consensuale tale da produrre una larga accettazione da parte del mercato e delle comunit&#224 tecniche e scientifiche.

L¿indipendenza da piattaforme tecnologiche e modelli di sviluppo rende uno standard aperto realizzabile sia all¿interno di prodotti commerciali che a codice sorgente aperto, dando quindi la massima garanzia all¿utente finale di poter effettuare una libera scelta secondo i propri criteri di preferenza. Da questo punto di vista Open Standard non si identifica con un modello di sviluppo e in particolare non si identifica con il modello di sviluppo Open Source, ma ne &#232 al di sopra.

Ad oggi esiste purtroppo una diffusa confusione su questo tema: un prodotto Open Source viene automaticamente identificato come Open Standard. Riteniamo, sostenuti in questo da esperti del settore, che non esista alcuna correlazione tra il modello di sviluppo e di licensing di un software e l¿implementazione in esso di standard di interoperabilit&#224. Essi sono completamente separati e distinti.

Ci riferiamo ad esempio, agli standard aperti per i contenuti Internet codificati in HTML, XML – e formati relativi – che hanno prodotto un nuovo e pi&#249 elevato livello di interoperabilit&#224 fra dispositivi hardware, sistemi operativi e applicazioni diverse. Analogamente, il servizio di messaggi brevi (SMS) per telefoni mobili e simili dispositivi wireless hanno raggiunto alti livelli di interoperabilit&#224 poich&#233 il formato standardizzato per i dati SMS consente che tali dati siano trasportati da molteplici piattaforme concorrenti su terminali GSM e 3G.

Standard documentali basati su XML permettono inoltre, attraverso la creazione di schemi, di velocizzare e strutturare in modo sicuro i processi di interscambio di dati tra applicazioni diverse di enti diversi, ponendo le premesse per una possibile eliminazione della carta e riducendo sensibilmente i costi e il rischio di errori in numerosi processi di eGovernment e di business.

L¿importanza dell¿adozione di formati standard aperti &#232 testimoniata anche dalle attivit&#224 svolte dalla Commissione europea, in ambito IDA (Interchange of Data between Administration), che nel documento ¿European Interoperability Framework for pan-European eGovernment Services¿ raccomanda lo sviluppo di semantiche comuni sulla base dello standard XML e auspica collaborazioni con gli enti di standardizzazione; in particolare, i vocabolari XML dovrebbero essere sviluppati tenendo conto degli elementi base specifici per l¿eGovernment.

Questa impostazione &#232 la sola che, a nostro parere, &#232 in grado di permettere alle imprese o ai singoli sviluppatori di porre la questione dell¿interoperabilit&#224 nel giusto contesto, ovvero come obiettivo chiave dei sistemi informatici, degli enti incaricati degli acquisti pubblici e dei consumatori. Da questo punto di partenza, le decisioni relative agli acquisti dovranno quindi essere basate su considerazioni oggettive centrate su fattori oggettivi come il rapporto costi benefici e la domanda dei consumatori.

Saremmo quindi lieti di poter riprendere con Lei la discussione sul tema affinch&#233 accogliesse questa analisi come un motivo di stimolo per condividere il tema con l¿intera industria. Riteniamo, infatti, che sia solo dal confronto che si possano trovare soluzioni idonee o raggiungere significativi traguardi.

Ci auguriamo quindi che, cos&#236 com¿&#232 avvenuto di recente, in occasione della legge di conversione del decreto Legge Urbani, in cui l¿intero settore dell¿Information Technology ha espresso il proprio supporto al di l&#224 delle singole scelte tecnologiche, si possa lavorare insieme con spirito costruttivo.

Cordiali saluti,

Pier Luigi Dal Pino

Responsabile Rapporti Istituzionali Microsoft Sud Europa

La risposta di Cortiana &#232 stata pressoch&#233 in tempo reale:

Oggi ho ricevuto da Microsoft una importante lettera relativa allo sviluppo dell”ICT e sui modelli di crescita del settore, a partire dall”occasione data dalla discussione sul DDL 1188 per il pluralismo informatico – ha dichiarato il sen. Cortina – lettera che riconosce alcuni meriti del sistema di sviluppo open source e che apre l”opportunit&#224 di definire un modello condiviso di open standard. E” tempo che l”Italia assuma una posizione d”avanguardia che superi la frattura tra i diversi modelli di sviluppo, open source da un lato e software proprietario dall”altro. Apprezziamo il senso politico di questa disponibilit&#224 di Microsoft, e ci auguriamo che venga accolta anche dai colleghi dei diversi gruppi”.


“Sono lieto che Microsoft, la pi&#249 grande azienda ICT del mondo e la pi&#249 convinta sostenitrice del software proprietario, riconosca che solo in un contesto di pluralismo e sinergia &#232 possibile una ulteriore crescita e sviluppo ¿ha concluso Cortiana – Ora, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, sar&#224 urgente convocare un tavolo dei diversi attori e utenti che consenta di giungere ad un testo condiviso. Questo riconoscimento del nostro lavoro, capace di interloquire con tutti i soggetti del settore e questa responsabilità che Microsoft ci consegna, rende necessario rafforzare il percorso legislativo che consentirà di fornire un quadro chiaro, pluralista e stabile alle imprese e agli utenti, attraverso l”approvazione del DDL 1188.”